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Titolo originale: ????? HIGHSCHOOL OF THE DEAD , uscita: 05-07-2010. Stagioni: 2.

Dossier | Highschool of the Dead (serie anime): erotismo e zombie alla giapponese

18/06/2020 recensione serie tv di Enrica Continenza

Nel 2010 arrivava sul piccolo schermo la versione animata dell'omonimo manga di Daisuke Satō e Shōji Satō, un prodotto all'insegna della tradizione del sottogenere ma caratterizzato da una insolita 'verve' tutta nipponica

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Se pensate di avere tra le mani un altro prodotto a base di zombie e scenari apocalittici, vi sbagliate; o meglio: in Highschool of the Dead c’è tutto questo, con l’aggiunta di cinque studentesse particolarmente attraenti che gravitano intorno al leader di un gruppo di sopravvissuti alquanto stravagante.

Highschool of the Dead (学園黙示録 Gakuen Mokushiroku, lett. “Apocalisse a scuola”) nasce come manga scritto da Daisuke Satō, già conosciuto per le sue novel giapponesi con storie alternative, e illustrato da Shōji Satō, autore di manga hentai e non, anche fumettista di molti doujinshi (riviste giapponesi pubblicate in proprio) con lo pseudonimo Satou Inazuma, pubblicato dal settembre 2006 fino al 2013; composto da sette volumi più una riedizione completamente a colori, denominata “Colour Edition”. La morte nel 2017 dello sceneggiatore Daisuke Sato ha fatto sì che l’opera non venisse però conclusa, lasciandola di fatto senza un vero finale. In Italia i diritti del manga sono stati acquistati da Planet Manga, che ha pubblicato i sette volumi di Highschool of the Dead dal 21 marzo 2010 al 17 dicembre 2011. Come spesso accade, ne è stata poi tratta una serie animata in 12 episodi, andata in onda per la prima volta nel 2010 e attualmente disponibile nel catalogo Netflix.

highschool of the dead anime serie posterLa trama mostra una tipica invasione zombie su vasta scala. Takashi Komuro, il giovane diciassettenne protagonista delle vicende, si ritrova al centro di una pandemia non meglio identificata che lo porta a dare il meglio di sé per tentare di sopravvivere. Quando agli albori della primavera si scatena l’inferno, Takashi e altri studenti della Fujimi High School, dovranno combattere disperatamente contro vari non morti, ribattezzati con il termine impersonale di “Loro”. I sopravvissuti a questo primo scontro, unite le loro forze, viaggeranno tra le vie di una città che sta radicalmente cambiando sotto i loro occhi, tentando di vincere il nemico, confrontandosi con una società al collasso e l’abbattimento dei codici morali.

In quanto a ‘pandemie mondiali’, oggigiorno ne capiamo certo qualcosa più di prima; ma a rendere quella di Highschool of the Dead decisamente diversa, è la presenza di creature affamate di carne umana. Queste esercitano da sempre un fascino tale su di noi, con il loro status a metà tra la vita e la morte, da riuscire a dare vita a uno dei sottogeneri cinematografici più esplorati. Forse per questo, ancora oggi, dopo quasi cent’anni (il primo zombie movie “ufficiale”, L’isola degli zombies, è del 1932) i morti viventi continuano a godere, paradossalmente, di ottima salute. Se è vero che, da George A. Romero in giù, innumerevoli sono stati i titoli riguardanti i non morti che anno invaso cinema e TV, difficile è però trovare un manga e, di conseguenza, un anime, che tratti questo tema e riporti tra le sue pagine una versione degli zombie così tanto vicina al modello classico, almeno nei fondamentali.

I non morti, qui chiamati “Loro”, ti infettano se ti mordono e possono essere uccisi solo con un colpo alla testa; sono forti e veloci, ma con una camminata sconnessa e vigili solo al sentire di un rumore. Fin dalla primissima scena, in cui uno dei Loro arriva al cancello della scuola, scatenando in meno di dieci minuti una sequenza a catena di contagi che porterà alla morte di più della metà degli studenti presenti, si percepisce un’atmosfera come sospesa nel tempo, sintomo di un qualcosa che sta accadendo ma di cui nessuno è ancora a conoscenza. La tensione, particolarmente presente negli episodi ambientati all’interno della scuola, accompagna i gesti di tutti coloro che tentano di sopravvivere, raggiungendo l’apice, quasi paradossalmente, proprio alla fine del primo episodio; qui, Takashi, alle prese con una decisione che cambierà il suo modo di vedere e percepire il pericolo, darà prova della propria maturità.

Sono decisamente questi gli episodi più coinvolgenti dell’intero anime di Highschool of the Dead, non solo per la presenza primeggiante degli zombie in scena, ma anche per la dinamica della storia stessa; piano piano ci vengono mostrati singolarmente quelli che saranno poi i componenti del gruppo principale, per arrivare a una dimensione corale nel momento in cui questi si trovano a combattere per la vita insieme e insieme decidono di continuare a sopravvivere.

highschool of the dead animeIl gruppo di superstiti, presenta dei personaggi quasi totalmente stereotipati. Partendo proprio da Takashi Komuro, “protagonista” e voce narrante della storia, si nota subito come questo normalissimo ragazzo giapponese, improvvisamente, a causa dell’invasione degli zombie, si ritrova a ricoprire il ruolo di leader del gruppo, riconoscendo in lui capacità di riflessione e azione particolarmente di spicco rispetto agli altri, anzi alle altre; perché sì, la maggior parte degli altri elementi del gruppo sono tutte ragazze, tutte più o meno attratte da lui. Da precisare che, quando parliamo di ragazze in Highschool of the Dead, il termine giusto da usare è sicuramente quello di “oppai”.

Presentano, infatti, un seno abbondante, una pelle bianca e soffice e un corpo estremamente morbido. Senza tralasciare la costante focalizzazione sulla loro biancheria intima e la scelta di indossare sempre vestiti che lasciano poco all’immaginazione. Rei Miyamoto, amica d’infanzia di Takashi, è colei per cui il leader dimostra più attaccamento. Spesso, tuttavia, questo loro rapporto di amicizia / amore va a discapito della storia stessa, sacrificando le dinamiche del gruppo in favore di un rapporto a due. Sicuramente un personaggio di spicco nel gruppo che, almeno nei primi episodi, viene mostrata capace di mettere da parte la sua dipendenza da altri e di riuscire a combattere da sola per la propria vita.

Rei è una delle poche protagoniste femmine a cui è riservata una certa indagine introspettiva. Le altre, pur presentando tratti distintivi, non vengono sviluppate in alcun modo, se non tramite brevi flashback o momenti di dialogo col gruppo, portando alla luce eventi del loro passato che non servono affatto a definirle caratterialmente ma, anzi, consolidano l’aspetto pruriginoso ed erotico della vicenda e intensificano il legame affettivo con Takashi. Saeko Busujima, senpai del gruppo e famosa atleta di kendō, l’arte del combattimento con la spada, è una ragazza che sotto un aspetto calmo, quasi apatico, nasconde una personalità sadica. Sarà proprio l’accettazione di questo suo aspetto caratteriale e renderla perfettamente autonoma in ogni frangente senza mai perdere la calma.

highschool of the dead anime serieTra coloro che con l’arte della guerra sanno destreggiarsi prodigiosamente tra il nemico, troviamo anche chi ha dalla sua la mente; è questo il caso di Saya Takagi. Particolarmente intelligente e intuitiva, capirà ben prima degli altri la gravità della situazione e il suo evolversi e ciò compenserà ampiamente la scarsa utilità in combattimento e il suo pessimo carattere. A lei è legato da una sorta di fascinazione per niente velata, l’altro componente maschile del gruppo, forse quello che più di tutti rientra dentro standard caratteriali tipici di un anime seinen (opera che ha come target un pubblico maschile che va dalla maggiore età in su): Kouta Hirano.

Rappresenta il classico otaku basso, grasso, occhialuto e appassionato di videogiochi, anime e manga. Gli piacciono anche le armi e sa usarle benissimo, tanto che sarà lui a insegnare agli altri ad usarle. Se tutti coloro di cui ho precedentemente parlato, fissi nella loro stereotipia, raffigurano comunque degli elementi utili per fronteggiare il nemico, Shizuka Marikawa, l’infermiera della scuola, goffa e spensierata, costantemente protetta dagli altri, rappresenta, quasi interamente, la linea comica di Highschool of the Dead. Solo successivamente, durante il viaggio, si unirà a loro una bambina che ha perso il padre, Alice Maresato, protetta ad ogni costo dall’intero gruppo.

La serie oscilla così tra un registro serioso, la componente horror / splatter, e uno più scherzoso, sicuramente incoraggiato dal fan service. Sebbene questo venga impiegato per alleggerire la tensione di alcuni momenti, con il proseguire della storia tende a diventare eccessivamente invasivo. In molte scene (talvolta anche drammatiche) gli autori si sono infatti impegnati nel mostrare in maniera quasi ossessiva le forme sinuose di tutte le ragazze protagoniste di Highschool of the Dead, attraverso inquadrature studiate nel dettaglio per esaltare l’effetto vedo / non vedo. Questo escamotage è talmente insistente da sforare nel cosiddetto sottogenere ‘ecchi’ (letteralmente “erotico”, ma non V.M. 18), basato cioè su una costante rappresentazione di ciò che è proibito, in modo velato, così da solleticare le fantasie dello spettatore, ma senza poi mostrare realmente l’atto sessuale o le parti intime delle protagoniste (anche se qualche seno nudo birichino compare …).

Il loop di inquadrature incentrate nel mostrare scollature e mutandine in ogni occasione utile di Highschool of the Dead (come dimenticare la scena in cui Takashi, per salvare Rei da un imminente attacco zombie, utilizza l’arma da fuoco appoggiandola direttamente in mezzo al prosperoso seno, vedi immagine in alto), finiscono per indebolire la storia, ma rafforzano, senza dubbio, il comparto tecnico. Emblema di quanto il fan service da metà serie in poi prenda il sopravvento, sono gli episodi 6 e 7. Senza aggiungere informazioni utili ai fini della trama, i due episodi si concentrano solo ed esclusivamente sul riposo del gruppo in una casa, dedicando interamente la scena al momento del bagno delle ragazze, regalando così agli spettatori quello che è probabilmente il momento a più alto tasso di erotismo di tutta la serie. Da qui in poi, la storia perde quel pizzico di originalità che l’ha caratterizzata fin dal primo episodio, soprattutto per la resa più che ottimale degli Zombie e della devastazione lasciata dietro di loro.

highschool of the dead anime serie 2010L’ambientazione scolastica, decisamente la più interessante ma poco sfruttata, viene sostituita da una serie di ambienti diversi, trasformando quella che inizialmente sembrava una lotta alla sopravvivenza in un road trip avente l’unico scopo di lasciare Takashi il più possibile isolato con una delle ragazze ‘sorteggiate’ a caso, traghettando Highschool of the Dead verso la ripetitività. Tuttavia, la regia affidata al Tetsuro Araki di Death Note (il dossier sulla saga), ricca di virtuosismi, scene d’azione e gag erotiche, è eccezionale; le scene sono estremamente divertenti e godibili, ricche di pathos soprattutto durante i discorsi di Takashi e suspense nei pochi scenari che mettono in luce le difficoltà legate a una società che sta lentamente per dissolversi. A impreziosire il tutto, la scelta azzeccatissima di luoghi depressivi e apocalittici e ben dodici ending, tutte cantate dalla stessa Maon Kurosaki (nota cantante giapponese).

E così, tra ogni genere di armi utilizzate per eliminare gli zombi, civili uccisi random, ragazze sexy e corpi che ballano al ritmo dei proiettili, Highschool of the Dead si ritaglia il posto d’onore tra le serie più spiccatamente fan service. C’è anche da dire che, se da una parte si reputi eccessiva l’esposizione dei corpi delle ragazze, comunque tratto distintivo del genere seinen / ecchi, sono proprio le ragazze uno dei punti di forza.

Sono loro a infondere sicurezza in Takashi, permettendo così che fuoriescano via via quegli atteggiamenti che lo rendono il leader del gruppo. Legata al fan service si trova, quindi, una ragione puramente sociologica. Il motore centrale della storia sono i giovani componenti del gruppo. La critica verso gli adulti, visti quasi sempre negativamente (si veda la figura del professore, personaggio manipolatore, che trae in inganno alcuni giovani studenti rimasti sotto la propria ala, o i poliziotti che decidono di sparare alla folla in un momento di totale annullamento di qualsiasi legge civile) è palese. Sono quasi sempre descritti come non in grado di proteggere i loro cari, spaventati a tal punto da uccidere chiunque, non soltanto il vero nemico o, addirittura, completamente indifferenti al problema, visto semplicemente come una specie di complotto ordito dai grandi governi del mondo. Sono quindi i giovani che si fanno carico, da soli, della propria sopravvivenza e della propria realizzazione. Il finale aperto della serie, se da una parte può portare lo spettatore a immaginare infiniti esiti della storia, dall’altro da per scontato che ognuno di loro abbia finalmente trovato il modo di emergere: chi ritrovando la propria identità, chi accettando parti del proprio carattere, chi negli affetti e nell’amore.

highschool of the dead anime serie 2010 zombieProprio questo paradosso conferisce fascino a Highschool of the Dead: il racconto di una pandemia mondiale che porta quasi alla totale estinzione della razza umana, della decadenza della società e dell’inettitudine degli adulti, nasconde in realtà la piena realizzazione di quella classe sociale considerata sempre la più inadatta e che, invece, finisce per essere necessaria.

Highschool of the Deadd è sicuramente un anime sopra le righe, e questo può essere considerato sia un punto di forza, sia una debolezza. Se il fan service non fa per voi, allora fareste bene a non guardarlo; se quello che cercate è un anime dalla trama profonda e seria, dovreste comunque volgervi altrove. Ma per chi è alla ricerca di qualcosa di leggero, veloce e divertente, splatter e drammatico al punto giusto, con quel pizzico di horror che non guasta affatto, questo è esattamente il prodotto che fa per voi (come dimostra, tra l’altro, l’episodio OAV intitolato Drifters of the Dead; la storia originale, non tratta dal manga, si basa soprattutto sul fan service che sfocia quasi nell’hentai puro. Infatti, più che un episodio utile nell’approfondire ciò che avviene dopo la fine della serie, ci troviamo davanti a un prodotto creato per il puro intrattenimento e sollazzo).

Ed è vero: senza la presenza degli zombie, la fuga, la ricerca spasmodica di un modo per sopravvivere e la conseguente scoperta di se stessi, l’anime perderebbe molta dell’attrattiva. I suoi due elementi costitutivi, non morti e ragazze procaci, sono imprescindibili l’uno dall’altro. E nessuno dei due intralcia o toglie qualcosa all’altro.

Da non tralasciare il fatto che siano pochissimi gli anime che possono competere con Highschool of the Dead sul tema. L’apocalisse è un soggetto inflazionato, ma che si parli di giganti o di vampiri o altri esseri mutaforma (prendendo due esempi celebri, quali Attacco dei giganti e Tokyo Goul), siamo ben lontani dalla verosimiglianza di questi zombie con le tante storie occidentali decantate negli anni. La fortuna di Highschool of the Dead, e anche il suo maggior pregio, sta proprio nel presentare al pubblico un topos ormai conosciuto in tutte le salse, come fosse una sorta di novità; conoscere a memoria come prendono vita, come poterli uccidere o come fare per evitarli, non toglie affatto suspense in quei momenti carichi di tensione anzi, invoglia lo spettatore a non staccare lo sguardo, consapevole che dietro l’angolo si nasconda certamente una scena da cardiopalma. A dieci anni esatti dall’uscita della serie in Giappone, non avere un reale ‘avversario’ con cui competere la dice lunga sulla peculiarità di questo prodotto.

highschool of the dead anime 2010 serieChi decidesse oggi di intraprenderne la visione, non deve temere la ‘seccatura’ dell’ennesimo zombie mangia cervelli, né di sentire la noia sopraggiungere con l’avanzare della visione: i protagonisti eclettici, l’ambientazione affatto cupa e malinconica, e le scene d’azione ben realizzate, oltre che un misto di sketch esilaranti ed erotici, accompagnati da disegni ben realizzati e sottofondi musicali azzeccati, si lasciano alle spalle la paura di non essere più attuali, regalando allo spettatore una visione piacevole al pari di un prodotto di ultimissima generazione.

E così, sebbene sia vittima di una moltitudine di cliché e stereotipi davvero difficili da non cogliere, la focalizzazione su un tema poco affrontato nel mondo nipponico e la capacità di intervallare la sceneggiatura con dialoghi divertenti e scene inevitabilmente a luci rosse, inseriscono agilmente Highschool of the Dead tra i cult recenti del genere.

Di seguito la sigla di apertura di Highschool of the Dead: