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Voto: 5/10 Titolo originale: Dune: Prophecy , uscita: 17-11-2024. Stagioni: 1.

Dune: Prophecy, stagione 1: la recensione della serie dedicata alle Bene Gesserit (su SKY e NOW)

17/11/2024 recensione serie tv di Gioia Majuna

Emily Watson e Mark Strong sono al centro di un adattamento che soffre di una trama frammentata e poco coinvolgente, lontana sia dai film di Villeneuve che dall'epica di Il Trono di Spade, cui palesemente guarda

Dune Prophecy emily watson serie 2024

Quando un trend si trasforma in una tendenza? E cosa succede se una tendenza finisce per trasformarsi in una cattiva abitudine? E ancora, a che punto una cattiva abitudine diventa una richiesta di aiuto?

Negli ultimi due decenni, Hollywood ha sfruttato ogni proprietà intellettuale disponibile, spremendola a fondo per replicare i successi del passato. Dalla trilogia de Lo Hobbit ai film di Jurassic World fino a Star Wars, ogni franchise è stato rispolverato con l’intento di fare cassa, ottenendo spesso miliardi di dollari.

Tuttavia, anche l’avidità aziendale più collaudata sembra aver perso la bussola: l’ascesa dello streaming ha portato a una frammentazione delle fonti di guadagno un tempo affidabili, con una proliferazione di serie spin-off e prequel nella speranza di attirare abbonati e aumentare i profitti.

Dune Prophecy serie 2024 posterCon la nuova serie TV Dune: Prophecy, HBO spera di capitalizzare sull’incredibile popolarità dell’universo di Dune, ma questa espansione del franchise avrà realmente successo?

Dune: Prophecy e le ambizioni di HBO

Non si può attribuire tutta la responsabilità a Dune: Prophecy, ma il tentativo della HBO di sfruttare questa preziosa IP segna senza dubbio un nuovo capitolo nel percorso di Hollywood. Nel 2021, Denis Villeneuve ha compiuto l’impossibile adattando l’intricato romanzo di fantascienza di Frank Herbert, conquistando critica e pubblico.

Poi, tre anni dopo, ha continuato il progetto con Dune: Parte Due, rafforzando l’entusiasmo per il franchise. Ma era solo questione di tempo prima che il CEO della Warner Bros., David Zaslav, decidesse di sfruttare quella buona volontà per dare vita a una serie prequel di Dune destinata alla piattaforma streaming.

I segnali d’allarme c’erano già nel 2019: il progetto di Dune: Prophecy aveva subito ampie revisioni e modifiche ancora prima di partire. Tuttavia, anche la produzione più fluida non sarebbe riuscita a salvare una storia apparentemente forzata e, francamente, superflua.

Il nuovo progetto televisivo in 6 episodi, infatti, sembra svuotare la saga del suo fascino e spettacolo, sostituendoli con una versione meno coinvolgente e meno ambiziosa di Il Trono di Spade.

Un prequel lontano dall’epica di Dune

Immagina di tornare al 2011 e di vedere Game of Thrones iniziare non con una sequenza epica e intensa, ma con una lunga scena di flashback accompagnata da una narrazione in voice-over monotona e poco coinvolgente.

Dune: Prophecy offre proprio questa esperienza. Narrata da Valya Harkonnen (interpretata da Emily Watson), la serie guida gli spettatori attraverso la vasta mitologia dell’universo di Dune, saltando da un pianeta all’altro con una narrazione che sembra montata in modo frettoloso.

L’introduzione copre eventi chiave come la brutale guerra tra umani e macchine pensanti (la famosa Jihad Butleriana, ridotta però a una scena che ricorda l’inizio di Terminator 3), i primi giorni dell’ordine delle Bene Gesserit e l’antica rivalità tra le famiglie Atreides e Harkonnen. Tuttavia, ciò che sulla carta sembra interessante, nella pratica risulta meno intrigante e piuttosto frammentato.

La fonte d’ispirazione: Sisterhood of Dune

Questa stagione inaugurale di Dune: Prophecy, liberamente ispirata al libro Sisterhood of Dune di Brian Herbert (figlio di Frank Herbert) e di Kevin J. Anderson, si svolge ben 10.000 anni prima della nascita di Paul Atreides. Nonostante la promessa di mostrare il passato remoto del franchise, la serie fatica a immergere realmente lo spettatore in quell’epoca remota, trascurando di aggiungere elementi veramente innovativi o significativi ai temi esplorati nei film.

serie Dune Prophecy 2024Un potenziale sprecato: l’ordine delle Bene Gesserit

L’ordine delle Bene Gesserit, una confraternita di “streghe spaziali” che manipola la politica dell’Imperium, rappresentava un punto di partenza ideale per esplorare temi come il conflitto tra storia e profezia o la vera natura del potere.

Alcuni episodi cercano di affrontare questi temi, specialmente attraverso la determinazione di Valya e la sua convinzione di essere destinata a realizzare una profezia.

Tuttavia, la serie manca di slancio e non sviluppa mai realmente queste riflessioni in qualcosa di significativo. Inoltre, anche quando tenta di discostarsi dall’ombra dei film di Dune, Dune: Prophecy non può evitare paragoni scomodi con GoT, la serie alla quale sembra voler somigliare.

Politica, intrighi e confronti complicati con Il Trono di Spade

Nella serie, troviamo gli stessi ingredienti di GoT: intrighi politici, un trono (il Trono del Leone d’Oro) che corrompe chi lo brama, matrimoni combinati tra famiglie rivali per consolidare il potere e misteri di corte. Il tutto è arricchito con scene di sesso e nudità, nel tentativo di attrarre un pubblico giovane, e con il ritorno di Mark Addy che interpreta un personaggio simile al suo Re Robert Baratheon.

Ad ogni modo, mentre Il Trono di Spade riusciva a mantenere coerenza narrativa, Dune: Prophecy fallisce nel creare un senso di profondità e unità, lanciando un profluvio di nomi di casate e pianeti senza che il pubblico possa realmente afferrare la complessità di quest’universo.

Una produzione che rischia di autodistruggersi

Ironia della sorte, Dune: Prophecy è una serie che ruota attorno a forze cosmiche che portano alla loro stessa distruzione. Nonostante l’impegno del team creativo, un budget colossale e un cast che ci mette il massimo dell’impegno, nessuno di questi elementi riesce a portare il prequel a compimento.

I registi Anna Foerster, John Cameron e Richard J. Lewis adottano uno stile freddo e distaccato che rende difficile empatizzare con i personaggi. In definitiva, Dune: Prophecy potrebbe essere una delle serie più controproducenti del 2024, incapace di trasmettere l’intensità e la complessità narrativa del franchise di Dune.

dune prophecy serie 2024 beneLe difficoltà di raggiungere l’epica di Villeneuve

Se Denis Villeneuve aveva costruito la sua saga cinematografica intorno alla parabola di Paul Atreides, la showrunner Alison Schapker e il team di sceneggiatori sembrano lottare per trovare un arco narrativo altrettanto forte. Valya Harkonnen si distingue come figura chiave grazie alla performance penetrante (sebbene monotona) di Emily Watson e all’intensità di Jessica Barden, che interpreta la versione giovane del personaggio.

Tuttavia, a parte la dinamica tra le due sorelle e un episodio flashback ben riuscito, la serie soffre sotto il peso di troppi personaggi, molti dei quali poco memorabili.

Gli spettatori si trovano a seguire una serie di sottotrame prive di umorismo, con attori come Chris Mason nei panni del maestro di spada Keiran, Mark Strong nel ruolo dell’Imperatore Javicco Corrino e Jodhi May in quello della sua ambiziosa moglie Natalya. Le Bene Gesserit stesse non hanno abbastanza spazio per distinguersi l’una dall’altra, sebbene Jade Anouka e Chloe Lea abbiano almeno momenti significativi.

Dune: Prophecy e l’involuzione dei franchise

In sintesi, Dune: Prophecy rappresenta uno degli esempi più deludenti di espansione di franchise mascherata da TV di prestigio. Per una serie che si concentra su questioni di predestinazione e scelte, è ironico che non riesca a replicare il successo narrativo che progetti come House of the Dragon ha raggiunto.

Quello che avrebbe potuto essere una storia emozionante e unica si è trasformato nell’inevitabile risultato di una strategia commerciale poco lungimirante, lasciando il pubblico con una sensazione di incompletezza e di distacco, consapevole che il vero cuore narrativo è stato sacrificato per esigenze di mercato.

Di seguito trovate il full trailer doppiato in italiano di Dune: Prophecy, in esclusiva su SKY e Now dal 18 novembre: