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Voto: 5/10 Titolo originale: The Hand That Rocks the Cradle , uscita: 16-10-2025. Regista: Michelle Garza Cervera.

La Mano Sulla Culla (2025): la recensione del remake con Maika Monroe e Mary Elizabeth Winstead

14/11/2025 recensione film di Gioia Majuna

Michelle Garza Cervera firma un prodotto elegante ma poco incisivo, che aggiorna il thriller originale senza trovarne la forza disturbante

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The Hand That Rocks the Cradle 2025 riprende La mano sulla culla di Curtis Hanson, thriller simbolo dei primi anni Novanta, e lo trapianta nell’era dello streaming. Alla regia c’è Michelle Garza Cervera, alla sceneggiatura Micah Bloomberg, davanti alla macchina da presa due interpreti solidissime: Mary Elizabeth Winstead e Maika Monroe.

Sulla carta, un’ottima base per aggiornare l’incubo “la tata dal sorriso perfetto che ti distrugge la vita”. Nei fatti, però, il film scivola via come un prodotto corretto ma poco necessario.

La storia si sposta a Los Angeles. Caitlin Morales (Winstead) è un’avvocata di successo, incinta del secondo figlio, alle prese con il lavoro e con il rapporto complicato con la figlia decenne Emma. Durante una giornata di consulenze gratuite incontra Polly Murphy (Monroe), giovane donna in difficoltà economiche che ha appena perso il lavoro come bambinaia. Qualche mese dopo, le due si rincontrano al mercato: Caitlin è stremata dal carico mentale e fisico della maternità, Polly appare disponibile, gentile, perfettamente a suo agio con le bambine. L’ingresso in casa è inevitabile: prima come tata, poi come inquilina fissa nella dependance del giardino.

Da quel momento, la dinamica è chiara: Polly comincia lentamente a sabotare Caitlin. Manomette farmaci, infrange le regole educative (zucchero alla figlia “sugar free”, latte artificiale di nascosto alla neonata), la isola dal marito Miguel (Raúl Castillo), la fa apparire instabile. Il tutto giocando sul precedente crollo psicologico di Caitlin dopo la nascita della prima figlia. Come nell’originale, la figura della “madre perfetta” viene messa sotto assedio; a differenza dell’originale, però, il film sceglie di tenere nascosta fino in fondo la vera motivazione di Polly, rivelandola solo nel terzo atto.

maika monroe film The Hand That Rocks the Cradle 2025Qui sta uno dei limiti più evidenti: La mano sulla culla 2025 punta moltissimo sul “segreto” del passato, ma costruisce l’attesa diluendo tensione e ritmo. Per gran parte del film sappiamo solo che Polly ha subito traumi da bambina e che odia, in qualche modo, ciò che Caitlin rappresenta. Quando il legame tra le due donne viene finalmente spiegato, la rivelazione arriva tardi e senza la forza di riscrivere retroattivamente ciò che abbiamo visto. È più un “pezzo mancante” che un vero scarto emotivo.

La regia di Michelle Garza Cervera, che in Huesera aveva già esplorato il lato oscuro della maternità, privilegia un’estetica pulita, luminosa, quasi neutra. La casa di vetro e legno dei Morales è credibile come nido borghese contemporaneo, ma visivamente anonima: pochi angoli memorabili, poca capacità di trasformare gli spazi domestici in trappole o in incubi. Anche le sequenze più sgradevoli – il cibo contaminato, le malattie, gli scatti di violenza – sono gestite con una certa prudenza, senza mai davvero osare sul piano della messa in scena.

A tenere insieme il film sono allora soprattutto le protagoniste. Mary Elizabeth Winstead restituisce bene la fragilità di Caitlin, fatta di ansia di controllo, paura di ricadere nella depressione post-partum, senso di colpa per ogni errore. Nei momenti di crollo emotivo è incisiva e dolorosa. Maika Monroe, dal canto suo, lavora di sottrazione: Polly ha lo sguardo vuoto, i movimenti misurati, un’educazione gentile che lascia filtrare, a tratti, lampi di rabbia. È credibile sia come giovane donna in difficoltà sia come manipolatrice, anche se la sceneggiatura la usa più come funzione narrativa che come personaggio davvero esplorato.

Il film prova anche a inserire temi contemporanei: identità sessuale, differenze di classe, modello familiare borghese. Polly è apertamente attratta dalle donne, Caitlin confessa relazioni passate con una donna, la figlia Emma dichiara di immaginarsi un futuro con una moglie. Sono spunti potenzialmente ricchi – soprattutto il contrasto tra la “famiglia perfetta” e i desideri repressi – ma restano solo accennati: la scena di sesso di Polly con la sua partner, spiata da Caitlin, non ha reali conseguenze; il coming out di Emma viene introdotto e subito abbandonato. La dimensione sociale (l’avvocata che fa pro bono, la bambinaia cresciuta nelle case famiglia) serve più a colorare i dialoghi che a innescare un vero discorso politico.

Rispetto al film di Curtis Hanson, che non aveva paura di abbracciare il melodramma torbido e la cattiveria “pop”, questo La mano sulla culla appare timido: smussa gli eccessi, prova a nobilitarsi con traumi e psicologia, ma finisce per non essere né un thriller teso, né un vero studio sui rapporti di potere dentro la famiglia. Si lascia guardare, grazie al carisma di Mary Elizabeth Winstead e Maika Monroe, ma raramente inquieta, quasi mai sorprende.

In un panorama saturo di remake destinati direttamente allo streaming, La mano sulla culla 2025 è l’esempio perfetto di film “guardabile e dimenticabile”: abbastanza curato da non irritare, troppo poco rischioso per restare impresso. Se l’obiettivo era aggiornare un classico del thriller domestico, il risultato è un’ombra educata del modello, che conferma più che altro quanto l’originale avesse ancora i denti ben affilati.

Di seguito trovate il trailer doppiato in italiano di La Mano Sulla Culla, su Disney+ dal 19 novembre: