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Voto: 6/10 Titolo originale: Death on the Nile , uscita: 09-02-2022. Budget: $90,000,000. Regista: Kenneth Branagh.

Assassinio sul Nilo: la recensione del film con Poirot in Egitto di Kenneth Branagh

09/02/2022 recensione film di Gioia Majuna

Il regista - e protagonista - riporta un altro celebre romanzo giallo di Agatha Christie al cinema, affidandosi troppo alla CGI e a un cast non completamente all'altezza

assassinio sul nilo film 2022 branagh poirot

Quanto tempo è passato da quando Kenneth Branagh ha terminato le riprese del suo Assassinio sul Nilo (Death On The Nile)? Sufficiente perché uno dei personaggi principali maschili del suo adattamento sia stato nel frattempo ‘cancellato’ dalla lista dei favoriti di Hollywood, ma non abbastanza per lui da aver tentato la via della ‘riabilitazione’ pubblica.

In ogni caso, Armie Hammer – nel ruolo interpretato da Simon MacCorkindale nella prima versione del 1978 – non è un nome così familiare per il target demografico di questa rielaborazione nostalgica per il grande schermo del romanzo più popolare di Hercule Poirot scritto da Agatha Christie, e il regista/protagonista Kenneth Branagh nel mentre ha girato uno dei più forti candidati agli Oscar 2022, Belfast. La sorte ha quindi riservato sorprese ambivalenti per l’uscita di questo dramma d’epoca corale.

Esempio di cinema ‘confortevole’, piacevole da guardare, sebbene privo di atmosfera, girato alla fine del 2019, Assassinio sul Nilo non contiene le sorprese narrative e neppure l’azione strabiliante di Assassinio sull’Orient Express del 2017 (la recensione), un successo da 350 milioni di dollari al botteghino. È interessante notare che Kenneth Branagh abbia seguito il medesimo percorso intrapreso dalla EMI negli anni ’70 adattando prima proprio Assassinio sull’Orient Express (con Albert Finney nei panni di Poirot), e poi il meno fortunato Assassinio sul Nilo (con Peter Ustinov). Più o meno allo stesso modo, Assassinio sul Nilo del 2022 probabilmente raccoglierà scarso successo di pubblico.

assassinio sul nilo film poster 2022Gira tutto intorno al casting quando si tratta dell’appeal commerciale di un film come questo, così come ai costumi (l’originale vinse un Oscar per il lavoro di Anthony Powell) e alle location. Col 61enne di Belfast che riprende il ruolo dell’iper-pignolo Hercule Poirot (un prologo spiega l’oscura storia dei suoi peculiari baffi), si è circondato di un cast che è abbastanza interessante da condurre in porto il battello nel suo lungo viaggio lungo il fiume Nilo (sebbene, coi suoi 127 minuti, sia più corto rispetto alla versione del 1977).

Annette Bening, Gal Gadot, Emma Mackey, Rose Leslie, Jennifer Saunders e Dawn French prendono il posto di Bette Davis e Angela Lansbury e degli altri, mentre Letitia Wright e Sophie Okonedo sono le benvenute nuove aggiunte volute dallo sceneggiatore Michael Green, che fa quanto gli è possibile con l’amato romanzo giallo originale pur restando fedele alla sua familiare narrazione.

Il film stesso è stato diviso in tre parti: il prologo, con Poirot intento a salvare le anime di alcuni commilitoni durante una battaglia chiave nel corso della prima guerra mondiale, è girato in bianco e nero e presenta un Kenneth Branagh ringiovanito digitalmente. Il secondo è ambientato in un jazz club londinese nel 1937, suggerendo la possibilità di un qualche intrigo spionistico – o almeno di una sottotrama nazista random … – che purtroppo non si realizza. Il terzo è un Egitto ricreato sempre con la CGI (ma solo per la seconda unità; il resto è stato girato a Longcross), dove la milionaria ereditiera e neosposina Linnet Ridgeway (Gadot) si reca in luna di miele con il prestante marito Simon Doyle (Hammer) su un intero battello pieno di amici/familiari che hanno motivi per odiarla.

Il battello SS Karnak è un bel pezzo di artigianato ricreato dal dipartimento artistico del film: ampi spazi in legno, vetri smussati e specchi. Ha un’aria credibilmente ‘egiziana’ però? Nemmeno per un minuto. Come detto, gran parte di Assassinio sul Nilo è frutto esclusivo delle magie del digitale, al punto da arrivare a sperare che a un certo un sudato Peter Ustinov appaia sul ponte agitando il suo tipico fazzoletto bianco per garantire un genuino senso di autenticità.

Parte del fascino del primo adattamento del 1978 era che tutti gli attori coinvolti – Jane Birkin, Angela Lansbury, Maggie Smith, David Niven, ecc. – si trovavano chiaramente a bordo di un’imbarcazione egiziana, e proprio in Egitto. Sembravano realmente accaldati. Usavano ventagli per farsi aria e trovare refrigerio dal caldo torrido. C’era, insomma, atmosfera. Come sappiamo – prendete il suo Artemis Fowl (la recensione) – Kenneth Branagh può facilmente appassionarsi eccessivamente ai frizzi e lazzi digitali, che è ciò che rende ora Belfast un’opera insolitamente ‘essenziale’ per lui.

Ma qui, si tratta per lo più di un inganno, passare da scenari dipinti in matte painting a cineprese che ruotano vorticosamente in cerchio durante i momenti di dialogo più tesi. E non mancano nemmeno alcuni dei suoi marchi distintivi di regia. In definitiva, però, si tratta del tentativo di riempire gli spazi vuoti dove dovrebbe esserci la trama. E sì, Assassinio sul Nilo è una sorta di guilty pleasure, un divertissement vestito da whodunnit dell’età d’oro del jazz, ma quei dettagli hanno comunque un peso. Sono ciò su cui il pubblico non può sorvolare quando capisce che qualcosa non va (soprattutto se lo si guarda in 70 mm, una sorta di vezzo vanitoso per un’opera come questa).

assassinio sul nilo film 2020 gal gadotE mentre alcuni membri del corposo cast non si dimostrano all’altezza del compito (Russell Brand è troppo rigido, mentre il personaggio di Tom Bateman, Bouc, sembra ancora sostanzialmente superfluo), altri brillano nei limiti del minutaggio a disposizione, come Letitia Wright ed Emma Mackey e soprattutto Sophie Okonedo, apertamente divertita nel suo ruolo di sciatosa.

Il Simon di Armie Hammer è il tipo marcantonio monoespressivo che non ha molto da fare o dire ma ha un bell’aspetto: semplicemente non è abbastanza importante perché lo scandalo sessuale che lo ha coinvolto possa affossare questo battello. Gal Gadot, tuttavia, sprigiona una tale vivacità in mezzo a questo deserto di carisma che quando la trama non richiede più la sua presenza, Assassinio sul Nilo subisce un vero tracollo di fascino ed energia.

I cadaveri si ammassano, sappiamo già come si risolverà il caso e non otteniamo certo un commiato allegro dall’investigatore di Kenneth Branagh, cupamente ossessionato da quanto possa essere pericoloso l’amore. Mentre gli ingranaggi narrativi avanzano con il lento e costante rotare delle pale nell’acqua, c’è la sensazione che il regista abbia perso per strada molto del divertimento presente nelle pagine di Agatha Christie insieme al suo passaporto, anche se, come ricordano i titoli di coda di Assassinio sul Nilo, ha mantenuto operativa una vera e propria flotta di tecnici del digitale durante il difficile periodo della pandemia, che molto probabilmente si saranno gustati appieno il risultato finale.

Di seguito – sulle note di Policy of truth dei Depeche Mode – trovate il trailer italiano di Assassinio sul Nilo, nei cinema dal 10 febbraio: