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Voto: 6.5/10 Titolo originale: 犬王 , uscita: 28-05-2022. Regista: Masaaki Yuasa.

Inu-Oh: la recensione del film animato a tutto rock di Masaaki Yuasa

17/10/2022 recensione film di Gioia Majuna

Il regista giapponese torna sulle scene con un'opera glam spiazzante e suggestiva, che rielabora a colpi di musica una storia vera che affonda le radici nel mito

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Inu-Oh, ultima fatica (forse in tutti i sensi, viste le sue sibilline dichiarazioni …) del regista giapponese Masaaki Yuasa, è un racconto fantastico-soprannaturale immerso nella storia del Giappone, che prende spunto da un artista del teatro Noh realmente esistito che raggiunse una grande popolarità 600 anni fa e tesse un substrato allegorico intorno al mistero della sua vita.

Basato sul romanzo The Tale of the Heike: Chapter of Inu-Oh di Hideo Furukawa, il film lega la storia di Inu-Oh, che diventa un celebre artista nonostante sia nato con orribili deformità, a quella di Tomona, un musicista cieco amico e collaboratore del protagonista. Si tratta di un’opera suggestiva, con cui tuttavia entrare in contatto non è semplice, soprattutto per chi non conosce bene il fascino molto specifico delle rappresentazioni Noh.

inu-oh film yuasa posterLa reputazione e il nome di Masaaki Yuasa saranno invece probabilmente un punto di forza per il pubblico abitudinario degli anime. I suoi film precedenti hanno vinto premi ai prestigiosi Annecy (Lu e la città delle sirene), Fantasia (Ride Your Wave) e Ottawa International Animation Festival (Life Is Short, Walk On Girl), tra gli altri.

Inu-Oh, presentato nel 2021 alla Mostra del Cinema di Venezia e ora a Sitges, è guidato più dalla musica che dalla sua narrazione un po’ zoppicante, e non è immediatamente accessibile come altri lavori del regista. Tuttavia, offre un approccio estremamente originale che dovrebbe consentirgli di distinguersi facilmente nel panorama dell’animazione nipponica.

Sia Inu-Oh che Tomona nascono in un’epoca in cui la narrazione – sia per quanto riguarda le storie che vengono raccontate, sia per i mezzi con cui vengono raccontate – si attiene a parametri molto rigidi.

Una leggenda popolare, che è stata tramandata come tradizione orale da generazioni di sacerdoti che suonano il biwa (o liuto), è quella della sconfitta del clan samurai Heike nel 1185 nella battaglia di Dan-no-ura.

Tomona e la sua famiglia vivono vicino al luogo della battaglia e vengono costretti dai lacchè di un avido shogun a immergersi nel relitto di una nave da guerra e a recuperare una cassa.

All’interno c’è una spada talmente potente che la magia che sprigiona uccide istantaneamente suo padre e acceca Tomona. Nel frattempo, Inu-oh nasce con deformità così allarmanti che la sua famiglia decide di coprirgli il volto con una maschera ricavata da una zucca e lo caccia di casa per farlo vivere tra i cani randagi. La sua presenza è infatti un’offesa per un clan che si dedica al raggiungimento della bellezza e della perfezione attraverso la danza e lo spettacolo. Ma Inu-Oh ha un dono: la sua danza è pura ed espressiva. E a ogni danza, le sue ‘anomalie’ sembrano regredire.

L’amicizia che nasce tra Inu-Oh e Tomona incoraggia entrambi ad accettare le loro differenze rispetto al resto della società. Ben presto Tomona inizia a truccarsi e indossa “un kimono da prostituta” e si muove sul palcoscenico a torso nudo come una sorta di Iggy Pop suonatore di liuto del XIV secolo.

inu-oh film yuasaL’esuberante Inu-Oh elettrizza l’ignaro pubblico con le sue nuove storie inedite sugli Heike e – soprattutto – con le sue elaborate esibizioni glam rock: una, intitolata ‘Burial Mound of Arms’, che parla di amputazioni di massa durante una battaglia, è particolarmente suggestiva.

Eppure, come prevedibile, quando ci sono di mezzo degli stravolgimenti allo status quo secolare, lo shogunato non vede affatto di buon occhio questi suonatori di liuto ‘gender fluid’ e quegli interpreti che si allontanano dalle leggende proibite dell’Heike. A Inu-Oh e Tomona viene proibito quindi di esibirsi nel loro stile unico, perché troppo scandaloso e moderno per i tempi.

Così, uno si piega alle pressioni, l’altro cerca di rimanere fedele alle proprie idee, in un atto finale che funge da commento al processo creativo e alla pressione a ‘vendersi’ pur di garantirsi la fama e il successo compiacendo le masse.

Alla fine di Inu-Oh, che può a tutti gli effetti essere considerata una singolare opera rock animata che immerge per 100 minuti – probabilmente spiazzandolo – lo spettatore in un mito arcano rivisitato, non si può certo dire che Masaaki Yuasa sia un autore a cui piace andare sul sicuro in termini di potenziale successo commerciale.

Di seguito il trailer internazionale di Inu-Oh, al momento senza distribuzione italiana: