David Fincher spara a zero su Joker, Orson Welles e studi hollywoodiani
17/11/2020 news di Redazione Il Cineocchio
Il regista 58enne, che per il suo Mank ha studiato in modo approfondito Quarto Potere, ha detto la sua anche sul successo del 'non cinecomic' di Todd Phillips e sulle avide politiche di chi decide cosa portare al cinema
Durante l’ultima settimana, David Fincher, l’amato e mutevole regista dietro a classici come Fight Club e Seven, ha riversato un apparente fiume di critiche nel corso di un paio di interviste contro svariati obiettivi, dal controverso Joker di Todd Phillips (la recensione) al ‘sacro’ Quarto Potere (Citizen Kane) di Orson Welles.
Parlando col Daily Telegraph, il regista 58enne ha detto:
Nessuno avrebbe mai pensato di avere la possibilità di fare un colpo gigantesco al botteghino con Joker se Il Cavaliere Oscuro non avesse avuto quel clamoroso successo. Non credo che nessuno avrebbe guardato quel materiale e pensato, ‘Sì, prendiamo il Travis Bickle [di Taxi Driver] e il Rupert Pupkin [di Re per una notte] e combiniamoli insieme, poi intrappoliamo il protagonista nella falsa descrizione di un malato di mente, e mandiamolo nei cinema per rastrellare un miliardo di dollari.
Parole piuttosto forti, sia nei confronti dei lettori dei fumetti che di Joaquin Phoenix, vincitore del premio Oscar per l’interpretazione del disturbato clown principe del crimine di Gotham City.
Ma non è tutto. Intervistato da Premiere, David Fincher si è clamorosamente scagliato contro uno dei film più importanti della storia del cinema, Quarto Potere di Orson Welles.
Per chi non lo sapesse, il regista tra poco tornerà sulle scene con Mank, film che racconta la storia dello sceneggiatore Herman J. Mankiewicz (Gary Oldman) e della lavorazione proprio di Quarto Potere, ripercorrendone la genesi e le difficoltà produttive, fino alla successiva guerra per i diritti tra Mankiewicz e Welles dopo che il film vinse l’Oscar alla migliore sceneggiatura originale:
Ritengo che la tragedia di Orson Welles risieda nel mix tra talento monumentale e oscena immaturità. Certo, c’è del genio in Quarto Potere, chi potrebbe metterlo in dubbio? Ma quando Welles dice: “Basta un pomeriggio soltanto per imparare tutto quello che c’è da sapere sul mestiere del cinema”, pfff … Diciamo che questa è l’osservazione di qualcuno che è stato fortunato ad avere Gregg Toland nei paraggi per preparare la scena successiva … Gregg Toland, dannazione, un clamoroso genio!
Lo dico senza voler mancare di rispetto a Orson Welles, so cosa gli devo, come so cosa devo ad Alfred Hitchcock, Ridley Scott, Steven Spielberg, George Lucas o Hal Ashby. Ma a 25 anni non sai ogni cosa. Punto. Né lui, né altri.
David Fincher poi continuato, sostenendo che l’inferiorità della gran parte dei film successivi girati da Orson Welles è riconducibile alla sua “delirante arroganza” e non all’intervento esterno di personaggi che ne hanno minato il supposto ‘genio’.
Nella medesima intervista, il regista – che ha appena firmato un accordo esclusivo di quattro anni con Netflix – ha anche paragonato gli studi di Hollywood alle “cinque famiglie” de Il Padrino, con nessuno di essi realmente interessato a nient’altro che a quei film “happy meal” che possono incassare almeno 1 miliardo di dollari:
La realtà della nostra situazione attuale è che le cinque famiglie non vogliono produrre nulla che non possa fruttare loro un miliardo di dollari. Nessuno di loro vuole trovarsi nel business dei contenuti impegnativi dal ritorno medio. E questo è esattamente il tipo di film che faccio io. Quello che stanno facendo gli streamer è mettere a disposizione una piattaforma per il tipo di cinema che effettivamente ora riflette la nostra cultura e lotta con grandi idee: dove stanno le cose, di cosa le persone sono ansiose e insicure. Questi sono quei tipi di film che sarebbero morti in corso di lavorazione cinque anni fa.
Di seguito il trailer di Mank, in esclusiva su Netflix dal 4 dicembre:
© Riproduzione riservata
Fonte: Premiere