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Voto: 7/10 Titolo originale: Good Omens , uscita: 31-05-2019. Stagioni: 2.

Good Omens (stagione 1) | La recensione della miniserie Amazon con Michael Sheen e David Tennant

30/06/2019 recensione serie tv di William Maga

Il romanzo fantasy umoristico scritto da Neil Gaiman e Terry Pratchett prende vita lungo 6 episodi coloratissimi, che mettono al centro l'ineffabile amicizia millenaria tra un angelo e un demone con l'Apocalisse a fare da sfondo

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Premessa. Buona Apocalisse a tutti! / Good Omens è un romanzo scritto a quattro mani da Neil Gaiman e Terry Pratchett pubblicato la prima volta nel 1990. A quel tempo, il primo era ancora fondamentalmente uno sconosciuto in Italia, per lo più famoso per il suo lavoro sulla sua innovativa serie a fumetti di Sandman (iniziata nel 1989). Aveva anche co-sceneggiato Ghastly Beyond Belief (1985), una raccolta delle frasi più assurde o tremende tratte da film o libri di fantascienza, e un compendio a Guida galattica per gli autostoppisti, ma Buona Apocalisse a tutti! fu a tutti gli effetti il suo primo romanzo pubblicato.

Il nome di punta all’epoca era quindi quello di Terry Pratchett, autore con alle spalle già nove titoli della sua famosissima serie fantasy Discworld/ Mondo Disco, iniziata nel 1983 e arrivata a contare ben 41 libri alla morte dello scrittore nel 2015.

good omens serie amazon posterBuona Apocalisse a tutti!, concepito come una parodia dell’horror Il presagio (The Omen), diretto da Richard Donner nel 1976, prende appunto in giro alcuni elementi specifici del lungometraggio: ad esempio, il figlio nato morto di un diplomatico americano là veniva ‘sostituito’ con l’Anticristo da un prete, mentre qui due neonati vengono ‘scambiati’, con l’Anticristo che finisce per sbaglio adottata da una coppia britannica appartenente al ceto medio.

Sono presenti le scene con la bambinaia, mentre il segugio infernale che accompagna il figlio del Diavolo qui si trasforma in un normale e innocuo cucciolo. Secondo il classico stile di Terry Pratchett, nelle pagine troviamo numerose stoccate alla Bibbia e all’Apocalisse di Giovanni, col Numero della Bestia utilizzato come semplice suffisso telefonico. Ma ci si fa beffe anche di ogni sorta di altre spunti, dalle profezie di Nostradamus, al film Il Grande Inquisitore di Matthew Hopkins del 1968 e i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse.

A dirla tutta, aggiungendoci gli interventi periodici della Voce narrante di Dio stesso, è probabile che a molti sia tornato alla mente proprio Douglas Adams (un autore a cui Terry Pratchett è stato spesso paragonato a inizio carriera) e che sia Buona Apocalisse a tutti! che la serie da poco diffusa possano facilmente essere riassunti come “L’Apocalisse biblica secondo Douglas Adams“.

In ogni caso, come ci ha confermato in esclusiva Neil Gaiman in persona qualche mese fa, un potenziale adattamento cinematografico del romanzo diretto da Terry Gilliam era nei piani già durante gli anni ’90 e ’00, sebbene non abbia mai trovato i fondi necessari a partire. Poi, probabilmente a seguito del successo di American Gods, ce l’ha finalmente fatta a diventare una miniserie televisiva della BBC trasmessa ora in 6 episodi da un’ora su Amazon Prime. Con la morte prematura di Terry Pratchett, la sceneggiatura dell’adattamento è stata scritta da Neil Gaiman (che si ritaglia anche un cammeo nel cinemino dove proiettano il film animato coi conigli nell’episodio 4), con la regia dello show affidata al veterano Douglas MacKinnon (Doctor Who, Jekyll, Sherlock e Dirk Gently – Agenzia di investigazione olistica).

good omens serie amazon 2019La storia segue l’angelo dal cuore d’oro ma dalle scarse capacità pratiche Aziraphale (Michael Sheen), e la sua improbabile amicizia millenaria con il demone ribelle Crowley (David Tennant), che rimangono invischiati nel piano che da lì a 11 anni avrebbe portato l’Anticristo a scatenare la biblica Apocalisse sulla Terra. I due però decide di contrastare gli eventi, poiché non intendono rinunciare al divertente status quo in favore di una noiosa eternità.

Scambiato alla nascita per errore, il figlio del Diavolo comincerà inevitabilmente – nonostante il ‘depistaggio’ – a compiere il suo destino, affiancato dal un mastino infernale e dai Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, con le forze del Paradiso e dell’Inferno prontissime a fronteggiarsi una volta per sempre per capire chi sia il più forte, non curandosi del destino dell’umanità.

La presenza di uno degli autori agli script garantisce a Good Omens estrema fedeltà al materiale originario, senza pericoli che qualche aspetto potesse essere decurtato, cambiato o alterato in qualche modo (magari per problemi di possibile ‘censura religiosa’). Neil Gaiman ha deciso di inserire tutte le molteplici trame scritte quasi 30 anni fa, gli archi narrativi di ogni personaggio e ogni battuta in maniera assolutamente aderente a come li si trova sulle pagine cartacee, riuscendo persino a mantenere l’abitudine costante di Terry Pratchett di scrivere divagazioni e note comiche a piè di pagina tramite l’introduzione della voce di Dio fuoricampo (che è di Frances McDormand).

Good Omens miniserie amazon 2019Good Omens funziona affabilmente, soprattutto grazie alla palpabile – e fondamentale – alchimia tra i due protagonisti Michael Sheen (Masters of Sex) e David Tennant (che sembra essersi ispirato a Bill Nighy nella sua performance), nemici giurati per definizione ma ‘ineffabilmente’ amici fin dai tempi del giardino dell’Eden.

Va detto – cosa non sempre scontata nelle trasposizioni – che è quasi sicuro che chi abbia letto il romanzo apprezzerà a un livello superiore il veder prender vita in modo tangibile a molte delle situazioni descritte su carta, cogliendone doppiamente l’ironia e la sagacia. Tutti gli altri, specie se poco avvezzi al british humour, potrebbero invece risultarne solo vagamente divertiti, nulla più, mentre sicuramente godranno allo stesso modo dei costumi e della messa in scena, curatissimi.

Chiaramente, ma non è una novità, guardandola doppiata Good Omens perde ulteriormente di significato e di importanti sfumature. Il cast è infatti prevedibilmente composto quasi esclusivamente da attori britannici: abbiamo i cammei di David Morrissey (The Walking Dead), Bill Paterson, Anna Maxwell Martin, Steve Oram, Reece Shearsmith, Mark Gatiss (Il Trono di Spade) e Steve Pemberton, così come di Brian Cox (Braveheart – Cuore impavido) e Benedict Cumberbatch (Doctor Strange), che hanno prestato le voci rispettivamente alla Morte e a Satana.

Paul Chahidi e Jon Hamm in Good Omens (2019)L’accordo di coproduzione internazionale di Good Omens ha comunque implicato l’impiego anche di un certo numero di attori americani: Michael McKean (Better Call Saul), che scimmiotta un improbabile accento scozzese nei panni del Sergente Cacciatore di Streghe Shadwell, e artisti del calibro di Jon Hamm (Mad Men), nei panni dell’Arcangelo Gabriele, Mireille Enos (The Killing) e la già citata Frances McDormand (Tre manifesti a Ebbing, Missouri).

Scelte di casting perlopiù azzeccate, anche se non tutti hanno il tempo di sviluppare a dovere i rispettivi personaggi e personalità, dove forse l’unica eccezione che balza un po’ all’occhio è rappresentata dalla portoricana Adria Arjona (Pacific Rim – La rivolta), chiamata a interpretare un ruolo – quello della giovane strega Anathema Device – che sulle pagine di Buona Apocalisse a tutti! viene descritta come una ragazza ‘non bella in modo sorprendente e dal viso pallido’. 

Se una critica può essere mossa, è che forse quasi 6 ore di durata siano alla fine addirittura troppe (un problema riscontrabile anche, per restare in tema, con la seconda stagione di American Gods), con la sensazione che nessuno si sia nemmeno azzardato a suggerire a Neil Gaiman di tagliare qualcosa in più di quanto fatto qua e là per rendere ulteriormente scorrevole e diretta una storia che cambiando di medium ne avrebbe giovato. Come conseguenza, l’ultimo giorno dell’umanità prima dell’Armageddon viene ad esempio ‘distillato’ lungo ben tre segmenti da 60 minuti ognuno, una scelta che porta a risolvere la questione centrale più o meno all’inizio del sesto episodio, col restante minutaggio che diventa una dilatata felice chiusura di tutti gli altri filoni narrativi cominciati in precedenza.

In definitiva, sebbene si rimanga affascinati dai colori vibranti e dai molti esilaranti momenti di delizioso umorismo che tocca religione, cultura popolare, telefoni cellulari e raccordi autostradali, non si può tenere lontana la sensazione che – nonostante la premessa – l’impianto generale sia un po’ leggero e che Good Omens si riveli essenzialmente come un’avvincente storia di un’amicizia improbabile, una sorta di rom-com indefinita tra due creature immortali con la fine del mondo a fare da eccentrico sfondo. Se vi accontentate di questo – e non è certo poco – questo è il prodotto in streaming che vale la pena di guardare (magari anche in binge watching).

Di seguito trovate – sulle note di Under Pressure dei Queen – il full trailer internazionale (che ci permette di apprezzare le voci originali) di Good Omens, nel catalogo Amazon dal 31 maggio :