Voto: 6.5/10 Titolo originale: Nanny , uscita: 23-11-2022. Regista: Nikyatu Jusu.
Nanny: la recensione del film dell’orrore di Nikyatu Jusu (su Prime Video)
18/12/2022 recensione film Nanny di Gioia Majuna
Anna Diop e Michelle Monaghan sono le protagoniste dell'opera d'esordio della regista, che mescola soprannaturale e temi sociali con padronanza
L’opera prima di Nikyatu Jusu, Nanny, si avvale della vita precaria di una donna senegalese senza documenti a New York per esplorare un’ampia gamma di problematiche, da quelle più personali a quelle politiche e soprannaturali. La combinazione di un dramma gestito con sensibilità e di cliché tipici del genere horror a combustione lenta dà qui vita ad un’intrigante storia di sopravvivenza e di emancipazione, con un’interpretazione principale che spicca da parte di Anna Diop.
Presentato in anteprima mondiale al Sundance 2022, dove ha vinto il Gran Premio della Giuria nell’ambita categoria dei film drammatici americani, prima di finire dritto nel catalogo di Prime Video, Nanny dovrebbe riuscire a suscitare un certo interesse tra gli appassionati più attenti a questo tipo di prodotti.
Precedentemente già al Sundance con il suo cortometraggio Suicide By Sunlight (2019), Nikyatu Jusu ha sviluppato Nanny attraverso l’IFP Project Forum e i Sundance Directors and Screenwriters Labs. Si ha quindi la sensazione di trovarsi davanti a un progetto che è stato pensato, rifinito e arrotondato con cura. L’ambizione è alta, ma la regista riesce a padroneggiare gli elementi più disparati che presenta la sceneggiatura.
Incontriamo Aisha (Diop) mentre sta per iniziare un nuovo lavoro come tata. Si occuperà di Rose (Rose Decker), figlia di Amy (Michelle Monaghan) e Adam (Morgan Spector). Aisha sta lavorando per garantire una vita migliore al figlio Lamine, di sei anni, che è rimasto in Senegal. Le due madri sono molto distanti: la vita di Amy è fatta di ricchezza e di privilegi, quella di Aisha di lotta e di incertezza.
Lo scenografo Jonathan Guggenheim accentua i contrasti. La dimora di Amy e Adam è un grande appartamento clinico a pianta aperta, pieno di vetro, luce solare, spigoli vivi e una cucina da sogno con un’isola enorme e un frigorifero rifornito come un piccolo supermercato. Aisha condivide un appartamento accogliente che sembra avvolto da una calda luce solare e arredato in modo da offrire comfort e rifugio.
Tra Aisha e Rose si crea un legame immediato, che scatena la gelosia di una madre che inizia a sentirsi esclusa. C’è un grande contrasto nel modo in cui Amy, con tutte le sue risorse, è pronta a delegare la cura di sua figlia a un’estranea, mentre Aisha sente fortissimo ogni momento della sua separazione da Lamine.
Nikyatu Jusu ci permette di entrare pienamente nel mondo di Aisha, che diventa una parte essenziale della vita di Rose. È sempre consapevole di essere un’impiegata agli ordini dei genitori, il cui matrimonio in crisi è fonte di conflitti. “Mi possiedono, non ho una vita“, confida a un’amica.
La stratificazione degli elementi della vita di Aisha la rende un personaggio complesso. È pronta a fare sacrifici per la sua famiglia e per la sua possibilità di afferrare il sogno americano. Quando inizia una storia d’amore con il portiere Malik (un’affascinante Sinqua Walls), sembra così che il suo luminoso futuro stia iniziando a prendere forma. La simpatica nonna di Malik, Kathleen (Leslie Uggams), è una sensitiva che intuisce che – invece – sta succedendo qualcos’altro. “Come usi la tua rabbia?”, chiede. “È il tuo superpotere o la tua kryptonite?”.
Anna Diop è una presenza sullo schermo così potente che la vita quotidiana di Aisha è abbastanza coinvolgente da sostenere sulle spalle un lungometraggio. Ma l’elemento soprannaturale sembra quasi una distrazione o un ingrediente di troppo da incorporare in Nanny.
Una musica studiata per distendere i nervi crea l’anticipazione di qualcosa di spaventoso in arrivo. Le immagini da incubo di ragni giganti si accompagnano all’acqua come motivo ricorrente che si intravede in stanze allagate, piscine sinistre e fiumi torbidi. Alla fine, la domanda se Aisha stia perdendo il senno o se abbia a che fare con lo spirito acquatico africano Mami Wata viene inserita con successo in un quadro più ampio, senza comunque sbilanciare gli altri elementi.
Nanny si concentra allora sul senso di colpa dell’assenza e sui sacrifici non riconosciuti che le madri migranti fanno per le generazioni che le seguono.
Lungo il percorso, riesce anche a toccare temi come la disuguaglianza sociale, il dubbio richiamo del sogno americano e la consapevolezza che ciò che non ti uccide ti rende solo più forte. Uno dei suoi punti di forza è il modo in cui Aisha sopporta e raccoglie tra le mani la sua vita, mostrando la sua disapprovazione per l’approccio di Amy all’educazione o rifiutando le avances occasionali di Adam.
Il cuore della storia è rappresentato dal suo rafforzamento, conquistato con fatica, e viene catturato con maestria dalla dinamica Anna Diop.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Nanny, in esclusiva su Prime Video dal 16 dicembre
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