I diari dal 49° Festival di Sitges: il Cineocchio in Catalogna – Giorno 6
13/10/2016 news di Alessandro Gamma
Oggi abbiamo incontrato Bruce Campbell, Rob Zombie e Sheri Moon. Serve dire altro?
Oggi potremmo partire – tanto per cambiare – lamentandoci del meteo inclemente. Ma non lo faremo.
Quello che faremo è dirvi invece che l’ennesimo acquazzone protrattosi a fasi alterne per quasi tutta la giornata ha costretto a spostare tutte le interviste dalla luminosa cornice del giardino principale dell’Hotel Meliá a un enorme e ben poco illuminato tendone interno scricchiolante e sul punto di portarci in un lampo tutti quanti a OZ.
Piccola considerazione festivaliera. Non solo è incredibile camminare per le stradine del centro e trovare Dante Lam tranquillamente intento a fare compere in una salumeria locale, ma è davvero pazzesco entrare nella hall dell’hotel – centro nevralgico di tutti gli arrivi e delle attività della manifestazione – e ritrovarsi in pochi secondi circondati, a pochi metri di distanza l’uno dell’altro, da Takashi Miike, Ruggero Deodato e Rob Zombie con Sheri Moon. Sensazioni difficili da spiegare.
Ma veniamo al sodo. Dopo l’incontro con Haritz Zubillaga e Paola Bontempi, regista e protagonista del sorprendente thriller El ataud de cristal, siamo arrivati a toccare – nel vero senso della parola – tre pezzi molto grossi: i disponibilissimi Rob & Sheri appunto, dei quali non paghi abbiamo seguito anche la conferenza stampa e la masterclass, ma soprattutto Bruce Campbell, ovvero Ash Williams in persona. Come per le altre volte, dovrete pazientare qualche giorno per scoprire cosa ci hanno detto.
Per quanto riguarda invece i film, abbiamo assistito in mattinata alla premiere europea di Phantasm: Ravager, quinto e ultimo capitolo della saga creata da Don Coscarelli, in cui ritroviamo Mike (A. Michael Baldwin) e Reggie (Reggie Banister) costretti ancora una volta a collaborare per provare a sconfiggere una volta per tutte il Tall Man (Angus Scrimm, alla sua ultima prova). Un po’ criptico per chi non ha familiarità con la serie iniziata nel 1979, nonostante un budget super low riesce a chiudere degnamente – e non senza un po’ di tristezza – il cerchio.
Nel primissimo pomeriggio è toccato invece a un’altra anteprima assoluta, il freudiano Antiporno di Sion Sono, rilancio metacinematografico del filone roman porno, con Ami Tomite e Mariko Tsutsui strepitose interpreti di due attrici sul palcoscenico della vita di un film hard che in realtà è tutt’altro, tra scambi di ruoli, BDSM e finzione, che si mescolano continuamente a formare un’opera traboccante di colori e significati.
E infine abbiamo chiuso con Detour di Christopher Smith, iper critico durante la presentazione dell’opera in sala verso la natia Inghilterra per la scelta della Brexit (e decisamente poco simpatizzante anche di Donald Trump…), un film diverso dai suoi precedenti (basti ricordare Triangle e Black Death), molto più coraggiosi. Nel raccontare la vicenda di un giovane studente di legge che, mentre deve capire cosa fare con la madre in coma, deve anche decidere se uccidere o meno il suo infedele patrigno facendosi aiutare da un delinquente incontrato per caso, la pellicola si muove su binari che solo in un primo momento sembrano avere del potenziale, grazie all’idea di vivere la duplice situazione che si svilupperebbe in base a una scelta decisiva piuttosto che un’altra. Presto però tutto converge verso qualcosa di molto meno originale. Ci auguriamo sia solo un piccolo passo falso.
A domani per la nuova pagina del nostro diario iberico.
© Riproduzione riservata