Voto: 5/10 Titolo originale: D-Tox , uscita: 04-01-2002. Budget: $55,000,000. Regista: Jim Gillespie.
Dossier: D-Tox, il raffazzonato quasi-horror con Sylvester Stallone
22/08/2024 recensione film D-Tox di Marco Tedesco
Nel 2002 la star provava ad affrontare nuovi generi, ma la fase calante della sua carriera proseguiva inesorabile
Guardare a D-Tox (Eye See You) come un film – sostanzialmente – destinato all’home video è un’esperienza piuttosto strana. Di tanto in tanto, si alza in piedi e ci ricorda infatti che un tempi era stato pianificato come una grande uscita da parte della Universal, pieno di attori di supporto solidi ed esperti e dotato di un aspetto piuttosto costoso (il budget fu di 55 milioni di dollari).
Prodotto nel 1999 e originariamente intitolato Detox (poi conosciuto anche come The Outpost), fu abbandonato dallo Studio dopo numerosi ‘interventi’, venne rilevato dalla DEJ Productions di Blockbuster, proiettato in pochi cinema americani l’autunno successivo e infine distribuito nel 2002 dritto sul mercato home video dalla Columbia TriStar.
Questa situazione traballante stroncò in pratica la promettente carriera del regista Jim Gillespie (che arrivava dal successo di So cosa hai fatto), e certo non giovò nell’immediato a quella della sua star, Sylvester Stallone (reduce dal flop di Driven).
D-Tox sembra un tentativo dell’attore di dimostrare la sua versatilità: il suo personaggio doveva essere drammatico, romantico, afflitto, terrorizzato e, infine, eroico. Tuttavia, non sembra all’altezza del gravoso compito sin dalla sua prima apparizione in scena; nel tentativo di essere autoironico mentre acquista un anello di fidanzamento, Sly fa una serie di facce buffe, come se qualcuno avesse deciso di non tagliare i momenti precedenti al segnale di “Azione!”.
Nel giro di pochi minuti, la sua fidanzata viene uccisa da un maniaco che aveva già preso di mira diversi poliziotti locali, e il Jake Malloy di Stallone (ex poliziotto, ora agente federale) è così traumatizzato che deve essere trasferito in un remoto centro di riabilitazione specializzato per forze dell’ordone. Ma, come si può immaginare, il killer lo ha seguito e inizia a eliminare i pazienti presenti uno a uno mentre una tempesta di neve infuria fuori dalle finestre.
La suddetta clinica di riabilitazione sembra più che altro una vecchia installazione militare o un manicomio, costruita in cemento armato e acciaio minacciosi, e non sembra esattamente un luogo adatto per recuperare la salute mentale persa.
A suo merito, D-Tox non manca di atmosfera, che barcolla tra l’horror e il mystery alla Dieci Piccoli Indiani: Jim Gillespie riesce a creare alcune inquadrature interessanti e i comprimari (tra cui Tom Berenger, Kris Kristofferson, Polly Walker, Charles Dutton e Robert Patrick) garantiscono una certa professionalità ai loro ruoli pochissimo sviluppati e – talvolta – ai dialoghi ridicoli.
Ciononostante, D-Tox sembra più che altro un progetto i cui i cospicui fondi si sono persi da qualche parte lungo il percorso di produzione; l’identità del cattivo viene rivelata in modo affrettato e casuale, e si ha l’impressione che non siano mai state girate le scene che avrebbero dato maggiore profondità ai personaggi.
Da segnalare che il DVD (anche italiano) include una serie di scene eliminate o estese (presentate in qualità copia lavoro), ma nessuna di esse aggiunge qualcosa di significativo alla storia o ai protagonisti, né la loro assenza dal montaggio finale pesa particolarmente sul risultato complessivo.
Di seguito trovate il trailer internazionale di D-Tox:
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