Le più grandi icone dell’horror insieme per Death House
16/02/2016 news di Redazione Il Cineocchio
Tra i numerosi protagonisti anche Robert Englund, Kane Hodder, Doug Bradley e Ken Foree
Pare che l’idea di mettere insieme uno stuolo di grandi icone dell’horror circoli nell’aria ormai da tempo; se Bruce Campbell si era espresso a riguardo lo scorso anno (paragonandola a un “I Mercenari dei film horror”), John Schneider ne ha fatto una parodia del genere slasher intitolata Smothered. Ebbene, ora il concept – decisamente appetitoso – è stato portato a compimento da B. Harrison Smith, che dopo titoli decisamente minori come Camp Dread (2014) ha deciso di lavorare a un nuovo progetto, Death House, su una sceneggiatura del defunto Gunnar Hansen, il Leatherface nell’originale Non aprite quella porta del 1974.
La parte più interessante è certamente il cast, che comprende Robert Englund (Freddy Krueger), Kane Hodder (Jason Voorhees), Doug Bradley (Pinhead), Bill Moseley (Otis B. Driftwood), Michael Berryman (Pluto in Le colline hanno gli occhi del 1977), Dee Wallace (L’ululato), Danny Trejo (Machete), Barbara Crampton (You’re Next), Ken Foree (nel cast di Zombi di Romero, tra gli altri), Don Shanks (il Bad Santa di Silent Night, Deadly Night) e Camille Keaton (Non violentate Jennifer).
Se siete curiosi, ecco la sinossi:
La Death House è l’Area 51 del Male… una struttura governativa sotterranea che contiene il peggio dell’umanità distribuita in nove livelli. L’antro infernale, nel nono girone dantesco, racchiude i Cinque Mali… le “stelle oscure” della Death House. Questi individui sono così malvagi che non potranno mai tornare nuovamente tra la gente. Potrebbero anche essere soprannaturali.
Gli agenti Toria Boon e Jae Novak hanno entrambi un passato oscuro; i due arrivano nella Death House per visitarne i livelli e osservarne gli abitanti di persona, nonchè per indagare sugli esperimenti medici e mentali delle dottoresse Eileen Fletcher e Karen Redmane, che risalgono alle pratiche depravate dei medici nazisti nella seconda guerra mondiale.
Le celle sono frutto di realtà virtuali che ricreano olograficamente gli ambienti dove agivano i prigionieri prima di essere incarcerati. Un gas allucinogeno speciale mantiene i detenuti sotto controllo. Le vittime prescelte sono dei senzatetto, servite nella Death House come prede per studiare le abitudini degli assassini mentre li uccidono. I risultati sono perversri, ma sono solo un accenno di ciò che accade laggiù.
L’Inferno dilaga letteralmente all’interno della struttura quando uno dei dispositivi olografici esplode, interrompendo l’elettricità e le comunicazioni e… lasciando liberi tutti i prigionieri. Boon, Novak e la Fletcher sono così bloccati in una corsa nel tempo contro l’avanzare delle orde di prigionieri guidati da Sieg, occultista neo-nazista. I mostri liberati e scendono verso il basso.
La lotta di Boon e Novak contro la Death House si trasforma così in una vera e propria sfida contro la casa degli orrori; l’unica speranza di fuga è quella di scendere negli inferi e chiedere l’aiuto dei Cinque Mali. Gli eventi culminano in una situazione di violento faccia a faccia con il Male assoluto… solo per scoprire che hanno viaggiato nella tana del coniglio e attraverso lo specchio. Il nero è bianco e il bianco è nero e le definizioni di Bene e Male non sono più applicabili.
Chi sono i mostri? Chi riuscirà a fuggire?
Il film, la cui trama è senza dubbio intrigante, uscirà in una data ancora da definirsi nel corso del 2017.
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Fonte: Dread Central