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Voto: 5/10 Titolo originale: Bloodshot , uscita: 05-03-2020. Budget: $42,000,000. Regista: Dave Wilson.

Bloodshot: la recensione del film di Dave Wilson con Vin Diesel

25/03/2020 recensione film di William Maga

Ci sono anche Guy Pearce ed Eiza González nel modesto e derivativo adattamento per il cinema delle avventure del personaggio della Valiant Comics

Premessa con flashback al boom dei primi tentativi di adattamenti di fumetti al cinema dei primi anni ’90. Accanto alla Marvel Comics e alla storica rivale DC Comics entrano sul mercato dei nuovi player, come la Image Comics, la Malibu Comics e la Valiant Comics, che promettono un’ampia gamma completamente nuova di storie dinamiche e interessanti in quadricromia da collezionare compulsivamente ogni mese. Quest’ultima società, la Valiant, è un caso particolarmente interessante.

Con la sua manciata di personaggi rigurgitati dimenticati degli anni ’60 (Magnus: Robot Fighter, Turok: Dinosaur Hunter), lanciò ambiziosamente un brillante assortimento di nuovi eroi e antieroi che nessuno aveva chiesto. Nel caso di Bloodshot, un apparente mash-up tra Punisher, Wolverine, Terminator e RoboCop, una incredibile – e mai vista prima – copertina cromata per il primo numero assicurò vendite alle stelle, catapultando questa property altrimenti presto dimenticata tra i “fumetti di successo” del periodo.

bloodshot film poster itaOggi, con la Valiant (ribattezzata nel frattempo Valiant Entertainment) che ancora una volta rialza la testa per ottenere un pezzo della ricca torta che si stanno spartendo da un decennio Marvel & DC, il terreno di gioco si è evoluto ben oltre quello dei fumetti da edicola. I film d’azione live action coi supereroi sono la frontiera attuale del guadagno a Hollywood e la Valiant è così salita sul ring. Non, tuttavia, coi sopracitati Turok o Magnus o con qualcun altro dei suoi titoli più noti.

Questo audace e imprevedibile lancio di quello che potrebbe diventare o meno un universo cinematografico condiviso (ma la pandemia da coronavirus ha messo i bastoni tra le ruote al progetto) parte proprio con … Bloodshot. Dettaglio da non trascurare, questo film da 40 milioni di dollari di budget mette sulla cover una nerboruta stella, Vin Diesel, per provare a fare breccia nel pubblico di appassionati.

Non importa che sia già parte integrante del MCU, avendo prestato la voce a Groot dei Guardiani della Galassia, Vin Diesel a 52 anni compiuti vuole ora fortemente il suo personale franchise di supereroi, mirando a diventare il nuovo potenziale Robert Downey Jr.. Sulla carta, intende introdurre nel genere un’audacia del tutto sconosciuta in casa Disney / Marvel e Warner Bros. / DC, oltre che storie intelligenti e originali. Storie che solo uno col suo fisico e la sua voce estremamente riconoscibili può portare sul grande schermo.

Ray Garrison (Diesel), fresco di missione di salvataggio di ostaggi a Mombasa, è finalmente pronto per tornare a casa per una meritata vacanza con sua moglie, Gina (Talulah Riley). Sfortunatamente, riescono a malapena a trascorrere un giorno da soli insieme prima di essere rapiti da uno psicopatico di nome Martin Axe (Toby Kebbell). Axe uccide brutalmente Gina di fronte a Ray, e presto lui subisce lo stesso destino. Poi, però, si risveglia, miracolosamente ancora vivo, nel laboratorio di cibernetica all’avanguardia della Rising Spirit Technology, guidato dall’apparentemente benevolo CEO, il dott. Emil Harting (Guy Pearce).

Quest’ultimo trasforma i militari feriti gravemente sul campo in supersoldati bionici dalla capacità inumane, e Ray è stato il suo ultimo glorioso esperimento dopo che il suo cadavere è stato donato alla RST per scopi scientifici. Il sistema linfatico di Ray è stato completamente sostituito da uno costituito da nanomacchine, che hanno il potere di guarire rapidamente il suo corpo da qualsiasi tipo di ferita e anche di permettergli di connettersi in modalità wireless alle reti digitali per caricare e scaricare dati sensibili.

La memoria di Ray è ancora nebulosa dopo la sua ‘risurrezione’, ma presto l’uomo riacquista i ricordi della sua morte e inizia un implacabile percorso di vendetta nei confronti di Martin Axe. Tuttavia, quello che vede potrebbe non essere ciò che sembra e la verità potrebbe essere un’altra.

Guy Pearce in Bloodshot (2020)Vin Diesel è senza dubbio una presenza cinematografica intrigante. Tuttavia, proprio come per il collega Keanu Reeves, ci vuole il ruolo giusto, la sceneggiatura giusta e il regista giusto per far emergere quel talento e metterlo a frutto adeguatamente. E Bloodshot, nonostante le decenti premesse, non è quel film capace di far brillare la sua star.

Nemmeno l’iconica voce profonda dell’attore e il puro magnetismo animale che emana fin dai tempi di Pitch Black sono sufficienti a elevare questa modesta storia delle origini.

Per cominciare, Vin Diesel non è ben servito soprattutto per colpo di una sceneggiatura incredibilmente debole, prevedibile e trita scritta da Jeff Wadlow ed Eric Heisserer. Lo script tenta di giocare la carta ‘impegnata’ col tema della manipolazione della memoria, ma senza la verve satirica o umoristica che ha reso  Atto di Forza o RoboCop di Paul Verhoeven dei classici del cinema di fantascienza.

Spogliato di queste supposte ambizioni ‘alte’, Bloodshot non migliora comunque molto. Anzi, si fa ancora più bizzarra – o ridicola – con l’introduzione della classica spalla comica di colore, Wilfred Wigans (Lamorne Morris). Il co-protagonista della serie New Girl ce la mette tutta, ma il materiale che ha a disposizione generalmente non è divertente e le sue battute escono dolorosamente forzate. È un po’ il Fergee di Rob Schneider in Dredd – La legge sono io, piuttosto che il Ruby Rhod di Il Quinto Elemento.

Fondamentalmente, il film affronta il suddetto tema della manipolazione della memoria decostruendo gli stereotipi degli action e dei cinecomic nel modo meno interessante possibile. Forse, i momenti comici fuori luogo e poco simpatici avrebbero dovuto occupare fin da subito il minutaggio, perché dopo il colpo di scena principale la situazione peggiora ulteriormente.

Dave Wilson, che vanta un background da regista di fantastici trailer pieni di CGI di alcuni celebri videogiochi (Mass Effect 2, BioShock Infinite), fa il suo debutto alla regia di un lungometraggio con Bloodshot. Mentre il film non è completamente carente di sequenze action, peraltro moderatamente violente, e di effetti speciali visivi interessanti, il montaggio frenetico non aiuta a goderne davvero, costantemente staccando in modo erratico durante le coreografie dei combattimenti o degli stunt acrobatici. La visione, così, diventa frustrante. A difesa di Dave Wilson, problemi del genere affliggono anche colleghi molto più prestigiosi.

Sam Heughan in Bloodshot (2020)Si avverte poi una certa punta di imbarazzo nelle grandi scene drammatiche tra gli attori. Il talento di Guy Pearce è certamente noto a tutti. In Bloodshot, non è chiaro se stia recitando in quel modo bizzarro e poco entusiastico per dei precisi ordini, oppure per l’assoluta mancanza di direzione da parte di Dave Wilson. Vin Diesel e la co-star Eiza González (la novella Michelle Rodriguez di Hollywood) sembra sicuramente che ce la stiano mettendo tutta, ma anche loro devono fare i conti con la pochezza del materiale che viene loro fornito e con dialoghi mediocri.

Persino il talentuoso Sam Heughan, che ha lavorato per anni in modo superlativo in Outlander, è retrocesso al ruolo di cattivo monodimensionale qui. C’è un momento in cui Ray ottiene una grande rivelazione, ma la messa in scena e l’interazione tra i personaggi è a dire poco inspiegabile. Pare quasi che i due attori presenti non fossero nemmeno sullo stesso set insieme. Mancano il senso di naturale connessione umana e le emozioni.

Insomma, Bloodshot assomiglia a qualcosa di simile a ciò che i finanziatori di un ambizioso progetto del genere potrebbero ritenere che siano gli ingredienti giusti per sfondare nel settore delle trasposizioni in live action di un fumetto di supereroi, con Jeff Wadlow ed Eric Heisserer che si sono limitati semplicemente a trascrivere le parole dettate dall’alto.

E non hanno provato a metterci il becco. L’unica idea intelligente viene sfruttata malamente e in modo assolutamente intuibile. Piuttosto che essere l’intrigante punto di partenza di una nuova saga, Bloodshot finisce così per sembrare solo uno di quei rozzi e primitivi tentativi di cinecomic di inizi anni ’90, senza però la scusante di non avere modelli alti a cui guardare, budget o grandi attori a disposizione.

In attesa di capire quando potremo vederlo nei nostri cinema (l’uscita era stata fissata al 26 marzo), di seguito trovate i primi 9 minuti di Bloodshot: