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Voto: 7/10 Titolo originale: Super 8 , uscita: 08-06-2011. Budget: $50,000,000. Regista: J.J. Abrams.

Dossier: Super 8, il nostalgico omaggio di J.J. Abrams al cinema sperimentale di Spielberg

27/06/2023 recensione film di Marco Tedesco

Nel 2011, il regista tornava sulle scene con un'opera originale e ossequiosa nel modo giusto

super 8 film 2011 elle

Arrivato nei cinema nel 2011, Super 8 è un poco velato omaggio del suo sceneggiatore e regista J.J. Abrams, al suo produttore, Steven Spielberg. È anche una lettera d’amore a tutti coloro che hanno una passione per il cinema che emerge in giovane età.

Pur etichettabile come un prodotto di ‘seconda fascia’ (solo 50 milioni di dollari di budget), Super 8 era già all’epoca un film piuttosto ‘anomalo’ all’interno del panorama delle uscite hollywoodiane contemporanee: vanta infatti una storia del tutto originale (non un sequel, uno spin-off, un reboot o un adattamento).

Gli effetti speciali sono all’avanguardia (ma qualcuno si aspetterebbe qualcosa di diverso da una collaborazione tra Abrams e Spielberg?), ma non sono utilizzati in modo gratuito. A differenza di molti film di fantascienza, Super 8 sceglie di mettere i suoi personaggi davanti ai mostri e alle grandi esplosioni. J.J. Abrams ricorda la semplice regola che la maggior parte dei suoi colleghi ha dimenticato: l’azione sfrenata e il caos hanno ‘senso’ solo quando il pubblico si interessa davvero alle persone intrappolate in quelle vorticose situazioni.

Super8.jpgJ.J. Abrams apporta poi un elemento biografico a Super 8, ricordando i giorni in cui, come molti futuri cineasti ispirati dalla schiera di registi visionari esplosi sulla scena tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, prendeva in prestito la cinepresa Super 8 dei suoi genitori e girava un ‘film’.

Ambientare l’azione nel 1979 consente anche una dose di meritata nostalgia per quanto riguarda la musica, l’abbigliamento, i modi di fare e la tecnologia (molto prima dell’avvento di Stranger Things).

La cinepresa Super 8 è, ovviamente, un artefatto del passato (i ragazzi di oggi usano gli smartphone per fare cinema), ma è un oggetto caro a molti. Senza il Super 8, ci sarebbero stati i vari Spielberg, Francis Ford Coppola o George Lucas?

È impossibile guardare Super 8 e non rievocare due delle prime produzioni più note di Steven Spielberg: Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T. l’extraterrestre. Ma ci sono anche elementi dei suoi lavori più ‘cupi’ – Lo squalo, Jurassic Park, La guerra dei mondi – e cenni ad alcuni dei titoli a cui Spielberg ha prestato il suo nome solo in veste di produttore – Poltergeist, Gremlins, I Goonies.

Come regista, il curriculum di J.J. Abrams era ancora troppo breve per poter rivendicare una ‘voce distintiva’ (anche se ce n’erano stati accenni in Star Trek del 2009, sepolti sotto il peso della mitologia di quell’universo iconico), ma in Super 8 comincia a emergere. È un po’ più veloce, più nitida e più tagliente di quella di Steven Spielberg, ma non così diversa da rendere l’influenza del suo ‘padrino’ fuori luogo.

Super 8 segue le disavventure di sei giovani adolescenti che si trovano per caso nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il progetto che li riunisce è quello di girare un film clandestino sugli zombie, che richiede che escano di nascosto dalle loro case a mezzanotte e si riuniscano vicino a una vicina stazione ferroviaria.

Lì possono realizzare il loro progetto in Super 8 senza l’interferenza di adulti che non lo capiscono. Sono Joe Lamb (Joel Courtney), il guru del trucco e degli effetti speciali del film; Alice Dainard (Elle Fanning), l’attrice principale; Charles (Riley Griffiths), il regista; Cary (Ryan Lee), il cameraman piromane; Preston (Zach Mills), l’addetto alle luci; e Martin (Gabriel Bosso), l’attore principale. Le cose vanno bene, soprattutto per Joe, che si trova ad andare d’accordo con Alice, sue storica cotta, quando arriva il disastro imprevisto.

Un treno deraglia in modo spettacolare, lanciando detriti in tutte le direzioni. Il deragliamento è stato un incidente o un atto deliberato di sabotaggio? Perché i militari, guidati dal colonnello Nelec (Noah Emmerich), dalla faccia truce, si precipitano sul posto quasi immediatamente? E cos’è la creatura che si intravede muoversi tra i rottami del treno?

Una lezione ovvia che Abrams ha imparato da Spielberg ha le sue radici in Lo squalo: quando si tratta di un mostro, mostrarlo il meno possibile è la cosa migliore. A tal fine, finché non arriva il momento della ‘grande rivelazione’, la creatura si intravede solo brevemente. Anche durante l’attacco a un autobus (che ricorda la furia del T-Rex in Jurassic Park), la cinepresa evita di soffermarsi sull’essere. Con Lo squalo, si era trattato di un ‘felice incidente’, reso necessario dal fatto che lo squalo finto appariva troppo sciocco per rimanere a lungo sullo schermo. Con Super 8 e i suoi raffinati effetti speciali, si tratta invece di una decisione deliberata.

super 8 film 2011Le relazioni tra i ragazzi rappresentano il cuore e l’anima del film. Questi sei amici si comportano l’uno con l’altro come fanno i veri adolescenti nerd. C’è il predominio di Charles, la rivalità tra Charles e Joe per le attenzioni di Alice e l’emergere di Joe come improbabile eroe. Anche la vita domestica entra in gioco, con la numerosa e vivace famiglia di Charles che si contrappone ai rapporti conflittuali tra Joe e il padre poliziotto, Jack (Kyle Chandler), e Alice e il padre disdicevole, Louis (Ron Eldard).

Come in molti film incentrati su protagonisti giovani, tuttavia, gli adulti sono di secondaria importanza e funzionano più come espedienti per la trama che come individui pienamente valorizzati.

Gli attori, quasi tutti alle primissime armi (quella con più esperienza è Elle Fanning, allora in via di emersione dall’ombra della sorella maggiore), apportano a Super 8 una genuinità naturale. Joel Courtney mostra più equilibrio di quanto ci si possa ragionevolmente aspettare da un attore al suo debutto professionale; è il protagonista e non c’è mai motivo di dubitare del suo casting. Degno di nota è anche Ryan Lee, la cui stravagante interpretazione di Cary aggiunge un elemento di sollievo comico (non che Super 8 diventi mai abbastanza cupo da averne bisogno).

In un certo senso, Super 8 offre alla generazione odierna di cinefili un accenno di com’era per quelli della generazione precedente andare al cinema negli anni ’70 e ’80 e sperimentare l’ultimo prodotto dell’immaginazione e dell’abilità di Steven Spielberg.

Nel corso degli anni, Spielberg è maturato come regista, ma alcune delle sue opere migliori rimangono quelle in cui stava ancora sperimentando mentre perfezionava il suo mestiere. Sta di fatto che Super 8 è per molti versi un perfetto film estivo: intelligente, emozionante, sentito e soffuso di nostalgia. È bello vedere un prodotto hollwoodiano che non richiade una lobotomia temporanea per essere goduto.

Di seguito trovate il trailer italiano di Super 8: