[esclusivo] Intervista a Walter Koenig, dall’ottimo lavoro di J.J. Abrams su Star Trek al rapporto con Leonard Nimoy
24/10/2016 news di Alessandro Gamma
Al Festival di Sitges abbiamo incontrato il mitico Pavel Chekov, che ci ha parlato tra le altre cose del film migliore a cui ha partecipato e di Anton Yelchin
Classe 1936, Walter Koenig è praticamente per tutti il navigatore Pavel Chekov della serie originale – e poi dei film – di Star Trek. Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo al Festival di Sitges, dove è arrivato per celebrare i 50 anni della saga stellare creata da Gene Roddenberry e per tenere una significativa masterclass (QUI tutto quello che ha detto).
Ha visto i nuovi film di Star Trek? Cosa ne pensa?
Penso che i nuovi film siano buoni, mi sono divertito a guardarli. Ho visto il più recente [Beyond] sull’aereo mentre stavo venendo qui a Sitges e penso che abbiano fatto una cosa molto interessante, ovvero realizzare scene specifiche per i diversi personaggi mentre la trama va avanti e tutti quanti vi partecipano insieme. Sono riusciti a focalizzarsi su due personaggi alla volta, ad esempio sul Dott. McCoy e Spock, e questo è bello perchè così riesci a conoscere meglio il protagonisti, a capire le relazioni tra loro e quello che pensano. Il pericolo in questi film così spettacolari è di sacrificare la storia e i personaggi in favore dello spettacolo e degli effetti speciali visivi. Questa è una cosa che succede la maggior parte delle volte. Non so se avete visto qualcuno dei film della DC, come quelli di Batman o Superman, e anche questi soffrono di questo limite, sono così intenti a mostrare esplosioni ed edifici che crollano… fai fatica a trovare l’umanità in essi, non riesci davvero a fare il tifo per loto, vuoi solo vedere gli effetti speciali. J.J. Abrams e la sua società però ci hanno pensato e sono riusciti a mescolare lo spettacolo e la caratterizzazione, e penso che abbiano fatto un lavoro particolarmente efficace in quest’ultima pellicola di Star Trek.
In Star Trek IV – Rotta verso la Terra c’è una sequenza in cui si parla di vascelli nucleari (trovate la clip in fondo), che si dice sia stata girata con una telecamera nascosta. Ci può dire qualcosa a riguardo?
Non era una telecamera nascosta. Quella sequenza fu improvvisata, non l’avevamo letta nella sceneggiatura. Mi era stato solo chiesto di andare dai passanti e chiedere loro dove fossero i vascelli nucleari, mentre la telecamera era stata posizionata più lontano in modo da far entrare il maggior numero di soggetti possibile. E’ stata una cosa improvvisata, non c’erano dialoghi scritti, ed è stato divertente girarla. Non c’era una telecamera nascosta però, sapevo bene che erano lì!
Pavel Chekov è stato in parte creato per il pubblico più giovane ma è anche un personaggio russo in un periodo di Guerra Fredda. Cosa ci può dire a riguardo? E come ha sviluppato il suo personaggio?
Si, il personaggio è stato inserito per far breccia su un pubblico di giovani, ed è questo il motivo per cui specificamente è stato creato. Non è stato messo lì per far piacere ai russi o per dare l’idea di una sorta di ‘apertura’ vero l’Unione Sovietica, perchè da quelle parti non hanno mai visto Star Trek! Erano i tempi della cortina di ferro, non vedevano i prodotti occidentali, e certo non il nostro show, almeno fino al crollo dell’U.R.S.S. Per quanto riguarda il mio apporto al personaggio, posso solo dire che ho dato solo quanto mi era stato chiesto. Non ho potuto includere elementi che pensavo avrebbero potuto migliorare Chekov o renderlo più multidimensionale senza il supporto dei dialoghi. I dialoghi erano molto semplici e non c’erano riferimenti a come il mio personaggio si sentisse o cosa provasse. Chekov era lì per redarre dei rapporti, non per essere introspettivo o cose del genere, quindi non ho avuto grandi opportunità per creare un vero personaggio. Questa regola vigeva anche per gli altri personaggi subordinati come Scotty, Sulu e Uhura.
Che ricordi ha di Anton Yelchin, che ha preso il suo posto come Chekov nei nuovi film di Star Trek e di Leonard Nimoy?
Sono due storie differenti. Curiosamente ho conosciuto Anton quasi tanto bene quanto ho conosciuto Leonard, perchè Leonard è stato sempre il Sig. Spock. Le telecamere si spegnevano, veniva dato il ‘cut’ e lui rimaneva Spock, anche durante le pause, sempre! Ci sono centinaia di attori a Hollywood che avrebbero potuto interpretare qualsiasi dei nostri personaggi, avrebbero potuto essere un pochino diversi ma sembrare comunque altrettanto autentici, realistici e interessanti per il pubblico, ma nessuno avrebbe mai potuto interpretare Spock tanto bene quanto ha fatto Leonard. Lo credo fermamente. Penso che Zachary Quinto, che lo interpreta ora, sia piuttosto bravo, ma sta recitando. Leonard ERA il Sig. Spock, tutto il tempo, anche durante il pranzo o la pausa caffè. Anton l’ho conosciuto solo per 2 ore, quando mi hanno invitato sul set durante le riprese del primo nuovo film di Star Trek. L’ho trovato un giovane interessante e affascinante, molto onesto e sincero ed è una tragedia incredibile quello che gli è successo, prima di tutto per la sua famiglia, ma anche per i fan che avrebbero sicuramente continuato ad amare i suoi futuri lavori, perchè era estremamente dotato.
Tra tutte le pellicole di Star Trek alle quali ha partecipato, di quale serba il ricordo migliore?
Senza dubbio Star Trek IV. Ho sentito veramente di star dando il mio contributo alla storia. C’erano dei momenti dedicati a Chekov e avevo persino un mio tema musicale! L’abbiamo girato all’aperto, quando di solito giravamo solamente dentro a un teatro di posa, e siamo andati davvero a San Francisco. Ci siamo divertiti e avevamo da dire delle cose veramente significative, sull’ambiente, sui pericoli derivanti dalla perdita di specie animali, incanalando le cose migliori di Star Trek, discorsi socio-politici rilevanti, che anche se si svolgevano molti anni nel futuro la gente potesse capire e sentire vicini.
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