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Riflessione | Quando Dario Argento si diede allo spot thriller, ispirandosi ad Alfred Hitchcock

17/03/2020 news di Redazione Il Cineocchio

Nel 2002 il regista di Profondo Rosso girava a modo suo alcune pubblicità per la TV italiana, coinvolgendo anche la figlia Fiore davanti alla mdp

dario argento eridania spot

Alfred Hitchcock, che certo era un buongustaio, usava i dadi da brodo? Una domanda che forse qualcuno si è fatto nella primavera del 2002, quando partiva sulle reti Rai e Mediaset la campagna di tre settimane ‘La vita prende sapore‘ della Knorr, che avrebbe associato il nome del maestro del brivido per eccellenza a dadi, risotti e brodi granulari per merito del suo ‘erede’ italiano – e grande fan – Dario Argento il quale, per l’occasione, aveva inventato quello che venne ribattezzato per l’occasione lo spot thriller.

Era infatti stato il regista di Profondo Rosso e Suspiria a girare i tre spot da batticuore in versioni da 45, 30 e 5 secondi in cui il riferimento comune era proprio a un classico del mago del brivido, La finestra sul cortile del 1954, mentre per la colonna sonora era stata presa a prestito quella magnifica di Marnie (1964), opera del grande Bernard Herrmann.

Ma come si fa a costruire un giallo in meno di un minuto? “Bisogna usare al massimo la professionalità, non prendere il lavoro sottogamba come molti ancora fanno, usare tecniche digitali, sapere creare una situazione con due inquadrature e avere il gusto della citazione. Insomma un impegno vero, di cui sono contento”. Così spiegava Gianfranco Mirabelli, direttore creativo dell’agenzia DDB, che intendeva con la sua idea mettere per qualche ragione in guardia le massaie italiane, probabile target di riferimento della sua pubblicità, costringendole ad associare da lì in avanti i minestroni a qualcosa di angosciante.

dario argento spot AIMA vicolo ciecoL’allora 61enne Dario Argento costruì, distillando i terrori del suo inconscio, tre mini storie di paura avvolte in una cornice comune: il fotografo James Stewart, ovvero Riccardo Acerbi, che se ne sta alla finestra col suo teleobiettivo e la gamba ingessata accanto a una nuova Grace Kelly, che è poi la figlia maggiore del regista, la stilista Fiore Argento, che indossa abiti suoi (ed anche nel celebre film la futura principessa di Monaco si occupava di moda).

Mi piace lavorare in famiglia“, spiegava il regista. “Sto scrivendo un nuovo giallo in cui tornerò a lavorare con Asia” [probabile riferimento a Il Cartaio, uscito nei cinema nel 2004, ma interpretato invece dalla sorellastra Fiore].

Da quella famosa finestra sul cortile, i due interpreti vedono scorrere davanti ai loro occhi dei mini ‘thriller’ che finiscono fumanti serviti a tavola: un urlo fa conoscere una coppia in giardino che sembra abbia cattive intenzioni; una donna è svenuta in un appartamento e un uomo sembra volerle far del male; un’altra sventurata ha il collo nelle mani di un tipo che la sta strangolando. Ma si tratta, naturalmente, sempre di grandi equivoci.

Ma perché la scelta ricadde proprio Alfred Hitchcock? “Perché lo adoro, non saprei dire i titoli preferiti: tutti”. E come Dario Argento si era scoperto pubblicitario? “Non ho mai avuto pregiudizi sugli spot, ci sono colleghi bravissimi come Claude Lelouche, Ridley Scott e Wim Wenders che ne hanno fatti, solo che per me non coincidevano mai i tempi. Ma non sono un debuttante: in 30 anni ho già lavorato per la pubblicità sociale sul morbo di Alzheimer [nel 1999], per la Fiat International [nel 1986] e per Eridania [sempre nel 2002], dove ho fatto per la prima volta anche l’attore”.

Il regista spiegava poi come fosse cambiato, a suo modo di vedere, il mondo della pubblicità. “Oggi è libera, le ditte lasciano l’autore padrone di scegliere l’ispirazione, correggerla, controllarla, mentre un tempo bisognava obbedire ai padroni del vapore”. A quei tempi, Dario Argento era un bambino che vedeva Carosello alla televisione e poi andava a letto a cullarsi nei suoi primi incubi. Di quell’epoca mitologica ha ricordi magnifici. Già allora preferiva i gialli dell’ispettore Rock (Cesare Polacco): “Ma mi piacevano anche i cartoni e ammiravo il fatto che nei Caroselli recitassero tutti i più grandi attori del momento. Oggi le star hanno ripreso, senza più vergognarsi. Ora ci sono spot con Sean Connery, Richard Gere, Brad Pitt, Gwyneth Paltrow: siamo professionisti, la pubblicità è un lavoro serio“.

Curiosamente, dopo questa serie di spot Dario Argento non ha più lavorato per la pubblicità.

Di seguito trovate l’ironico spot girato per Eridania e sotto quello più ‘teso’ per l’AIMA (Associazione Italiana Malattia di Alzheimer), intitolato ‘Vicolo Cieco’ (purtroppo di quelli per Knorr non si trova traccia alcuna …):