Ramin Bahrani alla regia dell’adattamento di Fahrenheit 451 per la HBO
13/04/2016 news di Redazione Il Cineocchio
E' la prima volta dal 1966 che si tenta di riportare sullo schermo l'opera di Ray Bradbury
Pochi libri posseggono una reputazione ineccepibile quanto Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Quello che è diventato un classico della contro-cultura ha quasi da subito avuto quel tipo di potere di ‘risvegliare’ le coscienze come solo pochi altri autori hanno saputo fare, come ad esempio J.D. Salinger o George Orwell. La storia, che si svolge in un mondo distopico in cui i vigili del fuoco appiccano incendi per eliminare tutti i libri, potrebbe trasformare in un misantropo o in un attivista convinto un qualsiasi adolescente dopo la prima lettura.
Non è del tutto sorprendente, quindi, che si tratti di un’opera che nel tempo ha allo stesso tempo tentato molti registi e ma spaventandoli anche allo stesso modo, con una sola eccezione. Si tratta di Francois Truffaut, che ne ha realizzato un adattamento piuttosto brillante e personale nel 1966, riconosciuto come uno dei suoi film a colori più memorabili. Da allora non vi è stato alcun altro tentativo di adattamento cinematografico del materiale originale, al di là di alcune voci nei primi anni ’90. Ora però la HBO ha deciso di imbarcarsi nella produzione del proprio adattamento del racconto da incubo di Bradbury, e ha affidato a Ramin Bahrani (99 Homes) la regia dell’intero progetto.
Si tratta di una scelta interessante, considerando che il regista fino ad ora si è concentrato su racconti realistici e attuali riguardanti situazioni difficili. La sua opera di debutto, Man Push Cart, e il successivo Chop Shop, hanno affrontato le esperienze degli immigrati in America, indagando oltre il razzismo e la persecuzione religiosa e focalizzandosi su problemi come il lasciare il proprio paese per andare a caccia di una opportunità. Da allora, il regista ha realizzato altri tre film accolti molto bene dalla critica, tra cui Goodbye Solo, e At Any Price con Dennis Quaid e Zac Efron.
In altre parole, Bahrani non ha mai avuto a che fare con racconti troppo fantasiosi, sia per quanto riguarda la produzione che per i costumi, né tanto meno si è trovato alle prese con il futuro o le dimensioni parallele. Farenheit 451 potrebbe quindi rivelarsi un banco di prova importante per far vedere al pubblico di cosa è capace se costretto a fare i conti con del materiale lontano dalla sua solita sensibilità.
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