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Voto: 7/10 Titolo originale: The Willoughbys , uscita: 22-04-2020. Regista: Kris Pearn.

La famiglia Willoughby | La recensione del film animato di Kris Pearn (per Netflix)

27/04/2020 recensione film di William Maga

Il regista adatta l'omonimo romanzo scritto da Lois Lowry, non esattamente la solita favola per bambini tutta buoni sentimenti e prevedibilità

La famiglia Willoughby film 2020

Basato sull’omonimo romanzo per ragazzi della scrittrice Lois Lowry del 2008, La famiglia Willoughby (The Willoughbys) di Kris Pearn (Piovono polpette 2 – La rivincita degli avanzi) segue le avventure di quattro ragazzini della influente e leggendaria famiglia Willoughby. Le generazioni precedenti sono stati politici, scienziati e filosofi di fama, ma i loro genitori sono molto presi l’uno dall’altra, trascurano i loro figli e hanno gettato il loro cognome alle ortiche a causa del loro egoismo. I giovani Tim (Will Forte), Jane (Alessia Cara) e i gemelli Barnaby (Sean Cullen), escogitano allora un diabolico piano per spedire i genitori in una pericolosa vacanza che li ucciderà quasi sicuramente, in modo che possano finalmente essere lontani dai loro pensieri per sempre e possano ottenere l’indipendenza – e lo status di orfani – che bramano ormai da anni. Però, non saranno completamente soli, perché una tata (Maya Rudolph) entrerà all’improvviso nelle loro vite.

La famiglia Willoughby (2020) film posterAnche se questa potrebbe essere la premessa centrale del film, in realtà ci sono tonnellate di scenette e momenti che hanno soltanto una vaga correlazione tra loro. Non è poi tanto diverso da Monty Python e il Sacro Graal, in cui, accanto a un obiettivo principale per i personaggi, ci si concentra sulla costruzione di sequenze che possano tranquillamente vivere di vita propria, a mo’ di sketch. Partendo dai ‘bambini selvaggi’, a un’interpretazione ancora più omicida di Mamma ho perso l’aereo, passando per la fuga da quello che si potrebbe descrivere solamente da un Servizio Tutela dei Minori in stile Men in Black, ogni scena porta con sé un nuovo scenario per i nostri piccoli eroi, borderline ma coi quali potersi in qualche modo identificare, grazie alla caratterizzazione forte e credibile.

Il ritmo è assolutamente frenetico, tanto che La famiglia Willoughby raggiunge l’obiettivo di divertire anche quando una battuta non fa centro, poiché viene rapidamente oscurata da un’altra pronunciata pochi secondi dopo. In più, ci sono molti momenti bizzarri che accadono sullo sfondo e che meritano ugualmente l’attenzione di chi guarda. È un lungometraggio animato scatenato nella miglior accezione possibile del termine e si presta a ripetute visioni anche solo per vedere quali altri lazzi potreste esservi persi la prima volta. Le gag sono abbastanza variegate da riuscire a trovare qualcosa per tutti i gusti. Umorismo di tipo ‘fisico’, frecciate dark, giochi di parole e persino alcune battute volgari riservate a un pubblico adulto mantengono il divertimento variopinto e fresco. Il tutto avvolto in un’atmosfera senza tempo, senza riferimenti precisi alla cultura pop del 2020, soggetta a invecchiamento precoce.

A volte, si percepiscono decisioni che non hanno molto senso, attribuibili quasi certamente ai ‘dolori’ dell’adattamento. Pur ricordando il Gonzo di Festa in casa Muppet, Ricky Gervais (in originale) interprete di un gatto paffuto che narra l’intera storia, ma non aggiunge molto allo svolgimento, e, anzi, ne rallenta il ritmo. In un film che è tanto veloce e sopra le righe come La famiglia Willoughby, è possibile che il team di produzione volesse concedere qualche momento di quiete per far tirare il fiato agli spettatori, ma resta il fatto che le parti doppiate dal comico americano finiscono per essere più una distrazione che un sollievo.

Per fortuna, queste rappresentano a malapena il 5% della durata complessiva di La famiglia Willoughby (circa 90 minuti) e il resto è semplicemente una coloratissima baraonda sonora e visiva, alla Looney Tunes. Una menzione speciale deve essere fatta al dipartimento dell’animazione (in CGI, nonostante a volte la ‘tridimensionalità’ possa far pensare alla stop-motion, con nuvole a mo’ di zucchero filato e fiamme fatte ‘di carta’), in particolare ai disegni di Craig Kellman, già dietro al character design di Hotel Transylvania e del recente film sulla Famiglia Addams (la recensione). La fisicità di questi personaggi è meravigliosa e sono progettati in modo tale che basta guardarli per capire immediatamente chi sono e qual  la loro specifica personalità. Quello diretto da Kris Pearn è un film di cui chi scrive comprerebbe volentieri il classico volume ‘the art of …’ sula produzione, solamente per vedere i vari disegni e gli schizzi preparatori e tutto il percorso creativo retrostante. Ma basta uno sguardo a qualcuno dei ricchissimi ‘quadri in movimento’ del film per capire che nessuna descrizione a parole è sufficiente a rendere loro piena giustizia.

La famiglia Willoughby film 2020 netflixIn tal senso, La famiglia Willoughby ha un aspetto instancabilmente vibrante. Pieno di colori vivaci e suggestivi, si potrebbe azzardare un paragone con Spider-Man: Un nuovo Universo (la recensione) e di come quest’ultimo abbia usato la sua tavolozza cromatica per dare vita alla sua personalissima interpretazione di New York City. Qui, i fratelli Willoughby si distinguono tutti per i loro capelli rosa shocking, le varie località in cui viaggiano sono tutte luminose e distinte, tutte culminanti in uno spettacolo aereo capace di riempire di un senso di meraviglia infantile.

A contrastare in modo ossimorico tale sgargiante e rassicurante sensazione, La famiglia Willoughby ‘compensa’ avventurandosi in luoghi più cupi, nella tradizione di Roald Dahl e di Lemony Snicket (è stata classificato, non a caso, PG). L’insensibilità e la stupidità dei genitori tanto insolita quanto clamorosa e, sebbene tratteggiata in modo cartoonesco, l’inettitudine e l’individualismo dei due adulti si traducono nella morte di dozzine di persone, ma proprio quando si comincia a pensare che stia per impartire una lezione morale e darci un lieto fine (che pure ci sono, come da prassi di ogni fiaba), il film sferra un gancio che ci manda al tappeto, ci ruba i soldi per il pranzo e poi scappa verso il tramonto. Se siete favorevoli ai colpi di scena spiazzanti e a vedere le vostre aspettative sovvertite, specie quando il risultato è spassoso come lo è qui, è difficile trovare qualcosa da ridere sugli eventuali piccolo inconvenienti lungo il percorso.

Netflix è ancora relativamente nuovo nel settore dei film d’animazione, ma sia con questo che con il meraviglioso Klaus – I Segreti del Natale (la recensione) ha dimostrato di essere disposto a finanziare opere che non stanno solo imitando i colossi Disney e Dreamworks. È difficile immaginare un altro grande studio (tranne forse la LAIKA) che avrebbe potuto realizzare La famiglia Willoughby, un trionfo a livello tecnico e artistico, sorprendente e diverso dal solito. Auguriamoci che insistano su questa strada.

Di seguito il trailer internazionale di La famiglia Willoughby, nel catalogo di Netflix dal 22 aprile:

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