Home » Cinema » Azione & Avventura » Hotel Artemis: la recensione del film action di Drew Pearce con Jodie Foster

Voto: 6/10 Titolo originale: Hotel Artemis , uscita: 07-06-2018. Budget: $15,000,000. Regista: Drew Pearce.

Hotel Artemis: la recensione del film action di Drew Pearce con Jodie Foster

06/06/2019 recensione film di William Maga

Il regista esordisce dietro alla mdp con un divertissement visivamente accattivante che strizza l'occhio a John Wick, ma si scorda di dare adeguato spessore ai suoi troppi personaggi

Jodie Foster e Dave Bautista in Hotel Artemis (2018)

Difficile comprendere le vie del marketing che stanno dietro a un film che potenzialmente avrebbe tutte le carte in regola per venir tranquillamente distribuito nei cinema di tutto il mondo nonostante fin dal trailer ricordi altre opere più o meno recenti che sembrerebbe volere ‘imitare’ per cavalcarne l’onda lunga del successo presso il grande pubblico. Hotel Artemis, nonostante alcuni problemi di sceneggiatura, è a conti fatti abbastanza divertente, veloce e stiloso, un titolo non certo indimenticabile che comunque non avrebbe sfigurato nelle sale se si pensa a cosa arriva regolarmente a cadenza settimanale.

Fatto sta che, per colpa delle recensioni poco entusiaste della stampa americana o per i soli 6 milioni di dollari incassati in patria, l’action scritto e diretto dall’esordiente Drew Pearce è finito nel freezer per un anno, ripescato ora giusto in tempo dai distributori italiani per riempire il sempre blando cartellone estivo.

hotel artemis film posterAmbientato nella Los Angeles di un vicino futuro (è il 2028) sconvolta dalle rivolte civili, segue la nottata travagliata dell’Infermiera, che gestisce un attrezzatissimo Pronto Soccorso nascosto dentro a un vecchio hotel abbandonato cui possono accedere esclusivamente i suoi membri, che però sono tutti criminali. Si paga in anticipo e la donna non fa mai domande, ma stavolta le ferree regole dell’edificio verranno messe in discussione e violate, quando alcuni ospiti cercheranno rifugio portandosi però dentro i loro segreti e guai personali.

Il regista ha assemblato un cast di nomi interessanti per il suo debutto a Hollywood, tutti più o meno noti ma nessuno davvero capace di portare da solo gente in sala. In ogni caso, le prove di ciascuno sono relativamente convincenti, con la veterana Jodie Foster (Il Silenzio degli Innocenti) a guidare il gruppo incarnando un personaggio comprensivo e vulnerabile ma anche duro e severo. Sofia Boutella invece è relegata ancora una volta – dopo La Mummia, Kingsman, Atomica Bionda e Star Trek Beyond – a un ruolo secondario da action girl esotica, ripetitivo ormai (cambiano giusto il costume e il trucco), ma indubbiamente adatto alle sue caratteristiche e portato a casa anche qui con professionalità.

L’attrice algerina è in gran forma e viene premiata con una sequenza di combattimento piuttosto esaltante verso la fine di Hotel Artemis. Attualmente il suo è probabilmente il nome più trascurato di Hollywood, una giovane stellina badass straniera che non è esplosa come meriterebbe.

Ma il problema più grosso del lungometraggio di Drew Pearce sta forse proprio in questo: tutti quanti interpretano personaggi troppo simili ad altri che hanno già interpretato altrove. L’enorme e tatuatissimo Dave Bautista appare come una versione blanda del Drax dei Guardiani della Galassia, Jeff Goldblum (Jurassic Park) fa, beh, Jeff Goldblum e le prove di Zackary Quinto (American Horror Story) e Sterling K. Brown (Black Panther) sono tutt’altro che memorabili.

In più, Drew Pearce si rivela un regista migliore di quanto non sia uno sceneggiatore. Visivamente creativo, Hotel Artemis è infatti girato con eleganza, è originale ed esteticamente indiscutibilmente affascinante nonostante i soli 12 milioni di dollari di budget. Dalle tecnologie futuristiche messe in campo al trambusto esplosivo del terzo atto, Drew Pearce sembra aver ben chiaro come creare un film capace di appagare almeno a livello visico. Un biglietto da visita senz’altro promettente per il suo futuro dietro alla mdp.

Purtroppo, come detto, non presta tuttavia abbastanza attenzione al suo stesso script e ciò si traduce in una trama confusa che manca di sviluppo, direzione e struttura. A Drew Pearce va dato senza dubbio credito per l’introduzione e la creazione di un’idea abbastanza originale (anche se – coincidenza o meno – ricorda molto quella dell’Hotel Continental di John Wick), ma lo scarso successo di pubblico non gli permetterà di approfondire – o di rimediare a – quanto gettatoci in pasto con questo primo film in un sequel che mai vedremo.

Innanzitutto, ci sono troppi personaggi unidimensionali, a eccezione della più sfumata Infermiera. Si intravede lo sforzo per collegare tutti gli altri ospiti, ma resta tutto spiacevolmente in superficie. Che relazione hanno Nice (Boutella) e Waikiki (Brown)? Per chi stava lavorando la ragazza? Il regista avrebbe dovuto optare per la prospettiva di un solo personaggio per raccontare questa storia, anziché tentare di destreggiarsi tra sei.

Non sarebbe comunque corretto dire che Hotel Artemis non abbia la sua auspicabile dose di colpi di scena. Che però vengono fuori dal nulla. E lo shock che vorrebbero innescare negli spettatori semplicemente muore sul nascere. Ci viene detto come è morto il figlio dell’Infermiera, chi è l’obiettivo di Nice e che Waikiki ha un oggetto rubato in suo possesso, ma queste rivelazioni  vengono a malapena spiegati. Il film fin dai primi momenti sembra poi porre un grande accento su Morgan (Jenny Slate) e sul fatto che sia un poliziotto, implicando una grave violazione delle regole. Eppure, nessuna conseguenza. È come se Drew Pearce avesse avuto così tante idee in testa e le avesse ammassate in un film relativamente breve (87 minuti) e non sia poi riuscito a girarne in concreto nessuna  completamente. Troppi personaggi, troppi trame secondarie e una narrazione senza una storia.

Sofia Boutella in Hotel Artemis (2018)In definitiva, Hotel Artemis ha evidenti grane, che sarebbero state tuttavia più difficili da perdonare se si fosse trattato di un lungometraggio generico e noioso. Per fortuna, il regista è riuscito a creare un prodotto visivamente ambizioso, con un concept accattivante alla base e un cast variopinto a amabile, che riesce nel compito di distrarre a sufficienza dalla mancanza di una trama solida e di sviluppo nei protagonisti.

Se Drew Pearce non avesse voluto strafare, ringalluzzito dalla prospettive del suo esordio assoluto, questo film avrebbe potuto segnare la prima pietra di un possibile proficuo franchise alla John Wick o La Notte del Giudizio. Invece, resterà soltanto un divertissement adeguato per una serata senza impegno tra amici.

In attesa di vederlo finalmente nei nostri cinema dall’1 agosto, di seguito trovate il red band trailer internazionale di Hotel Artemis: