Home » Cinema » Horror & Thriller » La recensione concisa: Panic Room di David Fincher (2002)

Voto: 7/10 Titolo originale: Panic Room , uscita: 29-03-2002. Budget: $48,000,000. Regista: David Fincher.

La recensione concisa: Panic Room di David Fincher (2002)

10/05/2021 recensione film di Marco Tedesco

Jodie Foster e Kristen Stewart erano le protagoniste di un thriller da camera che parlava delle paure dell'America

panic room film 2002

Girato in un grande appartamento vuoto dell’Upper West Side di Manhattan, il quartiere ricco di New York, un’ambientazione che ricorda gli spazi chiusi e nello stesso tempo agorafobici di film come Shining di Stanley Kubrick, in Panic Room di David Fincher l’ansia che quegli spazi producono era destinata a aumentare per la presenza nell’appartamento di una ‘panic room’ appunto, una stanza a quanto pare molto in voga nelle case signorili americane del tempo. U ambiente a prova di effrazione, perfettamente autonomo nel quale rifugiarsi in caso di pericolo.

Meg Altman (il due volte premio Oscar Jodie Foster, sostituta ‘last minute’ di Nicole Kidman, infortunatasi al ginocchio capitatole durante le riprese di Moulin Rouge ma comunque presente in un cammeo ‘telefonico’), una giovane madre divorziata, è costretta a nascondersi nella camera, insieme alla figlia diabetica Sarah (Kristen Stewart), non appena affittato l’appartamento. La prima notte nella nuova casa vede infatti l’intrusione di tre malviventi in cerca di un tesoro. In questo caso, però, la ‘panic room’, da luogo di temporanea salvezza, si trasforma in micidiale trappola: il bottino ricercato dai ladri si trova infatti proprio lì dentro.

panic room film posterNonostante un finale decisamente prevedibile e troppo buonista, come i produttori di Hollywood già all’epoca esigevano, Panic Room riesce ancora dopo vent’anni a mantenere alta la tensione e catturare l’attenzione dello spettatore, grazie soprattutto al raffinato gusto ‘noir di David Fincher.

“Il mio stile? Nasce dalla passione per Alfred Hitchcock – diceva al tempo il regista -. Avrò visto sessanta volte La finestra sul cortile. La mia passione per il cinema è nata quando ero bambino. A otto anni volevo già fare il regista, anche se devo confessare che nel mio quartiere tutti quelli della mia età avevano la stessa ambizione … Il fatto è che George Lucas era il nostro vicino di casa. Volevamo tutti essere come lui”.

Uscito nei cinema nel 2002, costato quasi 50 milioni di dollari a causa dei molti effetti digitali impiegati (ne avrebbe incassati oltre 150 nel mondo), Panic Room si presenta(va) come estrema difesa e apologia, quindi perfetta metafora, della paura tutta americana dell’aggressione esterna. La ‘panic room’ è la stanza della paura dove non aver paura, perché al sicuro da ogni possibile aggressione.

Ciò che bisogna difendere è la famiglia, seppur divisa, come modello ‘ultimo’ e ‘sicuro’ di una costruzione sociale sana. Madre e figlia si trasformano così in eroine positive e sanguinarie che difendono a suon di martellate il loro eremo, la loro sicurezza.

Gli aggressori sono un trittico stereotipato di lombrosiana memoria, al limite della macchietta fumettistica: il figlio di papà, uno degli eredi, impasticcato e tossico, isterico e stupido (Jared Leto); il latino Raoul , il male allo stato puro che non fa domande ma agisce direttamente senza scrupoli (Dwight Yoakam); il nero buono e con problemi familiari, la vera ultima e definitiva vittima (Forest Whitaker).

Film reazionario nella visione del mondo, del Bene e del Male (figlio estremo e ultimo di tutta una tradizione) e anche nella scelta del genere, un thriller familiare, da camera, cupo e buio, che va in controtendenza rispetto alle nuove tendenze del cinema americano, anche indipendente, che sta decretando la morte del cinema di genere.

David Fincher era (è) un uomo di Hollywood che nei suoi precedenti (Fight Club, Seven, The Game) aveva già dato prova di saper sfruttare le strutture classiche per tradire meglio, così pareva, il ‘mandato delle major’, ma in Panic Room risulta(va) rivoluzionario e tutto concentrato nella stilizzazione di questo suo nuovo ‘game’. Sarebbe tornato al cinema soltanto cinque anni dopo con Zodiac, fedelissimo al suo credo.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Panic Room:

stephen king 2024
Horror & Thriller

Frankenstein (2025): la recensione della versione di Guillermo del Toro (Venezia 82)

di William Maga

Il regista messicano firma un’opera gotica e tragica con Oscar Isaac e Jacob Elordi, tra hybris, dolore e compassione

no other choice film park
Horror & Thriller

No Other Choice: la recensione del film di Park Chan-wook (Venezia 82)

di William Maga

Il regista sudcoreano torna sulle scene con una commedia nera che unisce satira sociale e riflessione sul lavoro, la casa e l’identità

Il club dei delitti del giovedì film 2025
Horror & Thriller

Il club dei delitti del giovedì: la recensione del whodunit di Chris Columbus (su Netflix)

di Marco Tedesco

Il regista mescola ironia, malinconia e rispetto per la vecchiaia, offrendo un’alternativa originale ai gialli tradizionali