Voto: 5/10 Titolo originale: Greenland , uscita: 29-07-2020. Budget: $34,000,000. Regista: Ric Roman Waugh.
Greenland: la recensione del film catastrofico di Ric Roman Waugh
08/10/2020 recensione film Greenland di Redazione Il Cineocchio
Gerard Butler e Morena Baccarin devono salvarsi dalla caduta di una cometa sulla Terra, che può causare la fine dell'umanità. Niente di nuovo insomma.
Non c’è niente che possa eguagliare l’astuzia pubblicitaria di uno studio hollywoodiano che riesce a far ‘coincidere’ (più o meno dai …) l’uscita di un disaster movie con un evento simile che sta avvenendo davvero nella vita reale. A parte le conseguenze devastanti, ovviamente. Greenland di Ric Roman Waugh (Attacco al potere 3) è infatti stato distribuito in anteprima in alcune zone del mondo (e anche in alcuni cinema degli Stati Uniti) proprio mentre la cometa Neowise ha scelto di attraversare effettivamente i nostri cieli.
Il raro fenomeno astronomico ha raggiunto il suo massimo splendore intorno al 22 luglio scorso, diventando brillante come la stella polare e visibile anche a occhio nudo e senza l’ausilio di telescopi, creando scalpore in tutto il mondo. Il corpo celeste al centro del film, invece, ha un obiettivo molto meno ‘civettuolo’ e chiaramente catastrofico.
Soprannominata “Clark”, la cometa di Greenland viene annunciata dai media, in un primo mento, come un imperdibile evento spettacolare e innocuo. Poi, però, viene rivelato che un pezzo piuttosto grande ha ‘deciso’ di staccarsi dal blocco madre per farsi un viaggetto nell’azzurra atmosfera terrestre.
Anche in questo caso senza grosse conseguenze, visto che gli esperti pronosticano che la maggior parte di esso finirà per sgretolarsi quasi subito e che le restanti ‘briciole’ finiranno comunque nell’Oceano senza colpo ferire. Sospiro di sollievo generale quindi. E invece no, perché quell’enorme ammasso di pietra spaziale si schianta nella Florida centrale.
Greenland si focalizza su una famigliola americana che si ritrova a lottare per la sopravvivenza mentre altri frammenti di cometa iniziano a precipitare dal cielo, scatenando il panico. John Garrity (Gerard Butler), la sua ex moglie Allison (Morena Baccarin) e il figlioletto Nathan (Roger Dale Floyd) intraprendono così un pericoloso viaggio verso la loro unica speranza di salvezza.
Tra terrificanti resoconti di notizie di città di tutto il mondo che vengono rase al suolo dai frammenti, i Garrity si trovano loro malgrado a vivere di persona il meglio e il peggio dell’umanità, mentre combattono contro il crescente caos e il clima di diffidenza e illegalità che presto li circonda. Mentre il conto alla rovescia per l’apocalisse globale si avvicina allo zero, il loro viaggio culmina in un volo disperato e last second verso un possibile rifugio sicuro.
Zeppo di pirotecnici eventi disastrosi in CGI sempre più frequenti man mano che il senso di urgenza aumenta, nonostante sia costato appena 34 milioni di dollari (non esattamente il massimo per un sedicente blockbuster del genere catastrofico) e classificato PG-13, quello che di solito attira il potenziale pubblico verso un prodotto di questo tipo, ovvero immagini di devastazione dalle proporzioni bibliche, tremende quanto affascinanti nel loro essere impensabili, riesce grossomodo nel compito prefissato (anche se in ‘scala ridotta’ rispetto a certi classici del passato).
L’attenzione di Ric Roman Waugh – che certo non è Roland Emmerich e che ha sostituito in cabina di regia l’inizialmente scelto Neill Blomkamp – si focalizza, prevedibilmente, sulla famiglia di protagonisti e sulle loro poco tribolazioni, quindi non dobbiamo aspettarci che tutto vada liscio per loro. Una parte delle 2 ore di Greenland viene utilizzata per descrivere un lato amaro dell’umanità, poiché le persone si dimenticano praticamente subito il concetto di ‘Bene superiore’ optando per la più naturale autoconservazione. Oltre che per Neowise, un messaggio del genere colpisce anche in relazione all’attuale pandemia di COVID-19, coi governi che stanno cercando di far fronte ai comportamenti sbagliati – o nocivi – da parte dei popoli. Se lo guardiamo sotto questo aspetto, non può che essere inquietante.
Detto questo, il modo in cui viene portato avanti il film è piuttosto scontato e prevedibile. Dalla tipica scena in cui alcuni estranei fanno festa (gli ‘edonisti’), a quella in cui una coppia manda alla malora una situazione (il ‘falso buon samaritano’), le vignette pensate dallo sceneggiatore Chris Sparling (Buried – Sepolto) giungono come dei triti cliché per il pubblico esperto (e anche per gli altri). Ric Roman Waugh, inoltre, dirige tali sequenze con poca profondità, spesso calcando la mano sul messaggio di ciascuno mentre i personaggi snocciolano le loro varie motivazioni. Credetemi, è molto chiaro chi è buono e chi cattivo in questo film.
E quando la famiglia, inevitabilmente, si separa, questi episodi diventano ancora più pronunciati. E, peggio ancora, le situazioni in cui si imbattono si trasformano pericolosamente in caricature esse stesse. Ci sono tutte le autostrade e gli autostoppisti che potete immaginare (e sopportare …), e il modo in cui gli individui entrano ed escono dal filo conduttore non può che scoraggiare qualsiasi investimento emotivo da parte dello spettatore.
Non è che il regista non ci provi, ma questi episodi sono ripetitivi nella formula e quindi dopo un po’ sappiamo benissimo cosa sta per succedere. E per un disaster movie non è certo una scelta molto eccitante.
Ma, mentre i personaggi secondari sono particolarmente insipidi, la più grande mancanza di Greenland sta forse nell’antipatia generalizzata del suo terzetto principale.
Per tutto il film, la famiglia abbandona amici, ricatta emotivamente ufficiali e – in alcuni frangenti – mette anche in pericolo tutti gli altri intorno per salvare la loro famiglia. Se questo ‘inno alla lealtà familiare‘ è in qualche modo ammirevole, ma fino a un certo punto, il risultato del loro comportamento fa sembrare i Garrity ‘autorizzati’ (impunemente) a tenerli. Ed è probabile che nessuno nel pubblico voglia davvero fare il tifo per dei ‘privilegiati’.
Dalla continua e petulante richiesta di informazioni ai membri delle forze dell’ordine che stanno cercando di fare il loro non semplice lavoro, fino al vedersi consentiti permessi eccezionali per il loro caso, sono proprio loro i primi a calpestare il ‘Bene più grande’ senza il minimo battito di ciglia.
Ric Roman Waugh cerca di salvarsi in corner e confutare questa visione con alcuni momenti in cui i Garrity fanno del bene a uno sconosciuto a caso, ma sono così casuali che il risultato è quello di renderci ancora più perplessi del fatto che siano persone con cui effettivamente potersi relazionare.
In definitiva, se Greenland fa centro per le premesse e gli effetti speciali messi sul piatto col poco a disposizione (molto meno per la color correction sull’arancione incredibilmente piatta), ma la mancanza di empatia verso i protagonisti lo rende un quasi B-Movie emozionalmente troppo arido e, in ogni caso, ben poco divertente.
Di seguito il trailer italiano di Greenland, nei cinema dall’8 ottobre:
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