Voto: 7/10 Titolo originale: His Dark Materials , uscita: 03-11-2019. Stagioni: 4.
His Dark Materials (Stagione 1) | Recensione della serie HBO (Queste Oscure Materie)
18/02/2020 recensione serie tv His Dark Materials di Ghismore
La prima parte della trilogia fantasy scritta da Philip Pullman arriva sul piccolo schermo con un adattamento dalla resa più che soddisfacente, anche grazie alle prove di Dafne Keen, Ruth Wilson e James McAvoy
Nel multiverso mediale degli adattamenti per il grande e piccolo schermo esiste una piccola chicca ampiamente sottovalutata dalla neonata generazione di divoratori seriali, i ‘millennials’ del cinema. Solo pochi, fra questi, avranno forse letto i libri prima di godersi una delle serie TV più raffinate mai realizzate dall’industria dei media: stiamo parlando di His Dark Materials, tradotto in Queste Oscure Materie, di Philip Pullman, autore inglese e padre di uno degli universi più originali scritti sulle pagine dei libri di letteratura fantastica.
Sì, mai come in questo caso la recente serie HBO rende omaggio al romanzo originale. Per capire di che cosa stiamo parlando abbandonate per un attimo gli ultimi draghi di Valyria (forse sarebbe più opportuno dire ‘l’ultimo’), i mostri del Continente e le pietre magiche di Shannara e, soprattutto, dimenticatevi del film di Chris Weitz del 2007, La Bussola d’Oro. Già, niente di tutto questo. Anzi, molto di più, assolutamente molto di più. Bisogna infatti dare a Cesare quel che è di Cesare: sì, perché se di draghi e di lupi tutti hanno imparato a parlarne, sia per farci un bel libro posticcio o per aumentare gli zeri sul proprio conto in banca, non farlo è qualcosa di assolutamente più nobile. Come? Pensavate che parlare di elfi e draghi fosse una cosa facile? Non lo è, davvero, e non è nemmeno l’unico modo per parlare di fantasy.
La penna in questione è quella dell’appena citato Philip Pullman e della sua saga His Dark Materials – Queste Oscure Materie, anch’essa vittima-protagonista, più di un decennio fa, del potere fagocitante del grande schermo hollywoodiano. Dopo il primo film della saga, dal titolo La Bussola d’Oro, i produttori hanno ben pensato di abbandonare la possibile trilogia per via della crisi economica del 2008, lasciando di fatto incompleto il sogno di milioni di appassionati di fantasy e fantascienza che avevano appena capito come utilizzare la luccicante bussola d’oro della piccola Lyra Belacqua.
Un po’ la stessa sorte toccata al ciclo del poco convincente Eragon di Christoper Paolini e la sua dragonessa azzurra Saphira, il cui progetto fu però abbandonato anche per il pessimo riscontro di critica e pubblico (la rivista britannica Empire lo ha addirittura piazzato al 36° posto nella lista dei 50 peggiori film di tutti i tempi votata dai lettori).
Qui, invece, nella prima stagione di un universo dalle tinte vittoriane, s’incontrano non pochi pregi: la regia, abilmente orchestrata tra performance attoriali capaci di rendere giustizia a un libro tradito da logiche prettamente commerciali con il film del 2007, e un montaggio mai insensatamente frenetico che dimostra invece una profonda consapevolezza in quello che Murakami ha definito il ritmo della narrazione; la fotografia, in grado di rievocare l’atmosfera un po’ cupa e algida dell’Inghilterra di fine Ottocento che enfatizza la rivalità sociale fra il Magisterium (ricco e spietato), impersonificato da discepoli sempre vestiti di nero, e i nomadi gyziani (buoni e poveri), proiezione popolare dei nostri Re Magi; il cast, un dosatissimo mix di attori capaci e preparati pronti a trovare il loro posto come i pezzi di un puzzle.
Già dal primo episodio, Il viaggio di Lyra, emerge infatti una profonda verità: His Dark Materials – Queste Oscure Materie non è il solito fantasy trito e ritrito, in primis per la capacità degli autori di non inciampare nei tipici cliché del genere, che sono anche croce e delizia della sterminata letteratura fantasy rievocata in fretta e furia sul grande schermo. Ma anche per l’ambientazione, che non è così forzatamente fantastica da imporci di stringere il famoso ‘patto di finzione’, e quindi assolutamente fedele alle pagine che compongono la trilogia cartacea; tutto è scorrevole e lo spettatore è piacevolmente coinvolto nelle indagini della piccola protagonista (Dafne Keen) come se questa lo stesse davvero prendendo per mano.
His Dark Materials – Queste Oscure Materie è una serie composta da 8 episodi e prodotta da HBO (sì, la stessa di Il Trono di Spade, True Detective e Westworld, solo per citarne alcune), con una trama orizzontale. ‘Solo’ otto? No, tutt’altro. Se la prassi ci ha abituato a show televisivi (o in streaming) caratterizzati da interminabili elenchi di episodi dove il Male e il Bene non fanno altro che ‘passarsi la palla’ (Gotham e The Walking Dead su tutti), lo sceneggiatore Jack Thorne sembra aver abilmente intuito come invertire questa tendenza nociva, se non addirittura tossica, comune alla gran parte del repertorio seriale. Non a caso, stiamo parlando della stessa penna che si nasconde dietro al testo teatrale di Harry Potter e la Maledizione dell’Erede, scritto a sei mani insieme a J.K. Rowling e John Tiffany, che a Londra ha sbancato il botteghino.
In soli otto episodi, His Dark Materials – Queste Oscure Materie si presenta con un’azione efficacemente dosata dall’inizio alla fine; otto piccoli frammenti di un’ora circa in cui i personaggi principali evolvono e maturano senza correre il rischio di (s)cadere nella ridondanza di espedienti e situazioni forzatamente ripetuti. Gioiello di questa serie dal fascino tutto british, girata fra il Regno Unito e l’Artide, è il legame indissolubile fra gli umani e i loro daimon, una sorta di proiezione dell’anima sotto forma di animale, nonché il legame sancito dalla presenza della polvere tra essi, la ‘materia oscura’ della situazione che il terribile Magisterium (una sorta di moderna Inquisizione) sta indagando con mezzi e metodi tutt’altro che pacifici.
A fare le veci della cattiva è la signora Coulter (Ruth Wilson, in una magistrale interpretazione fredda e distaccata) alla quale il Magisterium ha affidato una vera e propria ‘task force’ con l’obiettivo di separare i bambini dalla loro natura fanciullesca prima della completa stabilizzazione del daimon stesso, considerato l’origine del Peccato originale. Sono proprio i daimon, semplici animali realizzati senza pacchiani effetti speciali, ad incarnare un desiderio ancestrale insito in ognuno di noi: poter vedere, osservare e interagire con la nostra stessa anima e al tempo stesso parlarle.
C’è, in questo, la vera essenza di His Dark Materials – Queste Oscure Materie, al di là della digressione narrativa volta all’indagine della polvere: quella catarsi aristotelica tradotta in chiave moderna che non è più un evento raro e prodigioso come il gesto spropositato di Medea verso i suoi figli, ma una sorta di simulacro vivo e vegeto che, proprio per il semplice fatto di essere soltanto un animale, ci permette di tenere lo sguardo e i piedi a terra.
Protagonista della storia è la piccola e impavida Lyra Belacqua, una sorta di Gian Burrasca (molto più britannica e senza la pappa al pomodoro …) che non ha nulla da invidiare alla temeraria Arya Stark di Westeros. Abbandonata dai suoi genitori, Lyra viene affidata alle cure dello zio, Lord Asriel (James McAvoy), che sembra voler contendersi a tutti i costi il ruolo di cattivo principale di His Dark Materials – Queste Oscure Materie insieme alla signora Coulter. Infatti, ossessionato dai segreti racchiusi nella polvere, Lord Asriel abbandona la piccola Lyra nell’Oxford College di un universo parallelo al nostro insieme al suo ermellino Pantalaimon, con lei che è chiamata a scoprire perché tutti siano così ossessionati dalla polvere grazie all’aiuto di una bussola d’oro che dice sempre la verità, l’Aletiometro.
Unico cruccio, il focus mancato sul personaggio di Lord Asriel, quasi completamente assente in tutti gli episodi, che di fatto non è altro che il più grande vuoto nella mente di Lyra e che forse, a pensarci bene, avrebbe soltanto rischiato di appesantire uno dei rari e più riusciti tentativi di adattare un libro per il piccolo schermo.
Insomma, quello dei daimon e della polvere (il soffio divino della creazione) è un mondo abilmente dipinto con tutto il suo scafandro di tradizioni popolari, i gyziani (un popolo nomade e ribelle) e la magia (streghe e orsi polari in lotta fra loro), sì intriso di un’innata spontaneità primordiale (gli animali parlanti non sono soltanto animali parlanti, come i bambini non solo bambini), ma anche intaccato dalla cinica ossessione degli adulti per il potere e il controllo.
La strada di Lyra è tutt’altro che segnata: convinta di aver raggiunto il vertice di una piramide fatta di dubbi e segreti, e ritrovatasi di fronte all’entrata di un mondo parallelo (il nostro), la piccola detentrice dell’Aletiometro s’immerge in un varco di polvere aurorale che non fa altro che alludere a una prossima e giustamente reclamata seconda stagione (ispirata a La Lama Sottile) di una saga imperdibile sia per cinefili che per i topi di biblioteca.
Ma che voi siate cinefili o topi fa poca differenza, perché leggere un libro sarà comunque un’esperienza unica e irripetibile, un po’ come sapere di avere il barattolo di Nutella sempre pieno prima di tirare fuori una fetta di pane. Popcorn alla mano, non resta allora che premere play … ma non prima di aver letto i libri!
Di seguito il trailer di His Dark Materials – Queste oscure materie, trasmesso in esclusiva in Italia su Sky:
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