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Voto: 7/10 Titolo originale: Censor , uscita: 11-06-2021. Regista: Prano Bailey-Bond.

Censor: la recensione del film horror all’epoca dei ‘video nasty’ di Prano Bailey-Bond

07/07/2021 recensione film di William Maga

La montatrice gallese esordisce dietro alla mdp con un'opera che parla di dolore e di senso di colpa, immergendo la protagonista Niamh Algar nel controverso momento storico del cinema estremo

censor film horror 2021

Agli inizi degli anni ’80, una giovane donna dalla vita privata travagliata addetta alla censura cinematografica per il governo inglese traccia un insospettabile – e sconvolgente – collegamento tra un film etichettato come ‘video nasty’ (aka dai contenuti scioccanti e ben poco edificanti) e la scomparsa di sua sorella minore, avvenuta alcuni decenni prima. Mentre la protagonista – insicura della propria sanità mentale – inizia a seguire il suo istinto e gli indizi, la regista esordiente Prano Bailey-Bond costruisce Censor, un horror elegante ed affascinante, che è sia un omaggio al cinema di genere di quel fantastico periodo, sia un tuffo psicologico nei traumi combinati del dolore e del senso di colpa.

Presentato ora al NIFFF, dopo il debutto assoluto al Sundance online di inizio anno, Censor riuscirà probabilmente a catturare senza troppi sforzi fin dalla premessa gli appassionati del genere, grazie alla non abusata ambientazione d’epoca e all’argomento trattato – sebbene non centrale, almeno come fonte di commento sociale sull’ancora oggi delicatissimo argomento – dello scontro culturale sul valore e la ‘pericolosità’ dei film dell’orrore per la società. La performance convinta della 29enne Niamh Algar (Raised by Wolves) potrebbe invece ampliarne ulteriormente l’appeal.

censor film 2021 posterEnid, scrupoloso e devoto membro della commissione censura britannica, trascorre le sue giornate all’interno di stanze buie vagliando diligentemente opere estreme prima che finiscano sul nascente mercato dell’home video. Dedita al suo lavoro, si tormenta per ogni taglio che deve effettuare. Quando la incontriamo per la prima volta, sta discutendo i meriti artistici di una scena in cui un bulbo oculare viene trafitto con il suo collega, Sanderson (Nicholas Burns).

Il fatto che lui la paragoni a qualcosa di shakespeariano, mentre lei ritiene invece che sia un passo inutilmente eccessivo in un film già stracolmo di immagini provocatorie – “ho solamente tagliato un pezzettino alla fine dei genitali”, sottolinea – è il primo dei molti e consapevoli accenni di Censor alle questioni di genere radicate nell’horror. La nota di una collega donna che la maggior parte delle pellicole esaminate siano esempi di “catarsi vendicativa dell’inadeguatezza maschile” è un altro momento indicativo a riguardo.

Con gli occhi cerchiati da profonde occhiaie e la schiena curva, Enid sta evidentemente portando con sé molto più dello stress professionale. È infatti ossessionata dalla scomparsa della sua sorellina anni prima ed è consumata dal fatto che non riesca a ricordare distintamente gli eventi di quel maledetto giorno. Un film d’archivio intitolato “Don’t Go Into The Church“, che presenta due sorelle in un luogo in qualche modo familiare, sprofonda però Enid nella misteriosa tana del Bianconiglio, spingendola a credere che il regista dell’opera la condurrà alla verità sulla sua vicenda personale.

Niamh Algar è attenta a mantenere una presa salda sul personaggio. A differenza delle protagoniste femminili dei film che guarda quotidianamente, non appare mai isterica o squilibrata; tiene nascosta la sua nevrosi per la maggior parte del tempo. Enid ha un rapporto problematico con i suoi genitori e nessun vero amico con cui parlare. È così alla deriva nella sua stessa vita che non sorprende affatto che trovi conforto nei rigidi codici etici e nella condotta del suo lavoro.

È anche vero, forse, che il suo lavoro le offre una qualche forma di evasione, sia dai suoi demoni personali che dall’ambiente sociopolitico opprimente in cui vive. Censor si avventura brevemente nel mondo ‘di fuori’ quando, attraverso filmati d’archivio e titoli di giornali, vediamo Margareth Thatcher alimentare l’inquietudine, aziende in sciopero e disoccupazione diffusa.

censor film 2021 horrorUn senso di aggressività e di disagio ribolle sotto il pelo della sceneggiatura, co-scritta da Prano Bailey-Bond e Anthony Fletcher. Una coppia litiga furiosamente su un treno; il produttore / predatore interpretato da Michael Smiley (Kill List) crede di potersi comportare impunemente. E con il governo e i media che tentano di scaricare la colpa del tracollo della società inglesi su questi cosiddetti ‘video nasty’, Enid si sente sempre più sotto pressione per salvaguardare la moralità e la sanità mentale di un’intera nazione – un compito impossibile esacerbato, ovviamente, dalla sua stessa incapacità di proteggere la propria sorella.

Mentre le sue paranoie iniziano a prendere piede e Niamh Algar inizia ad allentare i cordoni stretti di Enid, Prano Bailey-Bond e la sua troupe (in gran parte al femminile) manipolano efficacemente Censor intorno a lei. Le inquadrature scelte dalla direttrice della fotografia Annika Summerson diventano sempre più claustrofobiche e ‘fuori posto’, la colonna sonora della compositrice Emilie Levienaise-Farrouch è angosciosa e martellante. Efficace è anche l’uso del colore, che spazia tra gli estremi dai marroni sbiaditi della casa privata e dell’ufficio di Enid al giallo stroboscopico sempre più disorientante del proiettore. Non un singolo spiraglio di luce naturale può permeare il mondo sigillato di Enid fino al roboante rullo finale, dove spaventosa realtà e disperata fantasia si scontrano a perdifiato.

In attesa di capire quando – e se – lo vedremo anche dalle nostre parti, di seguito trovate il trailer internazionale di Censor: