Voto: 8/10 Titolo originale: Star Wars: Visions , uscita: 22-09-2021. Stagioni: 4.
Star Wars: Visions, la recensione dei 9 corti animati (su Disney+)
23/09/2021 recensione serie tv Star Wars: Visions di William Maga
L'antologia frutto del lavoro di sette studi del Sol Levante inietta una dose di freschezza stilistica e tematica nella longeva saga, riagganciandola alle sue radici
Togliamoci subito il dente: Star Wars: Visions è meraviglioso, un piacere per gli occhi dal primo all’ultimo dei suoi 9 episodi, anche se tende ad adagiarsi sullo stesso soggetto da un cortometraggio all’altro. Ma l’eccessiva dipendenza del progetto dalle storie dei Jedi è più che giustificata. Dopotutto, George Lucas ha pesantemente saccheggiato la storia e le tradizioni dei samurai per tratteggiare le vicende dei suoi ‘maghi spaziali’ che brandiscono spade laser. Così, è corretto che i sette studi di animazione giapponesi riuniti per dare vita al nuovo prodotto originale di Disney+ abbiano avuto carta bianca per reinterpretare – nei limiti – l’assodata tradizione a stelle e strisce.
Non entreremo in pesanti spoiler in questa recensione, poiché ogni spettatore dovrebbe davvero scoprire ognuna di queste storie per conto suo. Inoltre, poiché la maggior parte dei corti di Vision dura meno di 20 minuti, rivelare anche i più piccoli colpi di scena può rovinare interi episodi. Quello che possiamo dire è che ogni segmento fa un ottimo lavoro nel catturare l’atmosfera classica di Star Wars, offrendo allo stesso tempo qualcosa di nuovo, che sia visivamente, tematicamente o anche solo una nuova prospettiva su una situazione familiare.
Non si esagera nell’affermare che non c’è un film ‘brutto’ in questa raccolta, ma ci sono ovviamente alcuni apici che faranno venire la voglia di essere visti almeno un paio di volte e che rimarranno particolarmente impressi.
Lo Studio Kamikaze Douga, che potreste conoscere per Batman Ninja e Le bizzarre avventure di Jojo, offre una rivisitazione visivamente sbalorditiva e monocromatica della tradizione Jedi che riporta i più grandi eroi della Lucasfilm alle loro radici giapponesi. “Il Duello“, incentrato su un misterioso vagabondo di nome Ronin, è allo stesso tempo una vetrina per nuove idee su spade laser, cristalli kyber e duelli, nonché un’ode al Yojimbo di Akira Kurosawa, uno dei tanti film che hanno ispirato la galassia lontana lontana di George Lucas. È il primo film della collezione, e in qualche modo una dichiarazione di intenti per il resto di Star Wars: Visions.
Un altro dei top player è “La sposa del villaggio“, che, sebbene sia anche splendidamente animato in uno stile 2D disegnato a mano che purtroppo non viene spesso utilizzato per Star Wars (e dovrebbe esserlo …), introduce un tema ambientale che permea il resto della collezione, specialmente lo straziante “Lop & Ocho” e l’estremamente puccioso “T0-B1“. Molte di queste storie esaminano la connessione degli eroi e dei villain con la natura e il modo in cui influenzano gli ambienti che li circondano, una prospettiva che non vediamo spesso nei film al di là dei cattivi che fanno esplodere le cose.
In “La sposa del villaggio”, osserviamo un gruppo di personaggi andare in pellegrinaggio per rendere omaggio alla bellezza naturale del loro pianeta mentre un altro solca incautamente una foresta sacra. In “Lop & Ocho”, una famiglia fa i conti con l’occupazione imperiale e con come potrebbe cambiare irrevocabilmente il paesaggio del loro pianeta. I piccoli droidi di “T0-B1” sono determinati a portare la vita su un pianeta sterile. Anche se tutti gli esseri viventi sono collegati attraverso la Forza, Visions è una delle poche storie di Star Wars in cui gli eroi si preoccupano davvero dello stato naturale dei mondi in cui vivono. È una boccata d’aria fresca.
Lo studio Production I.G (Psycho-Pass, Ghost in the Shell) sceglie invece di immergersi nella tradizione con “Il nono Jedi“. Mentre il cortometraggio presenta un futuro distopico per l’Ordine che appare piuttosto familiare, lo esamina attraverso la lente di personaggi apparsi poco nell’universo di Guerre Stellari, come l’ultimo forgiatore in una galassia senza spada laser.
Ci sono anche storie più tradizionali sull’eroismo Jedi, come il lunatico segmento griffato Trigger, dal titolo “Il Vecchio“, in cui un maestro e il suo padawan affrontano una grande minaccia ai margini dello spazio noto. Ma anche qui, lo studio noto per aver creato Kill la Kill, fa sembrare tutta la situazione nuova, esplorando la mitologia conosciuta attraverso un’estetica molto giapponese: le spade laser sono disegnate come katana, le vesti dei Jedi sembrano più l’hakama che le ha ispirate. Lo stesso vale per “Akakiri” dello studio Science SARU, un film cupo che chiede solamente di avere un sequel.
In effetti, la maggior parte di questi cortometraggi spingerà i fan a supplicare di sapere cosa succede dopo i titoli di coda, in particolare i due che reinterpretano la storia di Luke e Leia, ma da angolazioni molto diverse. Oltre a “Rapsodia su Tatooine” dello Studio Colorido ispirato all’opera rock, con Boba Fett e Jabba the Hutt che si esibiscono insieme a un concerto, “I gemelli” (Trigger) è probabilmente la versione più folle di Star Wars che troverete in questa raccolta, con Forza e spade laser scatenati su una scala che farebbe arrossire i film e le serie TV viste fin’ora. Fa anche un cenno alla lunga tradizione del franchise circa le super-armi di distruzione di massa, ma usa anche la sua nuova versione degli Star Destroyer come metafora per le alleanze in evoluzione dei due gemelli del titolo. È molto intelligente.
“Lop & Ocho” dello studio Geno, esplora lo stereotipo dei fratelli, ma come una storia di una famiglia ritrovata legata dal dovere verso il pianeta che hanno giurato di proteggere. Laddove Luke e Leia sono legati dal sangue e dal destino, i fratelli Lop e Ocho hanno davanti una scelta che potrebbe alterare completamente il volto del loro pianeta natale. È la storia più avvincente tra le nove di Star Wars: Visions, con personaggi dai quali lo spettatore facilmente rimarrà immediatamente assorbito, in particolare l’eroina simile a un coniglietto (Lop). È il personaggio che i più piccoli probabilmente ameranno di più.
Ma l’età di chi guarda non conta. Che siate fan fedelissimi fin da Una Nuova Speranza o che stiate presentando ai vostri figli a Star Wars per la prima volta in assoluto (e Visions è la porta di ingresso perfetta), questa collezione cattura amorevolmente l’essenza di questa longeva saga con una varietà di stili di animazione che nel complesso rendono ogni cortometraggio visivamente distinto e unico. Sì, sarebbe stato bello vedere un po’ più di varietà nei tipi di storie presentate in Visions — tutte coinvolgono in qualche modo gli Jedi e le spade laser — ma questi sono pur sempre gli elementi più iconici di Star Wars. Come si potrebbe celebrare la galassia lontana lontana senza di loro?
Di seguito trovate il trailer italiano di Star Wars: Visions, nel catalogo di Disney+ dal 22 settembre:
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