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Voto: 6/10 Titolo originale: The Rocketeer , uscita: 21-06-1991. Budget: $42,000,000. Regista: Joe Johnston.

Dossier: le avventure di Rocketeer di Joe Johnston, un cinecomic in ritardo coi tempi

19/05/2020 recensione film di William Maga

Nel 1991, Jennifer Connelly, Billy Campbell e Timothy Dalton portavano sul grande schermo i personaggi creati nei fumetti da Dave Stevens, in una trasposizione rétro insolita e spaesata

Le avventure di Rocketeer film 1991

Sono passati quasi 30 anni dall’uscita nei cinema di Le avventure di Rocketeer (The Rocketeer), il tentativo della Disney del 1991 di cavalcare la sua parte di ‘rinascita’ dei film tratti dai fumetti post Batman / Dick Tracy. Le avventure di Rocketeer non si è mai avvicinato ai numeri al botteghino di quei titoli (solo 46 milioni di dollari al box office USA rispetto ai 103 milioni del secondo e ai 251 milioni del primo) e non è riuscito a lanciare il franchise che lo studio auspicava. È un peccato che Le avventure di Rocketeer non abbia mai fatto presa sul pubblico, nemmeno in seguito, e forse i tempi non sono stati dalla sua parte.

The Rocketeer era il personaggio di un fumetto minore creato dallo sceneggiatore e artista Dave Stevens, che aveva lavorato anche a Hollywood come storyboard artist (tra le altre cose, i suoi crediti includono I Predatori dell’Arca Perduta e il famigerato film 3D di Godzilla che mai si materializzò negli anni ’80).

Apparso per la prima volta in una storia di supporto in Starslayer di Mike Grell, migrò in un’altra antologia a fumetti, e quell’arco è stato poi completato in un fumetto pubblicato da una società completamente diversa, prima che un terzo editore di comics pubblicasse gli ultimi capitoli del Rocketeer di Stevens. Fu un inizio piuttosto sfortunato e la mancanza di raccolte prontamente disponibili negli anni ’80 ha reso le cose difficili per i fan affamati di altre avventure dell’ ‘uomo razzo’, un eroe senza particolari superpoteri.

Le avventure di Rocketeer film posterMa Dave Stevens ha sempre avuto ambizioni cinematografiche per la sua creatura. “Fin dai primi schizzi del personaggio, l’ho sempre visto nella mia mente come un film“, ha detto l’autore a Jon B. Cooke in una intervista a Comic Book Artist del 2001. “Non l’ho mai visualizzato nella mia mente come semplici parole e immagini su carta. L’ho visto e l’ho sentito nella mia testa. Quindi, per me, è sempre stato un film.

Il desiderio di Dave Stevens di passare direttamente allo schermo ha senso, considerando che il personaggio è stato fortemente influenzato dai film seriali della Republic Pictures, in particolare quattro progetti caratterizzati dalla presenza di un uomo con il casco e un jet pack sulle spalle come personaggio principale. Questi serial, King of the Rocket Men (1949), Radar Men From the Moon (1952), Zombies of the Stratosphere (1952) e Commando Cody: Sky Marshall of the Universe (1953) arrivarono verso la fine del periodo d’oro di questi prodotti di intrattenimento pomeridiano destinati ai ragazzini.

Nel giro di pochi anni infatti, la TV prese il sopravvento e, con il passare degli anni, questi show seriali, con puntate di 15 minuti che si concludevano con un cliffhanger, caddero ulteriormente nell’oblio. Per chi non li conoscesse, vale la pena recuperare King of the Rocket Men e gli ultimi due, poiché gli effetti speciali dei fratelli Lydecker contribuirono molto a far credere al pubblico che un uomo potesse davvero volare, almeno fino a quando non uscì il film Superman di Richard Donner nel 1978.

E se The Rocketeer ha fatto il suo debutto nel mondo del fumetto nel 1982, il personaggio è stato rapidamente opzionato per un possibile lungometraggio, con Steve Miner (Venerdì 13 parte II e III) indicato come possibile regista. Il suo piano originario era di realizzare un film su Rocketeer che riflettesse l’estetica seriale a basso budget, fino ad arrivare a riprese in bianco e nero. Ma gli studi volevano qualcosa di più grandioso e più commerciabile.

William Dear (Bigfoot e i suoi amici) salì a bordo del progetto dopo l’uscita di scena di Steve Miner, nello stesso periodo degli sceneggiatori Danny Bilson e Paul DeMeo. “Lo abbiamo proposto, letteralmente, a tutti gli studi in città e tutti ci hanno risposto di no”, ha ricordato Dave Stevens nella sopra citata intervista a Jon Cooke. “Era il 1986, molto prima di Batman o Dick Tracy o qualcosa di simile. A quei tempi, nessuno studio era interessato a un costoso film di fumetti. Ci siamo arrivati ​​circa tre anni prima del dovuto, purtroppo per noi!”.

Le avventure di Rocketeer (1991) daltonI Walt Disney Studios videro le opportunità di merchandising, tuttavia, e si impegnarono per una trilogia di Rocketeer. Alla fine, William Dear lasciò il progetto e Joe Johnston si unì come regista. Quest’ultimo era forse particolarmente adatto al film.

Non era infatti estraneo ai personaggi con elmetto / jetpack, avendo avuto un ruolo chiave nel design di Boba Fett per Star Wars, e aveva anche lavorato sugli effetti visivi per I Predatori dell’Arca Perduta. Come saprete, nel 2011, Joe Johnston sarebbe arrivato a dirigere Captain America – Il Primo Vendicatore, molto più di successo commerciale ma altrettanto zelante di Le avventure di Rocketeer.

I problemi, ovviamente, persistettero, con i dirigenti Disney che cercavano di aggiornare il concept dalla sua ambientazione nel 1938 e portarlo all’epoca della ‘conquista dello spazio’, ma tali intenti vennero spenti quando Joe Johnston minacciò di abbandonare il film se così avessero scelto. L’esplosiva fidanzata del protagonista Cliff Secord, Betty (basata sull’iconica pin-up Bettie Page … Dave Stevens le inviò persino un assegno per aver usato le sue fattezze per il personaggio) venne notevolmente attenuata, assecondando l’obiettivo ‘per famiglie’ di casa Disney, ed è stata trasformata nella non meno sexy, ma certo apertamente poco ‘esplicita’ Jenny Blake (Jennifer Connelly). Nel complesso, comunque, lo spirito visivo del fumetto di Dave Stevens è in bella mostra in ogni momento di Le avventure di Rocketeer.

Le avventure di Rocketeer (1991) connellyOltre a Jennifer Connelly, Le avventure di Rocketeer vanta un bel cast. Il Cliff Secord del semi esordiente Billy Campbell (Dynasty) sembra un disegno di Dave Stevens che prende vita, perfetto come idolo delle matinee del sabato.

A lui si uniscono il post-James Bond Timothy Dalton, che sembra essersi divertito molto nei panni del malvagio Neville Sinclair (anche se il suo personaggio gioca con l’irritante finzione che Errol Flynn sia stato una spia segreta nazista …), un furfantesco Alan Arkin, Paul Sorvino, e un Ron Taylor in un trucco ‘gommoso’ apertamente ispirato a Dick Tracy (forse l’unica concessione del film alle convenzioni cinematografiche dei fumetti dell’epoca) per il ruolo di Lothar, un altro personaggio uscito dai fumetti di Dave Stevens.

Nonostante tutto questo, è facile capire perché Le avventure di Rocketeer non fu un grande successo al botteghino. È molto più serio nel suo approccio rispetto ai film di Indiana Jones, ed è probabile che il pubblico dei primi anni ’90 fosse alla ricerca di qualcos’altro.

È un peccato, dato che vanta alcune sequenze d’azione e acrobazie davvero mozzafiato, in particolare il primo salvataggio a mezz’aria del Rocketeer. Ancora oggi, un certo numero di riprese con effetti di volo resistono abbastanza bene ai segni del tempo, e sono mescolate con sufficienti acrobazie dal vero da garantire un risultato onesto. Tenete presente che arrivò nei cinema solo quattro anni dopo che Superman IV aveva annullato ogni tipo di buona volontà negli spettatori verso gli uomini volanti a causa dei suoi terribili effetti, quindi le sequenze di volo ipercinetiche e ‘fuori controllo’ di Le avventure di Rocketeer furono una specie di ‘rivelazione’. Il problema potrebbe essere stato quindi che non ce ne abbiano messe abbastanza, dato che il film impiega un po’ di tempo tra una scena d’azione e la seguente.

In ogni caso, Le avventure di Rocketeer non è mai stato pensato per poter diventare una saga. Si basava su un piccolo fumetto di cui erano state scritte solo una manciata di storie, molte delle quali erano ‘riempitivi’ di altre pubblicazioni. Rispetto all’impronta culturale di personaggi come Batman o Dick Tracy (o persino Superman), Le avventure di Rocketeer non era certo un “cinecomic”, almeno non secondo gli standard dei primi anni ’90. Inoltre, il potenziale del merchandising, una componente cruciale del successo di Batman e Dick Tracy, fu significativamente meno imponente. Oltre a quel design iconico del casco in stile Art déco meravigliosamente iconico e alla bellezza intrinseca di un jetpack, Le avventure di Rocketeer è un film relativamente semplice con poco materiale per ispirare action figure o gadget vendibili.

avventure rocketeerSia chiaro, non si tratta di veri e propri attacchi contro Le avventure di Rocketeer, che è un affascinante tentativo di (ri)catturare lo spirito delle proiezioni del sabato mattina di un tempo, con un pizzico del fascino di Indiana Jones gettato nel calderone. In effetti, una parte significativa del fascino di Le avventure di Rocketeer è quanto sia lontano come atmosfere dai titoli a lui contemporanei.

Mentre Batman di Tim Burton era stato spinto dal Joker di Jack Nicholson e dai tentacolari set di Gotham City disegnati da Anton Furst e Dick Tracy aveva spiazzato per i suoi colori primari e il make-up assurdo dei protagonisti, Le avventure di Rocketeer, con i suoi esterni illuminati dai colori caldi della California e i personaggi appartenenti alla classe operaia, appare genuinamente nostalgico, e straordinariamente incontaminato dal cinismo che si stava già insinuando nella stagione dei blockbuster estivi hollywoodiani.

Negli ultimi anni si è parlato di un possibile reboot, provvisoriamente intitolato The Rocketeers, e una serie animata non troppo riuscita per Disney Junior ha visto la luce nel 2019, ma se volete approfondire questo universo dovete gettarvi sui volumi editi in Italia dalla Magic Press (il DVD è invece ancora clamorosamente fuori catalogo).

Assieme a L’uomo ombra (1994) e The Phantom (1996), Le avventure di Rocketeer va a costituire una sorta di ‘trilogia dei cinecomic dimenticati’ che forse avrebbero meritato maggior successo. La triste realtà è che il film rétro di Joe Johnston è arrivato al pubblico con qualche anno di ritardo, mancando di cavalcare l’onda nostalgica scaturita dai lavori di Steven Spielberg verso il periodo degli anni ’30 e ’40, che difficilmente tornerà in voga a breve.

Di seguito il trailer internazionale di Le avventure di Rocketeer:

Fonte: DofG