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Voto: 5/10 Titolo originale: G20 , uscita: 09-04-2025. Regista: Patricia Riggen.

G20 (2025): la recensione del film action con Starr e Davis (su Prime Video)

10/04/2025 recensione film di Marco Tedesco

Patricia Riggen dirige un prodotto femminista che punta alto ma finisce per sembrare un TV movie dal cuore materno

Antony Starr in G20 (2025)

Ricordate quel film assurdo con Channing Tatum del 2013, Sotto assedio – White House Down? È esattamente l’atmosfera che si respira in G20, produzione originale di Prime Video con protagonista l’attrice premio Oscar Viola Davis.

Il film è ambientato in un mondo in cui gli Stati Uniti hanno una presidente donna e afroamericana. Originalissimo, vero? La trama ruota attorno a un attacco al vertice del G20, che mette in pericolo leader mondiali (e valute), con una sola donna in grado di salvare la situazione. Sapete cosa colpisce di questo film?

Danielle Sutton riceve esattamente il tipo di ruolo che sarebbe stato assegnato a un Daniel Sutton, se fosse stato al suo posto. Sì, è un thriller d’azione prefabbricato da popcorn, ma c’è qualcosa di affascinante nel vedere Viola Davis pestare i cattivi con brutalità indossando un vestito vermiglio che sembra troppo elegante per combattere.

Nel più classico stile hollywoodiano, G20 ignora completamente i leader degli altri Paesi, come a ricordarci che solo gli Stati Uniti contano davvero e che senza di loro il mondo non potrebbe funzionare.

Il paradosso di tutto questo sta nella facilità con cui la Presidente riesce a gestire un gruppo di terroristi che tentano di far crollare l’economia globale. Ma ehi, almeno c’è un agente australiano che porta un minimo di freschezza alla trama. Pensando a un film sulla presidente americana, il G20, attività terroristica e il pacchetto completo, ci si aspetterebbe davvero poco di più. E invece, inaspettatamente, c’è un cuore, un’emozione reale dentro questo prodotto. Lo so, sembra impossibile.

Negli ultimi tempi si nota chiaramente una tendenza a film che mettono al centro relazioni genitori-figli. È positivo che la realtà trovi spazio sullo schermo, ma è davvero l’unico modo in cui Hollywood riesce a creare connessioni emotive in trame che sembrano uscite da un algoritmo, con dialoghi basilari?

g20 film poster 2025Non che possa lamentarmi troppo, perché il vero motivo per cui vale la pena guardare G20 non è Viola Davis in versione “tosta”, ma il rapporto tra Danielle e sua figlia Serena. Questo è il fulcro narrativo; dimenticate il collasso economico globale o i leader morti, alla fine ciò che ci si chiede davvero è: “Questa donna riuscirà a prendersi cura della sua famiglia?”.

Scherzi a parte, questa prospettiva mi è piaciuta, e c’è qualcosa di soddisfacente in una situazione che ti fa dire: “Tale madre, tale figlia”. Ma è sufficiente per portare a casa il risultato? Non proprio.

Il problema è che, pur avendo l’aspetto di un action movie ad alto budget, G20 sembra più un film per la TV senza sostanza, senza carne sul fuoco—o dovrei dire, senza dazi sulle importazioni. Per uno spettatore come me, questo conta poco, ma per chi ama davvero l’azione, le inquadrature, i dettagli visivi, lascia molto a desiderare.

Dal punto di vista delle motivazioni, mentre i buoni sono sempre mossi dall’amore per la famiglia, avrei voluto più profondità nella storia dei cattivi, invece di una semplice frase come “Hai creato questo mostro, ora affrontalo”. Sembra un atto di ribellione personale, ma dove sono gli elementi personali?

Non è chiaro a chi sia davvero rivolto questo film. Agli amanti dell’azione? Alle donne che vogliono vedersi rappresentate al potere? Agli americani “ideali” che adorano eserciti e dominio globale? Secondo me, G20 non soddisfa nessuno di questi pubblici, cercando troppo goffamente di attrarre un po’ tutti.

A un certo punto del film, il figlio di Danielle chiede a due soldati sudafricani se vengono dal Wakanda. A sua discolpa, crede siano dipendenti dell’hotel, ma questa battuta dice molto sull’atmosfera. E non è l’unico riferimento al Wakanda, perché—ditemi voi—Serena e Shuri non sembrano forse lo stesso personaggio?

Ribellione e genialità tech vanno forse sempre di pari passo, e nessuno ci ha avvertiti? I personaggi sono quasi tutti bidimensionali, anche la stessa Presidente. Non c’è vera sostanza.

Alla fine, G20 è un tentativo mal riuscito di realizzare un film “woke”, senza una reale direzione impressa dalla regista televisiva Patricia Riggen. Si può guardare per passare il tempo, ma senza pensarci troppo.

A dire il vero, sembra un titolo uscito nel 2010, “modernizzato” solo dalla presenza di una presidente nera, donna, dai deepfake e dal tema delle criptovalute.

Se non vi interessa nessuna di queste parole-chiave, o vedere Antony Starr interpretare un altro cattivo, lasciate perdere. Ma se invece volete vedere Viola Davis in un altro dei suoi ruoli di donna potentissima e incrollabile, allora potete anche farci un pensiero per il giovedì sera—a patto di mettere il cervello in standby per 1 ora e 40 minuti.

In un certo senso, G20 è una sorta di fantasia, ma non lascia alcun segno concreto. Ci sono scene divertenti, certo, come strozzare un uomo alto il quadruplo di te con brandelli di vestito, o indossare sneakers abbinate a un abito da festa in seta, come se sapessi già che dovrai affrontare un’orda di energumeni. Ok …

Di seguito trovate il trailer doppiato in italiano di G20, a catalogo dal 10 aprile: