Chris Claremont sugli X-Men: “C’è un momento perfetto nel primo film; Dark Phoenix sfortunato”
04/11/2019 news di Alessandro Gamma
Il leggendario sceneggiatore della saga mutante ha rivelato il suo momento preferito del lungometraggio del 2004, difendendo anche il recente capitolo diretto da Simon Kinberg
Ospite d’onore – come il collega Jim Starlin – all’edizione 2019 di Lucca Comics & Games, Chris Claremont ha incontrato la stampa, rispondendo alle numerose domande postegli sui più svariati argomenti, dall’importanza della diversità all’incontro do Sir Patrick Stewart, passando per il rapporto con alcuni colleghi ed editor e i progetti futuri.
Inevitabilmente, a un certo punto l’attenzione si è spostata sugli adattamenti cinematografici degli X-Men, personaggi dei fumetti Marvel che nel 1975 contribuì a rilanciare e a rendere popolarissimi assieme al disegnatore John Byrne, scrivendone alcune delle storie più amate e memorabili, intessendo trame complesse e rivoluzionarie capaci di svilupparsi nel corso di molti anni.
Alla domande se abbia più o meno apprezzato i molti film degli X-Men arrivati al cinema negli anni, l’autore (che ha partecipato anche in veste di attore con due simpatici camei) ha detto:
Ho collaborato agli X-men per 20 anni. Alla cena d’inaugurazione del primo film di Bryan Singer, nel 200o, ebbi l’onore di incontrare Hugh Jackm (Wolverine) e Sir Ian McKellen (Magneto). Fu fighissimo! Forse saprete che ho iniziato la mia carriera come attore, e Ian McKellen per me era un dio. E quando ci incotrammo, non solo sapeva il mio nome, ma conosceva anche il mio lavoro. Ditemi se non è un grande attore! [ride] Quando ci siamo incontrati di nuovo cinque anni dopo però, si ricordava. Fu molto bello. Settimana scorsa, mentre ero a Londra, ho invece incontrato Patrick Stewart, ed è stato fighissimo. Noterete che non ho detto nulla sui film degli X-Men. Beh, alcuni sono molto buoni, altri avrebbero potuto essere meglio. X-Men – Giorni di un futuro passato del 2014 è stato molto valido, tutto quello che gli è mancato è stato il mio nome e quello di John Byrne a caratteri cubitali sui titoli di testa! [ride] Però hanno rimediato nella serie Legion, molto bella. Ritengo che X-Men: Dark Phoenix sia un gran bel film [la recensione], che non ha nulla a che vedere con la saga di Fenice Nera dei fumetti. Non è stata colpa del regista Simon Kinberg. Ha scritto una bella sceneggiatura e dirette un buon lungometraggio e Sophie Turner è stata molto brava. Purtroppo, è stato asfaltato dalla Marvel e da Captain Marvel [la recensione]. Agli sceneggiatori dico: ‘Benvenuti a Hollywood!’. In ogni caso, per me significa soltanto di doverci riprovare.
Chris Claremont poi ha indicato un momento ben preciso del primo film degli X-Men del 200 che lo ha fatto emozionare:
Quando Anna Paquin, che interpreta Rogue, chiede a Hugh Jackman se quando estrae i suoi artigli provi dolore, lui la guarda, poi guarda la strada, poi la sua mano e poi di nuovo lei e risponde: “Ogni volta”. Quando vidi quella scena alla premiere del film, saltai in piedi sulla poltroncina gridando. Mia moglie mi diede un pugno, dicendomi di non fare l’idiota, ma a me non importò, perché quel preciso momento definisce il personaggio di Logan e definisce la performance di Hugh Jackman nei suoi panni. Nel fumetto, ogni volta che Wolverine estrae gli artigli, è come se si pugnalasse. Immaginatevi cosa significhi. Per me ha sempre un valore speciale quando succede.
Di seguito la conferenza stampa integrale di Chris Claremont (con traduzione) a Lucca Comics:
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