Home » TV » Sci-Fi & Fantasy » Good Omens, stagione 2: la recensione dei 6 episodi senza Pratchett (su Prime Video)

Voto: 6.5/10 Titolo originale: Good Omens , uscita: 31-05-2019. Stagioni: 2.

Good Omens, stagione 2: la recensione dei 6 episodi senza Pratchett (su Prime Video)

30/07/2023 recensione serie tv di Marco Tedesco

Neil Gaiman supera a pieni voti la prova da 'solista', aiutato dalla chimica impagabile tra Michael Sheen e David Tennant

good omens 2 2023 tennant

La seconda stagione della serie Good Omens – appena messa a catalogo da Prime Video – è una storia di amicizia e di amore e, per citare Stelle cadenti di Terry Pratchett, è pura passione in un mondo ormai impazzito. Splendida, perfettamente interpretata dal cast e piena di allegria, è un po’ come un caldo abbraccio e una tazza di cioccolata calda in una giornata d’inverno … con una spruzzata di orrore macabro e di sapida commedia che si muovono appena sotto la superficie.

La prima stagione di Good Omens (la recensione) si basava su un romanzo fatto e finito (Buona Apocalisse a tutti!) scritto da Terry Pratchett e Neil Gaiman, il che significava che era una storia autoconclusiva. Ecco perché la maggior parte dei suoi personaggi e delle sue trame – Adam e compagni, Agnes Nutter, Anathema e i Quattro Motociclisti dell’Apocalisse – non compaiono in queso nuovo ciclo di episodi (anche se, ovviamente, non bisogna perdere di vista i curiosi Easter Egg disseminati in giro …).

Ma soprattutto, la prima stagione di Good Omens era stata la storia dell’amicizia improbabile tra il demone Crowley e l’angelo Aziraphale. Sono loro infatti i veri protagonisti del libro e indiscutibilmente le star della serie televisiva, interpretati alla perfezione da David Tennant e Michael Sheen.

good omens 2 2023 posterE il fatto che la seconda stagione di Good Omens si concentri quasi interamente sulla strana coppia, oltre ad alcuni dei loro compagni angeli e demoni, non è una sorpresa.

Neil Gaiman ha spiegato alla rivista SFX che lui e Terry Pratchett avevano parzialmente sviluppato la trama per un sequel del romanzo, ma che sarebbe stata la base di un’ipotetica terza stagione, con la seconda stagione a fare da ponte tra le due.

L’influenza di Pratchett – che è scomparso nel 2015 – rimane ovviamente molto presente: si possono trovare chicche nascoste e alcune battute che saranno molto familiari ai fan del Mondo Disco. Rob Wilkins, il responsabile della proprietà letteraria di Pratchett, era presente per essere, come da lui stesso ammesso, “la voce di Terry Pratchett … sulla Terra”.

Si tratta quindi di una stagione basata sul lavoro di Terry Pratchett e di Neil Gaiman, anche se quest’ultimo è stato coinvolto più direttamente.

Mettendo da parte gli elementi da storia d’avventura britannica per bambini della prima stagione, i 6 nuovi episodi abbracciano pienamente una storia che parla di Paradiso e Inferno e di demoni e angeli bloccati nel mezzo, sulla scia di Lucifer (anch’essa basata su opere di Neil Gaiman) o di Supernatural (fortemente influenzata dai lavori di Gaiman).

Tutto ciò è positivo, perché per quanto il resto di Good Omens sia divertente, Crowley e Aziraphale sono il suo cuore pulsante e ciò che farà sì che il pubblico rimanga incollato fino alla fine. La loro storia comune è uno degli aspetti che la seconda stagione riesce ad approfondire e a plasmare meglio.

Per fare un esempio, la mezz’ora di apertura del terzo episodio della prima stagione, Tempi Difficili, che seguiva i momenti salienti dell’amicizia tra Crowley e Aziraphale attraverso i millenni, è stata probabilmente l’aggiunta più significativa al libro della prima stagione ed è stata una delle sequenze preferite dagli spettatori (ed è anche, per coincidenza, simile a una delle mezz’ore più apprezzate di The Sandman, anch’essa scritta incidentalmente da Neil Gaiman …).

La seconda stagione di Good Omens offre una profondità ancora maggiore alla storia dell’amicizia tra Crowley e Aziraphale attraverso l’intera storia dell’umanità, e le lunghe sezioni dedicate alla loro storia personale sono davvero coinvolgenti e spassose da guardare (specie in lingua originale).

Anche l’horror è però un fulcro di Good Omens, dal momento che nasce a monte come una rielaborazione del classico Omen – Il presagio (l’idea di fondo era, per chi non lo sapesse, “e se l’Anticristo fosse in realtà un normalissimo ragazzino inglese?”). E i fan dell’horror e della black comedy non rimarranno delusi da questa stagione.

Mentre il primo episodio, The Arrival, si concentra sull’impostare la storia che seguirà e sul mistero del perché Gabriele (Jon Hamm) si sia presentato senza preavviso alla porta di casa di Aziraphale, i successivi incorporano senza soluzione di continuità elementi più macabri e cupi, in modo comunque del tutto appropriato per una serie il cui co-protagonista è un demone.

Naturalmente, non mancano i momenti più leggeri e simpatici. Si tratta pur sempre di uno show che porta il nome di Terry Pratchett sui titoli di coda, il genio della ‘sketch-comedy radiofonica’ John Finnemore è tra i co-sceneggiatori, e Neil Gaiman non è certo uno sprovveduto quando si tratta di umorismo.

Le risate sono sottili e gentili come quelle che si addicono a un’uggiosa serie britannica, che per la maggior parte si svolge in una libreria. Le troviamo nelle divertenti insegne dei negozi, nei piani che vanno a monte, nei battibecchi tra coppie e negli equivoci. Il tono generale mantiene il tocco delicato stabilito nella prima stagione, svolgendosi in una realtà leggermente ‘aumentata’ in cui il flusso costante di umorismo risulta naturale.

good omens 2 serie hammIl cast, diretto dal regista scozzese Douglas Mackinnon, è brillante come sempre. David Tennant e Michael Sheen potrebbero guardare insieme la vernice che si asciuga su un muro e riuscirebbero a farci divertire, mentre gli angeli Jon Hamm, Doon Mackichan (Michele) e Gloria Obianyo (Uriel) fanno tutti un lavoro altrettanto adeguato la compito, raggiunti dal nuovo arrivato Quelin Sepulveda nel ruolo di Muriel.

Alcuni attori della seconda stagione sono tornati in nuovi ruoli scritti appositamente per loro, come Nina Sosanya e Maggie Service, ex suore chiacchierone e ora proprietarie del negozio di Whickber Street, con Miranda Richardson che appare decisamente divertita nel ruolo di un demone, Shax, in un ruolo più grande di quello che aveva in precedenza.

Buona Apocalisse a tutti! si concludeva sul protagonista originario, Adam, e con un accenno speranzoso al suo futuro. Sarebbe forse bello, qualora la serie venisse rinnovata, fare il punto proprio su Adam e sul suo cane, su Anathema e Newt, e persino sul signor Shadwell. Ma per il momento, questa stagione di Good Omens incentrata su angeli e demoni racconta una storia strettamente ‘controllata’ che parla, secondo le parole di Jane Austen, di amore e amicizia.

Insomma, sapendo che si tratta di una ‘fermata’ tra la prima e l’auspicata terza stagione, Good Omens 2 supera ampiamente le traballanti aspettative iniziali, anche se potrebbe lasciare qualcuno un po’ deluso dal finale.

Se ha un difetto, potrebbe essere quello di essere quasi troppo ‘dolce’ (elementi di body horror a parte), ma francamente, un po’ di zucchero non è quello di cui tutti abbiamo bisogno?.

Di seguito trovate il trailer italiano della seconda stagione di Good Omens, nel catalogo di Prime Video dal 28 luglio: