Voto: 6.5/10 Titolo originale: Starman , uscita: 13-12-1984. Budget: $22,000,000. Regista: John Carpenter.
Dossier: Starman, il John Carpenter romantico che non ti aspetti
04/12/2022 recensione film Starman di Marco Tedesco
Nel 1984, Jeff Bridges e Karen Allen erano i bravi protagonisti di una storia d'amore sci-fi atipica per il regista, ma riuscita
Reduce dalle atmosfere orrorifiche di La Cosa e Christine la macchina infernale, John Carpenter sceglieva di tornare nei cinema nel 1984 proponendo al pubblico stavolta un alieno buono raccontando, sulla base di un incontro ravvicinato del quarto tipo, una insolita – almeno per le sue corde – storia d’amore.
In Starman, che aveva alle spalle una storia interessante in quanto il suo copione era stato proposto agli Studios hollywoodiani prima di E.T. l’extra-terrestre e da essi era stato rifiutato per poi essere rilanciato con solerzia dopo l’imprevedibile internazionale successo della favola per famiglie di Steven Spielberg, il protagonista è un essere misterioso giunto sulla Terra da una remota galassia.
Starman (‘Uomo delle stelle’) è il suo nome; il suo animo e la sua segreta sensibilità sono gentili, refrattari a qualsiasi tipo di violenza. Per una serie di circostanze, che si scopriranno sequenza dopo sequenza, Starman si nasconde sotto l’aspetto fisico di Scott (Jeff Bridges), un operaio deceduto in un incidente automobilistico.
Quando Jenny Hayden (Karen Allen), la vedova di Scott, si ritrova di fronte il marito, pensa di soffrire di allucinazioni, ma la sua avventura è appena incominciata. Molte cose accadranno in quell’angolo sperduto del Winsconsin dove Starman, che conosce tante cose ed è stato ‘programmato’ per una precisa missione, imparerà 1 comportamenti maschili e femminili, il significato della parola ‘benzina’ e il pericolo di soffocamento che, per un alieno come lui, si nasconde dietro il fumo di una sigaretta.
Questa creatura misteriosa, che ha in sé un soffio autentico di poesia, di ribellione e di bontà, farà presto a capire che i cattivi sono i politici, gli scienziati, i militari decisi a vivisezionarlo.
Se egli, infatti, era giunto sulla Terra a bordo del Voyager per studiare con messaggi di pace la nostra civiltà, i terrestri lo ripagano di sporca moneta. Lo braccano, lo spiano, lo feriscono nell’anima e tentano con ogni mezzo di impedirgli l’incontro coi suoi ‘fratelli’ che, dopo tre giorni, gli hanno dato un appuntamento in Arizona, al centro di uno scenario da desolato western.
Il film si svolge su due piani: quello della tenera, impacciata e vulnerabile storia d’amore, quasi un’educazione sentimentale, tra Starman e Jenny e quello della caccia al ‘diverso’. La regia di John Carpenter è abile, di grande mestiere soprattutto nella commistione tra gesti e abitudini quotidiane ed effetti speciali, ma il copione ha almeno un paio di problemi.
Il primo è che, intorno al semplice e infantile nocciolo della storia, la vicenda ruota in modo ripetitivo; il secondo è che non sempre il racconto si dipana, come se a scoprire questo nostro mondo e la nostra difficile realtà fosse l’uomo diverso, l’alieno.
Continuamente sbilanciato tra il fantastico e il realistico, lo spettatore rischia così di perdere il filo e la pur intelligente ‘fantascienza’ della ‘fantacoscienza’ moderna favola spesso induce la platea più al sorriso ironico che non all’immedesimazione poetica e malinconica che la sceneggiatura cerca.
Gli squilibri e i vuoti espressivi di Starman, però, sono colmati dai pittorici e realistici scenari del racconto, dalla ottima colonna sonora (strumentale di Jack Nitzsche, più brani dei Rolling Stones, con la voce di Frank Sinatra e di Vern Gosdin), dagli effetti speciali che ci regalano l’antico e futuristico ‘senso del meraviglioso’.
Il protagonista Jeff Bridges si è guadagnò una nomination agli Oscar come miglior attore: quella di Starman è una strana e iperrealistica recitazione ‘da burattino’, che esteriorizzata sul piano mimico e interiorizzata nella suspense, puntellando e sorreggendo l’intero film. La graziosa e misurata Karen Alien è invece la sensibile ‘spalla’ femminile, mentre caricati e talvolta ai limiti dell’irritante risultano i caratteri minori. Ma si può sorvolare.
Di seguito trovate il trailer di Starman:
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