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Voto: 7.5/10 Titolo originale: Groundhog Day , uscita: 11-02-1993. Budget: $14,600,000. Regista: Harold Ramis.

Dossier | Ricomincio da capo di Harold Ramis: un loop di ispirazione buddista

11/04/2020 recensione film di Sabrina Crivelli

La commedia fantastica del 1993 con Bill Murray e Andie MacDowell nasconde una chiave di lettura spirituale profonda

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Chi non ha visto Ricomincio da capo (Groundhog Day) almeno una decina di volte nella vita? Strano a dirsi, è uno di quei film che ogni volta che riguardiamo ci rivelano qualcosa di nuovo, una diversa possibile lettura. Se infatti, in superficie, potrebbe apparire una simpatica storia fantastica in stile Ai confini della realtà, il suo simbolismo va ben oltre, celando un valore spirituale profondo. Se ci soffermiamo sulle premesse narrative, a un livello più immediato, il titolo discende da una festa tradizionale americana, celebrata il 2 febbraio. La vediamo celebrare in un piccolo paese di montagna, Punxsutawney, in cui ogni anno una marmotta, Punxsutawney Phil, prevede la data esatta in cui finirà l’inverno. Il protagonista si è diretto nel luogo per girare un reportage annuale dell’evento, seppur non ne sia proprio entusiasta. Tuttavia, il film ha talmente influenzato la cultura popolare che il termine (in italiano tradotto con il “Giorno della marmotta”) è entrato presto nel vocabolario comune con un nuovo significato: ripetere la stessa medesima esperienza più e più volte.

ricomincio da capo film locandinaRicomincio da capo, segue le vicissitudini di un meteorologo egocentrico ed egoista, Phil Connors (un ruolo che soltanto Bill Murray poteva rendere con tanta verve e naturalezza), che si ritrova improvvisamente intrappolato in un loop temporale e si trova a ripetere le stesse 24 ore appena vissute. Ciò finché non riesce a spezzare il ciclo attraverso la redenzione personale. È una grande metafora esistenzialista, che alcuni studiosi considerano buddista, cristiana o ispirata alla filosofia secolare. Inoltre, a livello pratico, possiamo applicare il messaggio al modo in cui utilizziamo tutti i giorni della nostra vita.

In particolare, il film del 1993 contiene un sottotesto buddista, particolare confermato da quanto ammesso dal regista stesso, Harold Ramis, che era un conoscitore ed estimatore di tale dottrina. Infatti, la suocera e uno dei suoi migliori amici erano buddisti Zen, e gliene trasmisero i precetti. Fu poi lui stesso a parlarne in una intervista al Chicago Magazine nel 2008, dichiarando il buddismo “memorabile, semplice, che non richiede articoli di fede, ma completamente umanistico da tutti i punti di vista possibili”. Ha poi aggiunto: “Quindi faccio proselitismo senza praticarlo”.

E, indubbiamente, Ricomincio da capo rappresenta un modo di fare proselitismo piuttosto divertente! È un po’ come il sushi, è così delizioso che a malapena ti rendi conto di star mangiando pesce crudo. Probabilmente, è questa una delle ragioni del duraturo successo del film e del suo imperituro status di cult. Si tratta in fondo di un’opera davvero spassosa, in cui però ridendo si intravvede il significato della vita. E, proprio come quest’ultima, anche il lungometraggio non è di immediata interpretazione, nonostante le apparenze

Ci sono molte teorie sul loop temporale che coinvolge Phil (che secondo alcuni durerebbe addirittura quasi 34 anni, guardate questo video) e sul modo in cui è riuscito a uscirne. Alcuni sostengono sia una metafora della psicoterapia, nelle cui sedute si ripetono le vicende del proprio passato fino a quando non si ha una svolta che consente di smantellare vecchi schemi comportamentali tossici. Altri sostengono che rimandi al paradigma classico dell’economia, che vede il ripetersi costante di cicli economici. Eppure, alcuni indizi di cui pare disseminato lo svolgimento di Ricomincio da capo, sembrerebbero rimandare invece a un cammino più spirituale, una lettura ‘religiosa’ dell’esistenza umana e del mondo circostante.

ricomincio da capo 6Un grande insegnamento buddista

Uno dei princìpi centrali del buddismo è che dobbiamo continuare a reincarnarci fino a quando non giungiamo all’illuminazione, il Nirvana. Ad essere precisi, si tratta del ciclo delle rinascite (in sanscrito saṃsāra) ed è costruito intorno a una “coscienza deposito”, Vijñāṇa, responsabile delle del trasferimento delle impressioni, ovvero gli atti volitivi che in vita sono stati compiuti. Questa viene tramandata alle vite successive. La legge che determina il saṃsāra è il karma e segue un principio di causa effetto. Cosa significa?

Questo implica che le azioni e scelte compiute nelle vite precedenti influenzino le vite successive. In base a ciò, la coscienza può reincarnarsi in diversi ‘modi di esistenza’, chiamati gati, alcuni ‘inferiori’ come piante e animali umili e altri più vicini a Dio. Si procede dunque per un cammino evolutivo, che porta al superamento dell’ignoranza e dell’ego fino al raggiungimento dall’auto-consapevolezza. Così, si arriva a uno stato di verità profonda, di interconnessione con un livello superiore di coscienza, liberandosi quindi dal ciclo delle rinascite e raggiungendo il Nirvana.

Torniamo quindi a Ricomincio da capo. Anzitutto, è giusto sottolineare che il film non solo è stato girato da Harold Ramis, che conosceva bene la dottrina buddista (come anticipato), ma antiche scritto dal buddista zen Danny Rubin (come riporta il commento al film di Ramis nel DVD). Soffermiamoci quindi su ciò che accade al protagonista. Phil si ‘reincarna’ ogni giorno, ma trasforma anche il suo comportamento nel ‘tempo’. Inizialmente sfrutta questa sua situazione del tutto singolare. Deruba un furgoncino porta-valuta, si strafoga di dolci, inganna una donna per portarla a letto. Dopo un po’, però, inizia a trascorrere la giornata in modo più costruttivo, con attività in grado di migliorarlo e compiendo gesti compassionevoli verso gli altri. Proprio quando riesce, pian piano, a diventare una migliore versione di se stesso, viene infine liberato dal loop temporale di cui è prigioniero, e allo stesso tempo conquista l’amore della sua virtuosa produttrice, Rita (Andie MacDowell).

ricomincio da capo 4Ora, se andiamo un po’ indietro e ci riferiamo alla mitologia classica, la situazione di Phil non è poi tanto distante da quella di Sisifo, che era destinato a spingere un masso su per una montagna per l’eternità, e senza sosta. Ne spiega il valore simbolico Albert Camus nel suo saggio “Il mito di Sisifo”, in cui sostiene che simboleggi l’assurdità dell’esistenza vista come un continuo affannarsi dietro a occupazioni e obbiettivi insignificanti.

Lo scrittore sostiene, invece, che dobbiamo cercare la speranza, e quindi un significato profondo. Allora, qualsiasi sia la difficoltà da affrontare, perfino fosse la condizione di Sisifo, può essere compresa e accettata.

Passando a un altro orizzonte culturale, esiste un’affine fiaba sapienziale di matrice buddista. Un monaco illuminato si inerpica su una montagna per poter prendere un cucchiaio di neve che gli serve per riempire un pozzo alle pendici, e ripete l’azione, ancora e ancora. Alcune lezioni richiedono tempi lunghi e gesti apparentemente inutile per essere apprese. Il monachesimo buddista, d’altronde, si basa su una stringente routine, fatta di rituali quotidiani, che si ripetono uguali per decenni di pratica.

Eppure ogni momento è diverso. Se ci basiamo sul detto del saggio Eraclito: “Nessun uomo entra mai nello stesso fiume due volte, perché non è lo stesso fiume e non è lo stesso uomo”. In tal senso, per Phil non si ripete mai due volte lo stesso giorno, perché c’è un elemento fondamentale che cambia ogni volta, ed è lui! E che cosa è in fondo il tempo? Solo un’illusione, un miraggio, professa la dottrina buddista. Phil stesso inizia a chiederselo quando capisce che si sta ripetendo sempre la stessa giornata. Tra sé e sé sussurra: “E se non ci fosse un domani? Oggi non c’è stato!“. Forse, infatti, non c’è passato o futuro. C’è solo l’adesso.

ricomincio da capo 7Un lungo Purgatorio 

Il concetto cattolico di Purgatorio, ossia il regno ultraterreno in cui le anime devono stazionare finché non hanno espiato i loro peccati pregressi e si guadagnano il Paradiso, si adatta perfettamente al film di Harold Ramis. Inoltre, ha parecchio in comune con il concetto buddista di saṃsāra. Concentrandoci su Ricomincio da capo, ci sono molti riferimenti e motivi ricorrenti a supporto dell’idea che l’eterno ritorno, il cosiddetto “giorno della marmotta” sia riferibile alla dottrina cristiana, almeno quanto a quella buddista.

Intanto si tratta di piccole cose, battute di Phil che hanno un ché di catolicheggiante. Ad esempio, ad un certo punto il protagonista dice a Rita, mentre la sta corteggiando, “Sulla neve hai le movenze di un angelo”, e non solo. C’è un altro dialogo che li vede protagonisti che combina comicità a una nota deliziosamente blasfema: Phil afferma infatti di essere addirittura una divinità e, mentre lei lo fissa perplessa, aggiunge: “Ho detto che sono un dio, non Dio. Almeno credo“. Poi inizia ad elencare nel dettaglio i particolari dell’esistenza di parecchi avventori della tavola calda in cui si trovano. Infine, dichiara anche: “Probabilmente il vero Dio usa dei trucchi. Probabilmente non è onnipotente, ma è lì da tanto tempo che sa tutto”.

Poi c’è il mistero della morte. Inizialmente, un senzatetto chiede l’elemosina e Phil si dà una pacca sulle tasche dei pantaloni, dopo aver mimato di cercare qualche moneta senza trovarla. Tuttavia, il protagonista, dopo qualche ‘reincarnazione’ si ravvede e cerca di aiutare ripetutamente lo sventurato, ma finisce per scoprire tristemente che l’uomo muore ogni volta. È la lezione che vuole trasmettere la Preghiera della Serenità scritta dal teologo Reinhold Niebuhr:

Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza.

ricomincio da capo 3Dopo aver accettato di non poter salvare il poverino, Phil intraprende una strada molto diversa, superando il trauma dell’impotenza davanti ad alcune tragedie della vita e giungendo all’accettazione, allo stesso tempo si dedica all’altruismo (prende al volo un ragazzino che cade da un albero salvandogli la vita, pratica la manovra di Heimlich al sindaco che sta per soffocare, e così via …). È questo cambio di direzione che gli permette di uscire dal Purgatorio.

La forza della speranza

Qualunque sia il significato profondo che Ricomincio da capo ci riserva, è innegabile che sia un inno alla speranza. Phil sopravvive ai suoi numerosi tentativi di suicidio – saltando giù dalla finestra di una chiesa, facendo cadere un tostapane nella vasca da bagno, buttandosi giù a gran velocità da una scogliera con la macchina – e rinasce come uomo fiducioso e caritatevole, un uomo migliore. Temprato dalla morte, ad un certo punto dice addirittura ai suoi spettatori:

Quando Čechov alzò gli occhi al cielo, vide un inverno buio e gelido, oltre che privo di speranze. Noi sappiamo che l’inverno è solo una tappa del ciclo della vita. Ma stando qui tra gli abitanti di Punxsutawney, al tepore dei loro cuori e dei loro focolari, non posso immaginare un destino migliore di un lungo e luminoso inverno.

L’inverno è difatti una grande metafora della desolazione che precede la rinascita. “Ok, vi farò una previsioni per l’inverno”, afferma a un certo punto il meteorologo davanti alla camera da presa, “Sarà molto freddo, sarà cupo e tetro e sarà lunghissimo, fino alla fine della vostra vita”. Tuttavia, poi supera il gelo e si conquista la sua primavera.

ricomincio da capoSi arriva quindi a una fase più positiva. Il tutto incomincia con uno slancio di ottimismo. Phil si sveglia una mattina e abbraccia felice uno sconosciuto, poi gli cita Samuel Taylor Coleridge, affermando: “All’aria aperta, l’Inverno assonnato reca lieto in volto un sogno di primavera!” Viene dal sonetto “Il lavoro senza speranza” che contiene il famoso verso “Fiorite per chi potete”, e che calza perfettamente al cambiamento avvenuto in Phil.

D’altra parte, le avventure vissute da Phil seguono lo schema del viaggio dell’eroe classico. Dapprima, viene proiettato in un’avventura inaspettata, affronta mille difficoltà, si dispera, subisce perdite, ma alla fine impara a superare gli ostacoli. In ultimo, nell’epilogo, riesce a diventare il beniamino della città, tante sono le buone azioni che è riuscito a collezionare in un solo giorno.

Un inno all’oggi

Non è necessario essere seguaci del buddismo o del cristianesimo, oppure credere nella reincarnazione o nel Paradiso, perché Ricomincio da capo possa valere come monito nella nostra quotidianità. “Che cosa fareste se foste bloccati in un posto e i giorni fossero uguali e per quanto vi sforziate non servisse a niente?” Phil chiede, in una sequenza, mentre sorseggia una birra con due abitanti del luogo. “Ehi, sembra il ritratto della mia vita” gli risponde uno di loro. E a chi non è mai capitato di provare qualcosa di simile, che sia solo un periodo di qualche giorno, oppure di interi anni? È la “vita di silenziosa disperazione” di Henry David Thoreau. È il mito di Sisifo. È la pre-epifania di George Bailey in La vita è meravigliosa.

ricomincio da capo 9“Secondo me la gente dà troppa importanza alla carriera” Phil dichiara a Rita. “Vorrei poter vivere in montagna, a grandi altezze. È là che mi vedo tra cinque anni. Che ne pensi tu?”. Tale necessità riporta alla mente un altro personaggio incarnato da Bill Murray: Larry Darrell in Il filo del rasoio (The Razor’s Edge). Nell’adattamento del 1984 tratto dal celebre romanzo omonimo di W. Somerset Maugham, il protagonista si recava in pellegrinaggio sull’Himalaya per trovare l’illuminazione con una comunità di monaci tibetani.

Tuttavia, è “facile essere un santo in cima a una montagna”. Non lo è altrettanto tra noi quaggiù nella valle, dove è invece assai più difficile. Il giorno prima non è poi così diverso dal quello che lo segue. A volte andiamo avanti con il pilota automatico. Siamo annoiati. Ripetiamo le nostre cattive abitudini all’infinito. Alcune volte siamo egocentrici, altre un po’ sciocchi.

Tuttavia, ogni giorno che trascorre qualcosa cambia, anche se è impercettibile. Siamo noi stessi. E possiamo scegliere come si svolgerà il nostro presente e come evolveremo lentamente. Potremmo perfino ispirarci a Ricomincio da capo per qualche buon proposito da intraprendere: studiare la letteratura francese del diciannovesimo secolo, suonare il piano, capire come aiutare di più gli altri. Come Phil, possiamo usare creatività e compassione per cambiare la nostra esistenza, che è sempre come un bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, sta a noi decidere quale sia dei due.

Ricordandoci sempre che la ricerca di un significato profondo è essa stessa significativa. E oggi, così come domani, dopodomani (e così via) può essere il primo giorno di primavera.

Di seguito trovate la scena di Ricomincio da capo in cui in cui Bill Murray si dichiara un dio:

 

Fonte: CNN