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Dossier | Perché il cinema horror è così amato: la parola alla scienza (6 motivi)

10/11/2020 news di Redazione Il Cineocchio

Alcuni esperti decifrano le ragioni psicologiche dietro ai misteri apparentemente più sconcertanti del comportamento umano

film horror boogeyman

I film horror fanno paura. Sono orribili. Ci fanno pensare alla morte e temere per la nostra vita. Eppure, per molti, sono un vero spasso da guardare, il modo migliore per trascorrere un venerdì sera, specialmente a fine ottobre, quando i fantasmi, il sangue e il macabro dominano i palinsesti di cinema e televisione.

Prendiamo IT – Capitolo Uno (la recensione), l’adattamento del 2017 del romanzo di Stephen King, come prova: il film ha incassato globalmente oltre 700 milioni di dollari al botteghino. In altre parole, gli spettatori si sono riversati nelle sale consciamente per vedere un clown assassino e cannibale terrorizzare un gruppo di ragazzini (“Ehi, passami i popcorn, Pennywise sta per strappare il braccio al piccolo Georgie!”).

Allora, cosa succede esattamente nel nostro cervello? Perché così tante persone in giro per il mondo fanno di tutto e pagano anche dei bei soldi per consumare visioni spaventose? La parola va agli esperti.

Bill Skarsgård in It Capitolo Due pennywiseEssere spaventati può darci una scarica elettrizzante

Anche se i film dell’orrore sono ‘finti’, guardarli può innescare una risposta di tipo ‘combatti o fuggi’ molto reale, come sostengono alcuni specialisti. “Il cervello non sempre distingue tra fantasia e realtà in modo completamente efficace”, dice Krista Jordan, PhD, psicologa di Austin, in Texas. “Ad esempio, chiedete a qualcuno di descrivere come fare a mordere un limone e se quella persona è davvero brava a farlo, le vostre ghiandole salivari si attiveranno”.

Secondo Krista Jordan, lo stesso tipo di problema può verificarsi guardando un film horror. “Il cervello si dimentica in quel momento che ciò che sta vedendo non è un pericolo reale e carica la risposta fisiologica che sarebbe appropriata se invece lo fosse”.

A sua volta, il nostro corpo entra in modalità ‘combatti o fuggi’, il che significa che è inondato di adrenalina e di sostanze chimiche cerebrali che inducono euforia, come endorfine e dopamina, tutti elementi che possono pomparci e farci sentire pronti per affrontare qualsiasi cosa (o almeno Michael Myers!).

Siamo terrorizzati, ma anche al sicuro

Potreste pure ricevere una scarica di adrenalina durante la proiezione di un horror, ma in realtà non siamo affatto in pericolo mentre guardiamo, ad esempio, La Notte del Giudizio, che è un’altra parte enorme del fascino del genere. “State vedendo cose spaventose all’interno di un ambiente controllato e credo che sia qualcosa che tutti noi desideriamo”, afferma Margot Levin, PhD, psicologa di New York.

Risale alla prima infanzia“, ​​spiega. “Pensate a un bambino che impara a camminare: una delle cose che gli piace fare è scappare dal genitore, arrivare a un certo punto in cui fa un po’ paura e poi tornare indietro. Si tratta di giocare con il pericolo, ma con un senso di sicurezza. ”

walking dead world beyond serie 2020Nonostante l’assenza di una vera minaccia, molte persone provano ugualmente un senso di realizzazione quando arrivano al termine di un film del terrore. “proviamo una sensazione del tipo ‘Ho affrontato qualcosa che stava al di fuori della mia zona di comfort e l’ho conquistata’ “, dice Jeffrey Gardere, PhD, psicologo di New York City. “Questo ci dà fiducia.”

Ci aiuta a prepararci al peggio

I film horror ci danno un’idea di come potrebbero verificarsi situazioni pericolose per la vita, il che può farci sentire in qualche modo più preparati in caso di minaccia reale. “Si tratta di cercare di imparare a prevedere il mondo che ci circonda“, spiega Coltan Scrivner, dottorando presso il Dipartimento di Sviluppo Umano Comparato dell’Università di Chicago. “Cosa fanno le altre persone, anche se sono personaggi di fantasia, quando si trovano in questo tipo di situazione? Cosa fanno gli altri quando si trovano ad affrontare un particolare tipo di minaccia o di sfida? ”

Il Dott. Jeffrey Gardere ammette di essere affascinato dagli horror con gli zombi e lo racconta in questo modo: “C’è una piccola parte di me che crede che a un certo punto potrebbe esserci qualche effetto collaterale di qualche farmaco che non rianimerà i morti, ma che potrebbe influenzare veramente un lobo temporale frontale o qualcosa del genere, con le persone che potrebbero iniziare a comportarsi in modi che potrebbero essere molto pericolosi “.

Guardando serie TV come The Walking Dead, Jeffrey Gardere può allora capire cosa potrebbe accadere se il suo peggior incubo diventasse realtà, e non prende appunti soltanto per quanto riguarda i morti viventi. “Come psicologo, guardo uno show come The Walking Dead per vedere come si comporta la gente durante un’apocalisse zombi, come fanno a diventare loro i veri mostri. Gli zombi non sono altro che lo specchietto per le allodole.”

L’horror ci insegna a tener testa a determinate situazioni difficili

Oltre a fornirci una sorta di ‘manuale di comportamento’, gli esperti dicono che guardare film del terrore può aiutarci a sviluppare strategie adattative. “Ritengo che le persone che li guardano in grande quantità stiano imparando a gestire l’incertezza, la suspense e l’ansia”, dice Coltan Scrivner. Recentemente è stato coautore di uno studio che mostra come i fan dell’horror siano più resistenti e meno psicologicamente angosciati rispetto ai non fan di fronte alla pandemia di Covid-19 scatenatasi recentemente, probabilmente proprio grazie alle loro abilità di adattamento a situazioni drammatiche ben affinate.

carrie de palma film“Riteniamo che quello che sta succedendo sia che gli appassionati di cinema horror stiano essenzialmente costruendo un kit di emergenza teso a fronteggiare l’ansia o la paura“, afferma Coltan Scrivner. “Perché è esattamente ciò che fai quando guardi un film dell’orrore. Regoli le tue emozioni in modo tale da ritrovarti in un punto che ti consenta di avere paura, ma anche di divertirti.”

Ci consente di esplorare il nostro lato oscuro

“Abbiamo tutti delle parti inconoscibili di noi stessi che penso vengano in qualche modo esternalizzate in pericoli al di fuori di noi”, dichiara Erin Hadley, PhD, psicologa di Philadelphia.

Una delle ragioni per cui potremmo essere attratti dall’horror, afferma, è che ci permette proprio di esplorare quelle zone tabù. “Con un film come Carrie – Lo sguardo di Satana, ad esempio, molti individui si identificano con il suo essere vittima di bullismo e tormenti a scuola ea casa. Ma, per questo motivo, devi forse fare il tifo per lei affinché inizi a massacrare i suoi compagni di classe? Io credo che molte persone lo facciano.”

Identificarsi con chi compie il male in un film è un’interpretazione classicamente freudiana [del motivo per cui ci piace il genere horror]”, aggiunge Krista Jordan. “È la stessa ragione per cui Sigmund Freud sosteneva che ci piace guardare la boxe: non ci identifichiamo con la persona che viene picchiata; ci identifichiamo con la persona che picchia a morte l’altro tizio. Penso che molte persone farebbero fatica ad ammetterlo, ma a dire la verità, ritengo che sia quello che probabilmente succede a un certo livello”.

Ci fa credere di essere diversi dalla vittima e quindi che abbiamo maggiori probabilità di sopravvivere

Guardando le vittime nei film dell’orrore commettere errori evidenti – come scendere nello scantinato buio, tornare indietro nella casa o separarsi dagli altri … – riusciamo a convincerci che, qualora ci trovassimo nella stessa situazione, noi potremmo invece sopravvivere.

The Purge (2018) serie TV“C’è sempre una di quelle scene in cui la vittima designata riesce a sfuggire all’inseguitore e poi inizia ad allontanarsi molto lentamente e poi si volta”, afferma Krista Jordan. È in questo preciso istante che potremmo ritrovarci a urlare verso lo schermo (perché, beh, il killer si sta ovviamente rialzando!) – e non è solo perché gridare di paura durante un film dell’orrore aggiunge divertimento e scarica la tensione.

“Credo che ci sia quella parte di noi che sta cercando di dire, ‘Non succederebbe mai a me‘ “, spiega Krista Jordan. ” ‘Ecco tutti i modi in cui io risponderei a una situazione del genere in modo diverso.’ ” Ad esempio, ci nasconderemmo meglio, penseremmo più velocemente e mai, mai inciamparemmo mentre corriamo in un bosco!

“È un po’ come se leggessi un articolo sul giornale su qualcuno che è stato ucciso in strada in un crimine accaduto alle 4:30 del mattino e dicessimo a noi stessi:’ Non mi succederebbe mai, perché non sarei mai uscito di casa alle 4:30 del mattino!”, conclude Margot Levin. “È un pensiero magico. È il modo in cui ci separiamo dalla nostra paura che possano accaderci cose terribili”.

Di seguito un lungo filmato che raccoglie moltissimi trailer dei film horror in uscita tra il 2020 e il 2021:

Fonte: Health