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Titolo originale: Bodom , uscita: 19-08-2016. Budget: $1,100,000. Regista: Taneli Mustonen.

Lake Bodom | Recensione del film horror finlandese di Taneli Mustonen

11/11/2019 recensione film di Francesco Chello

Il giovane regista rilegge le regole classiche dello slasher, giocando con lo spettatore e togliendogli i punti di riferimento

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Tra gli ultimi titoli aggiunti al catalogo di Amazon Prime Video c’è anche Lake Bodom, intrigante slasher finlandese, arrivato sul nostro mercato home video un paio di anni fa grazie a Midnight Factory. Costato un milione e centomila euro, esordisce al cinema in patria il 19 agosto 2016, dopodiché inizia un lungo giro di festival che tocca Londra, Stoccolma, Dublino, Calgary, Seattle, Neuchatel, Bucheon, Lisbona, Rio de Janeiro, per poi ottenere una distribuzione streaming e home video in svariati paesi. Il titolo originale è semplicemente Bodom, mentre su molti mercati (tra cui, appunto, il nostro) viene aggiunto ‘Lake’ per un richiamo più immediato alla località (ed annessi omicidi).

BodomLake Bodom è il quarto lungometraggio dei cinque totali (oltre a qualche corto e 7 episodi di una serie televisiva) presenti sul curriculum di Taneli Mustonen, che qualche anno fa era stato inserito da Variety nella lista dei giovani talenti scandinavi di maggiore prospettiva. Avendo visto solo il film in questione non posso dire se la sua carriera abbia realmente imboccato la via pronosticata dal magazine – anche se il fatto di essere fermo dal 2016 potrebbe deporre a suo sfavore, ma posso affermare che Lake Bodom non solo mette in evidenza quelle potenzialità, ma ci costruisce sopra buona parte dei suoi aspetti positivi. Uno script – firmato dallo stesso regista in coppia con Aleksi Hyvärinen (entrambi anche in veste di producer) – che si focalizza su atmosfera e colpi di scena.

Il film prende spunto da un fatto di cronaca nera finlandese, tre omicidi realmente accaduti e tuttora irrisolti. Nel 1960, presso il Lago Bodom nella Finlandia meridionale, due ragazze di 15 anni ed un ragazzo di 18 vennero barbaramente uccisi mentre dormivano all’interno di una tenda, un quarto giovane fu ritrovato miracolosamente vivo, anche se gravemente ferito (inaspettatamente arrestato nel 2004 per i suddetti omicidi, venne poi dichiarato innocente). La trama non racconta di quegli eventi, solo accennati e lasciati rispettosamente fuori dalla finzione cinematografica, ma si trasferisce ai giorni nostri con un gruppo di ragazzi che decide di passare una notte sul luogo dei delitti con esiti che immaginerete facilmente.

Il primo punto di forza, dicevo, è sicuramente l’atmosfera che avvolge l’intera vicenda. Un clima sinistro, inquietante, di sospetto e pericolo imminente, percepibile anche nelle sequenze in cui non sembra accadere nulla. La location ricopre un ruolo determinante, il bosco si presta ottimamente allo scopo rivelandosi dannatamente efficace. La notte, il buio, i rumori. La sola luce della Luna. Taneli Mustonen valorizza tutti questi elementi, ne trae vantaggio, ti tiene costantemente sul chi va là. La sua è una regia elegante, che punta sul senso estetico, piazza movimenti interessanti (come le riprese a pelo d’acqua) e che indovina una fotografia dai toni algidi e dai contrasti cromatici perfetta per il quadro d’insieme. Ti porta nel bosco insieme ai protagonisti, ti sembra quasi di sentire il freddo della notte finlandese, permettendo così al film di partire in vantaggio rispetto allo spettatore.

Vantaggio che parrebbe ridursi dopo la prima mezzora di Lake Bodom, che tende a svilupparsi come quella di uno slasher piuttosto canonico. Personaggi che rispettano l’assortimento base – c’è lo sfigato, quello figo, la puritana e l’alternativa (Mikael Gabriel, Santeri Helinheimo Mäntylä, Nelly Hirst-Gee e Mimosa Willamo) – e che si lasciano andare alle solite dinamiche (droga, allusioni sessuali, scorie scolastiche), anche se è apprezzabile il fatto che la situazione sia meno molesta o fastidiosa di quanto normalmente appaia in uno slasher medio (americano e non). Quiete apparente interrotta dal primo omicidio, a quel punto evidentemente atteso. Ma quello che ha l’aria del classico (e prevedibile) svolgimento di categoria è in realtà un depistaggio che prepara il terreno a un twist che capovolge completamente la prospettiva, portando il film in un territorio differente che include disagio giovanile, diversità, bullismo, morbosa (e pericolosa) possessività.

lake bodom film 2016Non entreremo nello specifico vista la facilità con cui si potrebbe cadere nello spoiler, di certo il cambio di programma funziona e riesce ad indirizzare la storia in un’altra direzione. Dico sembra, perché quando ormai hai metabolizzato la prima svolta ecco che ne arriva una seconda, un nuovo colpo di scena che chiude la parte centrale e ridefinisce nuovamente la situazione in vista della porzione conclusiva che in un certo qual modo ritorna alla fase iniziale (in una sorta di upgrade più crudo e drammatico) oltre a ricollegarsi ai misteriosi delitti del 1960.

In pratica, ogni atto di Lake Bodom ha un focus di riferimento diverso dal precedente, mentre due twist ben assestati fanno da raccordo cambiando la visuale e mescolando più volte le carte in tavola. Così come i personaggi non sanno di chi fidarsi e spesso non sono ciò che sembrano, allo stesso modo lo spettatore sarà spiazzato da una trama che ama rielaborare il proprio schema in corso d’opera. Il finale poco consolatorio è la giusta conclusione per una vicenda che punta su drammaticità e violenza, epilogo a cui si arriva dopo un ultimo omicidio sicuramente particolare nella sua messinscena, lasciato praticamente ai soli effetti sonori così pregni di inquietudine da risultare più disturbanti di qualsiasi coltellata a favore di camera.

In definitiva, Lake Bodom è un’interessante rilettura del genere slasher, che non punta sul bodycount ma su atmosfera e terrore, gioca con lo spettatore togliendogli punti di riferimento. Taneli Mustonen prende elementi consolidati e li maneggia con taglio personale, tecnica e stile visivo, li confeziona con cura dosando i colori e sfruttando il sonoro, gestisce il tempo con adeguata cadenza, sa dove mettere la telecamera (vedi, ad esempio, sequenza dell’incidente / traino) e come costruire con poco un prodotto semplice ma efficace.

Di seguito il trailer internazionale di Lake Bodom: