Dossier | La storia cinematografica di Mothra: lunga vita alla Regina dei mostri
05/06/2019 news di Redazione Il Cineocchio
Ripercorriamo i film dedicati a uno tra i kaiju della Toho più amati dal pubblico, portavoce di Madre Natura e spesso nemica di Godzilla
È stata chiamata la Regina dei Mostri, ed è forse la più bella e mistica dei Kaiju della Toho. Mentre colleghi come Godzilla e Rodan sono stati piuttosto ambivalenti nel loro rapporto con l’umanità nel corso degli anni – addirittura apertamente ostili in diverse occasioni – Mothra ha quasi sempre visto come un suo preciso dovere proteggere le piccole creature che solcano la superficie del nostro pianeta, anche se questo raramente le hanno riconosciuto il dovuto rispetto e comprensione. E la sua fervida difesa della Terra e dei suoi simili continua ora, nel 2019, con Godzilla II: King of the Monsters di Michael Dougherty, il suo primo film di Hollywood (la nostra recensione e le 17 curiosità sulla lavorazione).
Mothra ha fatto il suo debutto sul grande schermo nel lontano 1961, alternandosi tra l’apparire come una larva gigante / bruco o una enorme falena. In realtà è conosciuta come Mosura in Giappone e il primo lungometraggio si basava sul romanzo serializzato di Takehiko Fukunaga, Shinichiro Nakamura e Yoshie Hotta intitolato The Luminous Fairies and Mothra (発光妖精とモスラ). Il libro stabilì il concept delle due piccole fatine umanoidi che fungono da ‘araldi’ di Mothra, così come l’origine di Mothra come una larva divina dischiusasi da un uovo che successivamente si evolve nella sua forma alata.
Mothra fu il primo dei kaiju a ricevere l’onore di finire in un titolo accanto a Godzilla, in Mothra vs. Godzilla del 1964 (in Italia ribattezzato Watang! Nel favoloso impero dei mostri). Fu la prima tra i grandi kaiju a condividere lo schermo con il Re dei mostri, che in precedenza aveva combattuto solamente contro il relativamente minore Anguirus in Godzilla Raids Again (Il re dei mostri) del 1955 e il King Kong americano in King Kong vs. Godzilla del 1962 (da noi arrivato come Il trionfo di King Kong). Alla fine, è diventata seconda solo a Godzilla stesso in termini di apparizioni totali sullo schermo, diventando anche l’unica kaiju dell’universo della Toho a ottenere una sua serie di spin-off.
Mothra è stata inizialmente creata per il cinema attraverso due diversi tipi di effetti pratici. La forma larvale era nient’altro che un grande burattino azionato da sei stuntmen che strisciavano in fila, mentre la versione ‘adulta’ era un burattino meccanico manovrato con dei cavi, con zampe radiocomandate aggiunte nei film successivi. Le sue origini sono cambiate nel corso degli anni, mentre i suoi poteri hanno incluso enormi vortici d’aria generati dal battito delle sue ali, una polvere gialla velenosa capace di soffocare i suoi nemici, abilità psichiche e, naturalmente, la ‘ragnatela’ di seta che può spruzzare durante la sua forma larvale per immobilizzare gli avversari.
Il periodo Shōwa (1961-1968)
Il film Mothra (Mosura) del 1961 fa parte dell’iniziativa dei Toho Studios di espandere il suo universo di mostri giganti, che aveva fino a quel momento già introdotto Godzilla, Anguirus, Rodan e Varan. Il regista era Ishiro Honda, che aveva girato l’originale Gojira sette anni prima e diretto molti dei più noti titoli sui Kaiju dalla Toho, mentre della sceneggiatura si era occupato Shinichi Sekizawa, che avrebbe poi continuato a scrivere altri lungometraggi di Godzilla per Honda e la Toho .
In questa occasione, Mothra non incarna una benigna dea degli insetti, piuttosto una divinità infuriata che scaturisce dal suo uovo su Infant Island – dove gli abitanti la adorano – dopo che le sue fatine, conosciute come Shobijin, vengono rapite dai invasori provenienti dalla fittizia nazione di Rolisica, che intendono sfruttarle. Lei attraversa così il Giappone nella sua ricerca degli Shobijin prima di rintracciarli proprio a Rolisica, dove rade al suolo la capitale e recupera le fatina, prima di tornare alla natia Infant Island.
Watang! Nel favoloso impero dei mostri (Mosura tai Gojira) del 1964 – sempre diretto da Ishirō Honda – segna la sua successiva apparizione, in cui il suo uovo arriva sulle coste del Giappone, dove presto viene trasformato in un’attrazione turistica. Le Shobijin si recano quindi nel paese del Sol Levante per reclamarlo ma vengono catturati, sebbene alcuni esseri umani più sensibili li aiutino a tornare a Infant Island. Irrompe però Godzilla che attacca il Giappone, e gli umani fanno pressioni sulle Fatine Gemelle affinché persuadano una Mothra morente a ritornare in Giappone e combatterlo l’enorme rivale (la morte imminente della creatura è solitamente accompagnata dall’arrivo della prole). Mothra accetta, sacrificando la sua vita in una battaglia persa in partenza contro il lucertolone, anche se dal suo uovo escono due larve che riescono ad avvolgere Godzilla in un bozzolo e lo gettano nell’Oceano.
Mothra torna sulle scene quindi nel 1964 in Ghidorah! Il mostro a tre teste (San daikaijū: chikyū saidai no kessen), naturalmente per la regia di Ishirō Honda, uno dei kaiju eiga più popolari e amati della prima ondata di film sui mostri dei Toho Studios. Solo Mothra è inizialmente determinata a fermare Ghidorah quando questo giunge dallo spazio e inizia a radere la suolo una città dopo l’altra, ma quando coraggiosamente decide di sfidarlo in solitaria, il suo gesto convince i nemici Godzilla e Rodan ad unirsi alla battaglia al suo fianco. Il film segna la prima volta che alcuni dei mostri più terrificanti e giganteschi della Terra si uniscono per difendere il pianeta contro un nemico comune, con Mothra che agisce come una sorta di coscienza.
Nonostante collaborino amichevolmente nel film precedente, Godzilla e Mothra si ritrovano però di nuovo in disaccordo in Il ritorno di Godzilla (Gojira Ebira Mosura nankai no daikettō) di Jun Fukuda del 1966. Dopo che Godzilla ha combattuto sia contro Ebirah, una specie di astice gigante, sia contro un’organizzazione terroristica conosciuta come Bamboo Rossi, è apparentemente così preso bene che decide di scagliarsi anche contro Mothra (adulta) mentre questa sta cercando di mettere in salvo la popolazione umana di un’isola che sta per essere distrutta. Mothra sceglie saggiamente di porgere l’altra guancia, limitandosi a respingere l’assalto e scacciarlo così da poter procedere con successo all’operazione.
Mothra ritorna poi alla sua forma larvale nel futuristico Gli eredi di King Kong (Kaijū sōshingeki) di Ishirō Honda del 1968, vivendo pacificamente nel santuario dei mostri conosciuto come Isola Ogasawara, almeno fino a quando le loro menti non vengono invase e controllate da una razza di aliene, le Kilaaks. Mothra viene costretta così a distruggere prima Pechino da sola e poi Tokyo, in collaborazione con Godzilla, Rodan e Manda. Una volta liberatisi dal controllo mentale delle Kilaaks, comunque, la banda di kaiju opta per allearsi e sconfiggere sia gli invasori alieni che la loro arma suprema, King Ghidorah. Mothra e il ragno gigante Kumonga fanno la loro parte nella battaglia, imprigionando il drago a tre teste con la loro tela.
Il periodo Heisei (1992-1998)
Mothra si prende una pausa cinematografica lunga ben 14 anni dopo gli sfiancanti eventi narrati in Gli eredi di King Kong, prima di riaffiorare per due volte nella seconda ondata di film su Godzilla. Dapprima in Godzilla contro Mothra (Gojira tai Mosura) di Takao Okawara del 1992, progetto facente parte di un deliberato tentativo della Toho di far rivivere alcuni dei mostri più popolari dell’epoca Showa dopo il fallimento al botteghino di Godzilla contro Biollante del 1989. Con Mothra considerata uno kaiju più popolari della scuderia – soprattutto tra il pubblico femminile – era naturale che si puntasse forte su di lei.
Inizialmente sviluppato come un progetto indipendente di Mothra intitola Mothra vs. Bagan, il film diviene a sorpresa il maggior incasso di sempre tra tutti i titoli dedicati a Godzilla della Toho. La trama riporta alla luce aspetti classici della mitologia di Mothra, come Infant Island, il mostro che emerge da un uovo e le fatine sacerdotesse, chiamate Cosmos questa volta. Mothra combatte sia contro Godzilla che contro un’altra antica creatura volante, chiamata Battra (sorta di alter ego malvagio). Alla fine ne esce vincitrice, e vola felicemente nello spazio con le sue Cosmos.
In Gojira VS Spacegojira (Gojira tai Supēsugojira) del 1994 Mothra fa solo una breve apparizione, con lei e le immancabili Cosmos che incrociano il cattivo del titolo nello spazio e mandano un avvertimento che lo riguarda sulla Terra (è anche possibile che Mothra abbia aiutato a creare SpaceGodzilla portando inavvertitamente alcune delle cellule di Godzilla nello spazio con lei).
A questo punto però, si fanno largo dei piani per garantire a Mothra qualcosa che a nessun altro kaiju dell’universo di Godzilla era mai stato concesso: una propria saga indipendente.
La trilogia denominata Rebirth of Mothra si separa dalla continuity dei film di Godzilla e il primo capitolo, Mothra (1996), fu l’ultimo film prodotto prima della sua morte da Tomoyuki Tanaka, il creatore del franchise di Godzilla. Nel lungometraggio diretto da Okihiro Yoneda, Mothra viene ritratta come l’ultimo membro di una specie di falene giganti custodi di una civiltà di minuscoli esseri umanoidi chiamati Elias – una versione delle fatine Shobijin. Questa civiltà venne tuttavia distrutta milioni di anni prima da un mostro chiamato Desghidorah (un parente di Ghidorah), poi sconfitto da Mothra. Quando Desghidorah fa il suo ritorno nel presente, Mothra è troppo indebolita per combatterlo, ma depone un uovo che dà vita a un nuovo Mothra maschio, chiamato Mothra Leo. Tristemente Mothra viene uccisa da Desghidorah mentre Leo è ancora troppo giovane per entrare in battaglia, ma Leo alla fine naturalmente matura e sconfigge la creatura.
Mothra Leo ritorna quindi in Mothra 2 di Koichi Kawakita e Kunio Miyoshi del 1997, dove si evolve in alcune nuove forme, come Rainbow Mothra e Aqua Mothra per combattere un mostro subacqueo ridestato dall’inquinamento degli oceani chiamato Dagahra. Mothra 3 di Okihiro Yoneda del 1998 segna la conclusione della trilogia e vede Ghidorah stesso come villain principale. Mothra Leo sale sul ring con Ghidorah e viene sconfitto, ma diventa Light Speed Mothra, una creatura in grado di viaggiare nel passato e sfidare di nuovo Ghidorah. Il piano di Leo per sconfiggere il drago a tre teste ed eliminarlo dalla timeline tuttavia fallisce, ma, tornato nel presente Mothra Leo diventa una versione corazzata di se stesso e finalmente riesce a distruggere la bestia. Alla fine del film e della trilogia, l’Armor Mothra viene trasformata nella divina Eternal Mothra e vola via in pace, dopo che la sua missione si è compiuta.
Il nuovo millennio (2001-2004)
Nella ‘terza epoca’ dei film di Godzilla, Mothra da altre tre apparizioni live-action, a cominciare da Gojira Mothra King Ghidorah – Daikaijū sōkōgeki (Gojira Mosura Kingu Gidora Daikaijū sōkōgeki) di Shūsuke Kaneko del 2001. Curiosamente – ma non sarà la prima volta – questo lungometraggio sceglie la strada del sequel diretto al Godzilla del 1954, ignorando gli eventi dei capitoli precedenti della serie (ogni Mothra che vediamo da qui in avanti sarà ‘nuovo e diverso’). Il film riposiziona anche Mothra come uno degli antichi ‘mostri guardiani’ che, insieme ai colleghi Baragon e Ghidorah, devono difendere il pianeta dall’odierna incarnazione di Godzilla.
Come il complesso titolo suggerisce, Gojira Mothra King Ghidorah – Daikaijū sōkōgeki non solo getta molti mostri nella mischia mentre ribalta le prospettive e la lealtà dei suoi due cattivi principali, ma introduce anche un elemento mistico durante il terzo atto, in cui lo spirito di Mothra viene trasferito in Ghidorah, trasformandolo in un essere chiamato il Drago dai Mille Anni, con entrambi i loro spiriti che fluiscono quindi in Godzilla e lo affondano nell’oceano.
Ritroviamo poi Mothra in Gojira × Mothra × Mekagojira – Tōkyō SOS (SOS Gojira tai Mosura tai Mekagojira Tōkyō Esu Ō Esu) di Masaaki Tezuka del 2003, dove avverte l’umanità (attraverso le Shobijin) che la creazione di un enorme cyborg chiamato Kiryu (fondamentalmente un Mechagodzilla truccato) attraverso materiale genetico del primo Godzilla è un affronto alla Natura che lei non può tollerare. Mothra muore nella battaglia contro Godzilla ne film, ma non prima di aver prodotto un uovo che si dischiude rilasciando due nuove larve di Mothra nel mondo, che aiuteranno infine Kiryu a sconfiggere il lucertolone.
In Gojira – Final Wars (FINAL WARS Gojira – Fainaru Wōzu), diretto da Ryūhei Kitamura nel 2004, a Mothra viene data una backstory leggermente diversa, con il film che postula che milioni di anni fa combatté contro un’antica creatura chiamata Gigan (apparsa per la prima volta in Godzilla contro i giganti nel 1972). Quando Gigan viene rianimato dalla sinistra razza aliena degli Xiliens, Mothra sente ancora una volta il richiamo del dovere e vola verso la battaglia, apparentemente sacrificandosi per aiutare Godzilla a sconfiggere sia Gigan che un ‘parente’ di Ghidorah noto come Mostro X e / o Keiser Ghidorah. Alla fine del film comunque, Mothra è ancora viva, che vola su Infant Island per ricongiungersi con le sue amate Shobijin.
Questo accadeva 15 anni fa, e mentre Mothra – come gli altri kaiju – è apparsa in innumerevoli libri, fumetti, videogiochi e serie animate di breve durata, Godzilla II: King of Monsters segna sicuramente il ritorno sul grande schermo di questa popolare e divina protettrice dell’umanità e delle fate. Il blockbuster hollywoodiano la raffigura come eterea, elegante e luminosa, ricordandoci che la Natura può agire in modi misteriosi e che ogni mostro non è automaticamente mostruoso. Lunga vita alla Regina.
Di seguito il trailer originale di Mothra del 1961:
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Fonte: DoG