Home » Cinema » Azione & Avventura » Finalmente l’alba: la recensione del film diretto da Saverio Costanzo

Voto: 4/10 Titolo originale: Finalmente l'alba , uscita: 14-02-2024. Budget: $30,564,825. Regista: Saverio Costanzo.

Finalmente l’alba: la recensione del film diretto da Saverio Costanzo

04/09/2023 recensione film di Giovanni Mottola

Alba Rohrwacher e Lily James sono al centro di un'opera clamorosamente finta, e costosissima

finalmente l'laba film 2023 james

Probabilmente lo ignorate, ma Finalmente l’alba di Saverio Costanzo (La solitudine dei numeri primi) è costato la bellezza di 29 milioni di euro. Se già sembravano uno sproposito in partenza, dopo averlo visto viene la tentazione di pensare a un vero e proprio ammanco di cassa. Il regista li ha usati infatti per realizzare, con sfarzo ed enfasi, una storia che più volte altri prima di lui, con mezzi ben minori, avevano raccontato meglio. Ironia della sorte vuole che nello stesso giorno alla Mostra del Cinema 2023 sia stato proiettato, in versione restaurata, uno di questi insigni antenati: Bellissima di Luchino Visconti.

Il tema è dunque quello del cinema che da sogno, una volta conosciutolo da vicino, può rivelarsi incubo. Per esprimerlo Saverio Costanzo si richiama inopinatamente al caso di Wilma Montesi, una ragazza trovata morta per annegamento sulla spiaggia di Torvaianica nel 1953. Del caso fu sospettato il musicista Piero Piccioni, all’epoca fidanzato con Alida Valli nonché figlio di un importante uomo della Democrazia Cristiana, a quel tempo Ministro degli Esteri.

Montò uno scandalo, ma la verità non venne mai a galla: si sospettò una campagna stampa volta a screditare il padre, orchestrata forse da nemici interni al Partito, e alla fine gli accusatori furono condannati per diffamazione. Nel film compaiono sia Piccioni che la Valli (interpretata da Alba Rohrwacher) ma restano buttati lì sullo sfondo, senza approfondire la questione, che resta anch’essa solo a livello di suggestione. La protagonista è Mimosa (Rebecca Antonaci), che con Wilma ha in comune solo le origini di ragazza di famiglia umile per la quale i genitori aspirano a un matrimonio con un poliziotto.

finalmente l'laba film 2023 posterQuando un trafficone di Cinecittà invita sua sorella a presentarsi per un posto di comparsa in un kolossal sull’Egitto, Mimosa l’accompagna e, come da tradizione, viene presa anche lei. Per una serie di circostanze entra nelle grazie della protagonista (Lily James), unendosi a lei e ad altri divi della troupe per una serata imprevedibile, molto lontana dal suo stile di vita.

Saverio Costanzo sembra incerto se prendere a modello La Dolce Vita di Federico Fellini o Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli.

Nel dubbio c’infila allora sia Anita che Adriana, facendole procedere per mano, almeno per il primo tratto del film, lasciando nel prosieguo la seconda a camminare sulle proprie gambe. Il problema non è che Rebecca Antonaci, al suo primo ruolo importante, non sia la Sandrelli, ma piuttosto che Costanzo non sia Pietrangeli. Lui o Germi o Risi sapevano raccontare questo genere di storie con quell’ironia, a volte bonaria a volte feroce, tipica di chi non si sentiva migliore degli sferzati.

Peccatori, sapevano infatti di esserlo. Ma sapevano anche che sulle coscienze, nell’Italia di quegli anni, il vizio lasciava una macchia di sugo, non di sudicio. E che per ripulirla, con una spruzzata d’ipocrisia, bastava correre la domenica alla Messa.

Saverio Costanzo invece vuole strafare, mostrando il cinema degli anni Cinquanta a Roma come un ambiente dove l’unica salvezza possibile era chiamarsene fuori quando arrivava “finalmente l’alba”, anziché conviverci serenamente con un po’ di sfrontatezza.

Come se fosse stato teatro di torbidi intrighi, squallidi compromessi, consumo di cocaina e abusi sessuali. Tutte queste cose, di tanto in tanto, potevano anche accadere. Ma all’italiana, non certo in stile Hollywood Babylonia. Tornando al paragone con il film di Pietrangeli, una scena può essere estrapolata da entrambi, per evidente analogia. Quella in cui, nella casa dei ricchi, un personaggio viene umiliato per il divertimento dell’annoiato aguzzino e degli altri astanti.

In Io la conoscevo bene la vittima è Gigi Bagini, il vecchio capocomico caduto in disgrazia che pur di ottenere una scrittura si prestava a compiacere con una buffa performance l’ospite d’onore della serata, un suo antico compagno di palcoscenico diventato un divo affermato. Anche Mimosa subisce la stessa sorte per volere della star di cui ingenuamente si credeva ormai amica. In Finalmente l’alba la scena provoca, nei presenti e negli spettatori, soltanto dolore, o al massimo tenerezza o commozione. Invece, nella scena di Bagini, il suo straordinario interprete Ugo Tognazzi riusciva a suscitare anche un riso disperato e feroce.

Ecco il punto debole del film di Saverio Costanzo: l’esagerazione di un sentimentalismo quasi ricattatorio. Che, per coerenza nella fallacia, si ritrova nella prosopopea di alcune scene, espressa anche attraverso lungaggini incompatibili con le più elementari regole di montaggio. Col risultato di realizzare un film clamorosamente finto. Di vero, ci sarà solo il suo insuccesso.

Di seguito trovate il trailer di Finalmente l’alba, al momento senza una data di uscita: