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Christopher Lee nel 1982: “Devo solo due cose a Dracula; Bava un poeta” | Tra le pieghe del tempo

02/08/2020 news di Redazione Il Cineocchio

L'attore inglese, in Italia per un Festival, parlava del suo rapporto col terribile Conte e con il regista italiano, col quale aveva lavorato in due film

Christopher Lee in dracula 1958

Scomparso nel giugno del 2015 a 93 anni, il britannico Christopher Lee (ma italiano per parte materna, essendo un discendente della famiglia Carandini di Modena), nei suoi oltre sessant’anni di carriera ha preso parte a quasi 300 produzioni tra televisione e cinema, interpretando iconici ruoli in classici come The Wicker Man, Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro, la trilogia prequel di Guerre stellari e in Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, anche se nell’immaginario popolare sarà per sempre il Conte Dracula, impersonato in una serie di film della Hammer Film.

Nell’inverno del 1982 l’attore giungeva a Roma come ospite d’onore della seconda edizione della Mostra Internazionale del film di Fantascienza e del Fantastico (organizzata dalla Cineteca Romana), fermandosi a parlare con la stampa italiana e rispondendo a un paio di interessanti domanda del Corriere della Sera.

Christopher Lee in La frusta e il corpo (1963)Per prima cosa, Christopher Lee ricordava il regista Mario Bava, col quale aveva lavorato nel fanta-peplum Ercole al centro della Terra (1961) e nell’horror gotico La frusta e il corpo (1963).

Queste le sue parole:

Bava era un principe dei trucchi, un poeta della fantasia. In Italia ho recitato anche con Steno [in Tempi duri per i vampiri, 1959] e poi con Donald Sutherland nel suo primo film II castello dei morti vivi. Donald sarebbe un Dracula perfetto, ha una maschera adatta al cinema gotico o di nera suspense.

Alla domanda se il ruolo del Conte Dracula avesse invece condizionato la sua carriera, l’impassibile Christopher Lee rispondeva:

Al romantico, eroico ed erotico Dracula devo la popolarità, non il professionismo. Mi lasci pensare. Devo anche un’altra cosa al più aristocratico dei vampiri, o al più vampiro degli aristocratici: mi ha insegnato, nella realtà e nella finzione, a camminare in equilibrio tra dramma e ironia.

Purtroppo, e abbastanza incredibilmente, Christopher Lee non è mai stato insignito di riconoscimenti importanti. Al di là di quello dato da una statuetta, il suo valore – e la sua eredità – all’interno del cinema di genere fantastico hanno invece pochi eguali.

Di seguito una scena memorabile da Dracula il vampiro del 1958:

Fonte: ICdS