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Titolo originale: 影武者 , uscita: 26-04-1980. Budget: $6,000,000. Regista: Akira Kurosawa.

Dossier: Kagemusha raccontato in 4 punti da Akira Kurosawa in persona

12/09/2021 news di Redazione Il Cineocchio

Nel 1980, il regista giapponese raccontava in TV la genesi e il significato del suo film, vincitore della Palma d'oro a Cannes

akira kurosawa set kagemusha film

Con Kagemusha – L’ombra del guerriero, trionfatore al Festival di Cannes nel 1980, il regista allora 70enne Akira Kurosawa realizzava un film epico, un affresco lungo 3 ore del Giappone del Seicento, palcoscenico di sanguinose e grandiose faide tra clan rivali. Il titolo significa letteralmente ‘il sosia’, ed è appunto l’esemplare vicenda di un povero ladruncolo improvvisato condottiero (l’uomo può morire, ma il carisma no) che l’opera mette a fuoco al centro della suggestiva ambientazione.

Akira Kurosawa, spesso accusato, in patria, di ‘americanismo’, non aveva paura di sembrare con Kagemusha il più americano di tutti, ostentando un ritmo mozzafiato al montaggio, una grande orchestrazione dei movimenti all’interno della singola inquadratura e un pathos irresistibile di un astutissimo crescendo drammatico.

Ma non faceva mistero, allo stesso tempo, di un costume cavalleresco riscoperto e valorizzato, e di tanti altri segni di un Giappone di ieri che si sovrapponeva a quello odierno.

Kagemusha-Lombradelguerriero.jpgQuesto e altro si può leggere tra le righe di un’intervista televisiva – trascritta dal quotidiano L’Unità nell’ottobre del 1980. Per portare sullo schermo gli eroi di un tempo (“Non solo guerrieri, ma politici autentici, pieni di cultura, di respiro mentale”, così li definiva il regista), Akira Kurosawa venne finanziato, in parte, da due pupilli dell’industria hollywoodiana del calibro di Francis Ford Coppola e George Lucas, i quali rispettosamente si definivano “suoi imitatori”.

Piccolo, curioso particolare che dice molto sulle differenze di epoche: i numerosi cavalli che appaiono in Kagemusha vennero rintracciati mettendo a soqquadro tutto il Giappone, perché quasi non ne esistevano più.

Di seguito trovate il racconto di Akira Kurosawa della genesi e del significato profondo di Kagemusha:

È vero che è difficile fare il cinema al presente, in Giappone come altrove. Ma non è questo il motivo che mi ha spinto a realizzare Kagemusha. Un film, per me, non è il risultato di una lunga riflessione. Il desiderio di portare sullo schermo questa o quella storia mi nasce spontaneamente, ed è perciò spontaneamente che mi metto all’opera. Quando il film giunge agli spettatori, e ciascuno lo vede secondo il suo punto di vista, se effettivamente tanti vi trovano ciò che cercavano, allora sono soddisfatto. Proprio perché non sono partito da un ragionamento di tipo filosofico. Io, almeno, la penso così.

QUANDO MUOIONO I GENERALI

Kagemusha è un film ambientato in un’epoca in cui l’umanità risplendeva; del più luminoso fascino, dunque il presupposto è alquanto attraente. Quando ho terminato il montaggio, ho riflettuto su ciò che avevo voluto fare, e sono convinto adesso che sono stato principalmente sedotto dai personaggi. Poi, in ordine di importanza, viene la battaglia di Shidaragahara. Una battaglia strana, che vede cadere sul campo tutti i generali. Nella maggior parte dei casi, in guerra i generali non muoiono. E il bello è che non sembra davvero necessario che debbano morire.

kagemusha film 1980Pertanto, la domanda da porsi è la seguente: perché sono tutti morti? Ho cercato di trovare una risposta. Già nel Trecento giapponese, nel periodo Kamakura, quando un condottiero pensava di po’ per morire in una battaglia, decideva di indossare il suo vestito migliore, considerando che la morte meritasse un simile tributo.

Quei guerrieri erano buddisti. Credevano in Budda, appunto, e nell’esistenza di un’altra vita al di là della morte. Se la loro permanenza terrena fosse stata giudicata dignitosa e onorevole, si sarebbero guadagnati il Paradiso. Potrei aggiungere che queste teorie sulla morte, secondo me, risalgono più precisamente alla filosofia Zen. Ma è un discorso troppo lungo.

L’ESTETISMO SOLENNE

Nel raccontare la storia di Kagemusha, lo stile di vita dei capi guerrieri del Seicento l’ho riprodotto su uno slancio di fantasia. L’ho reinventato umanamente, ma mi sono attenuto molto a un codice estetica. Tramite la scelta dei paramenti, delle armature, dei vistosi cimieri, questi uomini esprimevano la loro sensibilità verso la bellezza, la loro aspirazione a un destino che travalica la morte. Si tratta di un estetismo solenne che appartiene in particolare al Seicento. Naturalmente, qualcuno potrebbe dire che oggi noi restiamo a bocca aperta perché è passato tanto tempo. Però, sono gli stessi oggetti dell’epoca che ancora oggi ci tramandano quello potenza estetica.

kagemusha film 1980 kurosawaINVENTARE LA STORIA

La Storia afferma che Takeda Shingen ha avuto molti sosia. Ma quello che ho scelto quale protagonista di Kagemusha l’ho inventato. Anzi, la sola cosa che ho totalmente inventato in questo Kagemusha è proprio Kagemusha. Sono partito, ovviamente, da un’ipotesi sorretta da serie ricerche storiche. Tuttavia, non si può certo affermare che il risultato vuol essere una mia interpretazione della Storia. Per esempio, prendiamo la morte di Takeda Shingen. Esistono molte versioni della sua morte. Fra queste, io ho scelto semplicemente quella più adatta alla drammaturgia del film.

IL FASCINO TERRIBILE DELLA GUERRA

I primi spettatori di Kagemusha hanno parlato di una nostalgia del passato. È vero che provo nostalgia per il passato, a volte. E mi pare normale che questo sentimento risulti, a tratti, evidente nel mio lavoro. Tuttavia, quando sento dire che dal film si ricava «l’impressione che la guerra è bella», provo una sensazione di pericolo. Con questo, voglio dire che ci sono davvero momenti in cui la guerra sembra seducente, ed è proprio di questo che ho paura. Trovo difficoltà a spiegare ciò che esattamente penso in proposito. Sento il fascino, vedo il pericolo. Ma non sono realmente consapevole di tutto ciò mentre giro un film. Allestisco scene terrificanti, e le mostro così come sono. Da tutto questo orrore fatalmente trapela, ben oltre le mie intenzioni, un’ autentica bellezza. E questo è terribile.

Di seguito il trailer di Kagemusha – L’ombra del guerriero:

Fonte: L'Unità