Voto: 7/10 Titolo originale: Batman: The Animated Series , uscita: 05-09-1992. Stagioni: 5.
Dossier: Batman – La Serie Animata alla prova del tempo, 30 anni di avanguardia (con qualche appunto)
24/11/2023 recensione serie tv Batman: The Animated Series di William Maga
Nel 1992 Bruce Timm portava sul piccolo schermo un prodotto capace di distinguersi per aspetto visivo e contenuti dai tradizionali cartoni animati
Col cofanetto DVD fuori catalogo ormai da anni e le TV generaliste che hanno smesso di trasmetterla da moltissimo tempo, ci ha pensato a sorpresa Netflix a ripescare dal dimenticatoio una delle serie animate più importanti degli anni 90, Batman: The Animated Series, in Italia trasmessa semplicemente come Batman, creata dal disegnatore Bruce Timm e Eric Radomski.
Molti di quelli che oggi hanno tra i 30 e i 40 anni di età probabilmente la ricorderanno almeno a grandi linee (all’epoca venne accompagnata da una linea di giocattoli vendutissima), quindi perché non provare a capire se ha resistito alla prova del tempo o invece è vittima – come molti altri – di un semplice ‘effetto nostalgia’ ingiustificato.
Quando andò in onda per la prima volta nel 1992 (da noi nella metà del 1993), a colpi di un episodio alla settimana mattina, fu chiaro subito a molti bambini / ragazzini che si trattava di una cartone animato capace di distinguersi dalla massa dei suoi cugini americani o giapponesi.
Batman – La serie presenta infatti una forte componente di realismo, dato che sia i poliziotti che i cattivi usano pistole invece dei laser che campeggiavano in G.I. Joe, Bravestarr o Transformers, c’è poco spazio per l’umorismo e la maggior parte delle storie raccontate hanno un lato tragico, accentuato dalla cupezza della fotografia e da un’ambientazione prevalentemente notturna.
A livello di tematiche trattate, ricorre poi a ‘dispositivi di trama’ come la corruzione della polizia, l’abuso sui minori, la schizofrenia, le guerre di mafia e simili. Non si tratta di materiale facilmente digeribile, soprattutto per i più piccoli.
Batman – La Serie Animata era – e resta – quindi un cartone animato destinato a un pubblico più maturo, ma veniva ugualmente trasmesso come se niente fosse in mezzo ad prodotti degni di Bim Bum Bam.
Spesso nell’Internet si trovano articoli che semplicemente si limitano a una tipica lista degli episodi ritenuti migliori da chi scrive, e con 109 episodi prodotti (includendo Batman – Cavaliere della notte / The New Batman Adventures) è facile capire perché.
Purtroppo questi elenchi si sovrappongono abbastanza l’uno all’altro, dato che la maggior parte di essi contiene titoli – più o meno giustamente – come Attenti al Fantasma Grigio (Beware of the Gray Ghost), Doppia personalità (Two-Face) o L’ho quasi ucciso (Almost Got ‘Im).
A voler essere originali allora, si potrebbe pensare a una top5 dei peggiori, anche se è già stata fatta altrove, ma forse è meglio discute un po’ più a fondo della serie nel suo complesso.
Batman – La Serie Animata è un prodotto del suo tempo. Venne messa in produzione dopo che il paladino di Gotham divenne tetro e lunatico nel primo film di Tim Burton del 1989. Una mossa coraggiosa, certo, visto che la maggior parte dei cartoni animati erano al contrario luminosi e colorati, con storie leggere in cui l’eroe di turno sconfiggeva sì il malvagio e portava a casa la vittoria, ma era anche alquanto insipido e prevedibile.
Le ragioni che spingono Bruce Wayne a diventare un arcigno combattente del crimine sono ampiamente menzionate in diversi episodi, compreso Il sogno (Perchance to Dream, scritto peraltro da Joe R. Lansdale), in cui il protagonista si risveglia in un mondo in cui i suoi genitori non sono mai stati uccisi e vede come sarebbe stata la sua vita senza l’alter ego Batman.
Ogni episodio inizia con una bella sequenza animata di Batman che cattura due criminali sul tema musicale di Danny Elfman (in Italia la sigla è cantata dalla specialista Cristina D’Avena). Questo aspetto lega molto la serie ai primi due film per il cinema. Pur riprendendo il tono e i temi portati sul grande schermo da Tim Burton, non si collega però mai direttamente ad essi, rimanendo autonoma e coi cattivi che non hanno alcun legame reale con le loro controparti cinematografiche.
Solo il Pinguino è modellato sulla sua controparte cinematografica nell’aspetto, e in un episodio ha persino la sua Duck boat nelle fogne. In uno degli episodi assume addirittura il controllo della Batmobile, proprio come in Batman – Il ritorno del 1992.
È tuttavia l’insolito stile visivo a contraddistinguere forse più di tutto Batman – La Serie Animata. Dopo la cupa intro, viene infatti mostrata un intertitolo d’epoca. Molte di esse sono bellissime e davvero eleganti. Insolitamente, gli sfondi della serie sono stati creati su carta nera invece che sul solito bianco, un scelta che i produttori hanno chiamato “Dark Déco”.
Questo è il motivo per cui Batman – La Serie Animata appare così tenebrosa, e anche le poche scene diurne hanno sempre un tocco oscuro. A Gotham City non splende mai il sole. Ci sono alcuni episodi che portano Batman fuori dalla città, ma anche quando sono ambientati in Giappone, nel vecchio West o in un campo di schiavi dove la gente lavora al sole, viene mantenuto un tocco di oscurità nelle immagini.
Si potrebbe non essere d’accordo, ma a difesa della serie va detto in tal senso segue le orme tracciate da Tim Burton: anche i suoi due film non includevano molte scene diurne e le poche scene che lo facevano erano deprimenti.
Dai film Batman – La Serie Animata mutua anche un altro aspetto squisito: l’aspetto visivo della metropoli e dei veicoli che circolano. La polizia utilizza dei dirigibili per pattugliare le strade, tutte le automobili hanno un aspetto decisamente anni ’30/’40 e la maggior parte dei gangster usa una Tommy Gun.
Insieme agli intertitoli vintage, Batman – La Serie Animata cerca di creare un universo da film noir, incorporando al contempo tecnologie retrofuturistiche come i computer e persino un telefono cellulare in Batman – Cavaliere della notte. Questo dona all’insieme un tocco di atemporalità.
Essendo stata realizzata all’inizio degli anni ’90, quando i cattivi di Batman sul grande schermo erano spesso ‘mutanti’. (Pinguino, Mr Freeze, Poison Ivy), non-morti (Catwoman che viene rianimata dai gatti) o semplici pazzi squilibrati a causa di un incidente (Due Facce, Joker), la serie presenta spesso anche cattivi con poteri soprannaturali, alcuni dei quali molto più estremi come Clayface / Faccia di Creta.
Dopo il passaggio di Christopher Nolan è probabile che oggi si opterebbe per qualcosa di più realistico, ma l’approccio fantastico funzionava all’epoca e trattandosi di un cartone animato è anche facile accettarlo, anche se – va ammesso – a volte i concetti proposti sono piuttosto infantili.
Ma per quanto semplici siano, sono sempre trattati con serietà. In uno degli ultimi episodi, ad esempio, Batman combatte addirittura contro un vero demone e con un gatto che si trasforma in un personaggio umanoide. Una cosa che non funzionerà mai in un film live action di Batman.
Gli episodi sono per lo più impostati secondo la classica formula del ‘villain della settimana’, con occasionali deviazioni in episodi come Il Sogno, il già citato ‘what if …?’ in cui i genitori di Bruce Wayne non vengono mai uccisi, o Leggende (Legends of the Dark Knight), in cui i bambini raccontano storielle sul Cavaliere Oscuro appunto, e noi possiamo godere di due racconti: uno che raffigura il Batman degli anni ’50 e uno col Batman degli anni ’80 di Frank Miller.
Questo tipo di episodi sono una boccata d’aria fresca, poiché nel corso di 109 episodi settimanali un nuovo cattivo con un piano diabolico presto diventa un po’ routine. Fortunatamente, i creatori mantengono alta l’attenzione ricorrendo a una grande varietà di avversari, con solamente i cattivi più noti che ritornano di tanto in tanto.
Non è ovviamente una sorpresa che personaggi popolari come il Joker, il Pinguino, lo Spaventapasseri e Poison Ivy abbiano a disposizione più episodi dedicati a loro, mentre molti cattivi meno conosciuti ricevono solo un episodio, due al massimo. In alcuni casi i cattivi sono stati creati appositamente per questo show, come Harley Quinn o Baby Doll, mentre in altri casi sono stati drasticamente ridisegnati, come il divertente Re degli Orologi o Mr. Freeze, cui è stata affidata la backstory di una moglie in coma che teneva criogenicamente congelata mentre lui lavorava a una cura.
Il che ci porta dritti a un altro aspetto che caratterizza questi cattivi: la tragedia.
Sebbene ci siano ancora molti cattivi di cui non si conosce la storia, nessuno di loro sembra essere malvagio solo per il gusto di esserlo. Joker, ad esempio, è semplicemente un pazzo psicopatico caduto in una vasca piena di sostanze chimiche, ma la maggior parte dei cattivi ora opera con motivazioni che generano una certa ‘simpatia’ nel pubblico.
Non volevano diventare malvagi, ma la vita ha macchinato contro di loro. Due Facce era un bravo ragazzo fino a quando non ha sviluppato un alter-ego schizofrenico e si è sfigurato quando un signore del crimine ha cercato di assassinarlo, dopodiché il suo carattere malvagio ha preso il sopravvento.
Mr. Freeze cerca di salvare la moglie dopo che il suo studio è stato chiuso e un incidente lo ha costretto a indossare una tuta speciale per restare in vita. Edward Nygma viene privato di una proprietà intellettuale che avrebbe potuto renderlo milionario da un subdolo uomo d’affari e cerca di vendicarsi nei panni dell’Enigmista.
Il Cappellaio Matto è disperatamente innamorato di una ragazza e quando lei preferisce il suo fidanzato violento a lui, usa il dispositivo di controllo mentale che ha sviluppato per convincerla del contrario. Man-Bat, il Re degli Orologi, Harley Quinn … tutte le storie si rivelano tragiche e non sempre per colpa loro.
La caratura di un eroe si riflette in quella del suo antagonista, e in Batman – La Serie Animata buono e cattivi sono sviluppati ugualmente bene (spesso grazie alla penna dello sceneggiatore Paul Dini).
Eppure, al di là dall’accoglienza generale molto positiva da parte degli spettatori e della critica, si possono sollevare alcune osservazioni sullo show.
Uno dei problemi principali – che certo emergono più guardandola con gli occhi di un adulto – è che non c’è una linea narrativa continua, tutte le storie sono autoconclusive, quindi la cattura di un cattivo questa settimana non ha alcuna influenza sul fatto che tre episodi dopo lui se ne vada di nuovo in giro senza alcuna spiegazione su come sia sfuggito da Arkham.
Ci sono pochi – o nessun – evento che abbia influenza sugli episodi successivi, storie delle origini escluse. Molte di queste storie creano un personaggio, per lo più malvagio, e lo fanno apparire di tanto in tanto con un nuovo piano. Per quanto possa essere cupa, Batman – La Serie Animata fa ben pochi progressi rispetto al live action con Adam West degli anni ’60 in termini di gestione di questi personaggi.
E questo ci guida a un altro punto critico, legato a una naturale ingenuità di fondo(prendetelo benevolmente): qualcuno potrebbe sistemare il sistema di sicurezza del manicomio di Arkham? Tutti i cattivi catturati finiscono naturalmente qui, eppure di tanto in tanto riescono a fuggire. Batman non è il tipo che uccide, lo sappiamo, ma almeno i film avevano avuto maggior coraggio in tal senso.
Se volessimo sorvolare su questo punto, meglio non cercare un punto di forza nel sistema giudiziario allora. L’Enigmista, Harley Quinn, Poison Ivy e il Pinguino hanno commesso tutti crimini degni di molti anni di penitenziario, eppure tutti quanti vantano un episodio in cui vengono per qualche ragione rilasciati.
Naturalmente tutti finiscono presto di nuovo dietro le sbarre di Arkham, sia che cerchino o meno di cambiare per adattarsi alla società esterna. Per dare credito a Batman – La Serie Animata, viene apertamente riconosciuto questo aspetto in due episodi distinti, in cui compaiono due vigilanti alla maniera di Batman che però vogliono effettivamente eliminare questi criminali: Lock Up e The Judge (nuova identità di Due Facce).
Un’altra osservazione riguarda il concetto di “reinserimento nella società“. L’episodio Illusione d’amore (Birds Of A Feather) è una storia sul Pinguino che cerca veramente di cambiare e di diventare un cittadino rispettato ed è uno dei migliori realizzati, ma la mancanza di originalità nella scrittura si fa sentire in ben tre episodi successivi che ripropongono la medesima formula cambiando il soggetto, prima con Harley che cerca di condurre una vita onesta e decente e poi con l’Enigmista o Poison Ivy che fingono di vivere una vita retta mentre in realtà tramano crimini in segreto.
Apriamo una parentesi, con l’aiuto di Wikipedia, che riguarda la continuity. Durante la trasmissione originaria americana, gli episodi sono andati in onda in un ordine completamente diverso rispetto a quello di produzione, e le due parti che compongono le storie ‘Gli artigli di Catwoman’ e ‘La resa dei conti’ non sono state trasmesse in sequenza (quelle de Gli artigli di Catwoman risultano essere gli episodi 1 e 8, mentre quelle de La resa dei conti gli episodi 51 e 53).
Per la pubblicazione in DVD gli episodi sono invece stati presentati in un ordine più simile a quello in cui sono stati prodotti. La trasmissione italiana dei primi 60 episodi (seguendo l’ordine TV), corrispondenti a quelli già trasmessi in patria prima che la serie arrivasse in Italia, segue l’ordine usato negli USA in TV, con la differenza che le parti de ‘Gli artigli di Catwoman’ e ‘La resa dei conti’ sono andate in onda di seguito. Gli episodi successivi sono invece andati in onda in ordine differente rispetto agli USA.
Un dettaglio non secondario quello appena letto, che si ricollega vagamente al perché Robin non venga mai menzionato nei primi episodi, ma improvvisamente appaia nel diciannovesimo (Paura di Vincere), quando si scopre che era stato per tutto il tempo al college. È quindi un po’ fastidioso che non sembri ‘esistere’ per un bel pezzo e poi d’un tratto lo troviamo al centro di un episodio che ci dice semplicemente che era già la spalla di Batman.
Dopo che Batman opera in solitaria per ben 18 puntate (oltre che venirci mostrato da solo nella sigla di apertura), ci si aspetterebbe che Robin venga almeno introdotto da una storia delle origini di qualche tipo. La sua storia d’origine l’avrà, ma solo in un secondo momento. Per gli spettatori di questo show semplicemente appare dal nulla.
Infine, un po’ di pignoleria. A differenza dei personaggi Marvel, i personaggi della DC vivono in città fittizie e Gotham City non è diversa. L’intera serie ha come detto uno stile visivo unico, ma a sorpresa una degli elementi con cui han scelto di caratterizzare Gotham è una specie di Statua della Libertà in mezzo alla baia, proprio come a NYC. Una mossa bizzarra.
Tirando le somme, Batman – La Serie Animata ha molte frecce al suo arco, ma spesso si tende a sorvolare sugli episodi dimenticabili, che sebbene non siano in numero pari a quelli effettivamente riusciti, non sono nemmeno così pochi.
Di seguito trovate la sigla originale italiana di Batman – La Serie Animata, nel catalogo di Netflix dal 21 novembre:
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