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Voto: 6/10 Titolo originale: Outlaw King , uscita: 06-09-2018. Regista: David Mackenzie.

Outlaw King – Il Re Fuorilegge | La recensione del film di David Mackenzie (su Netflix)

10/11/2018 recensione film di William Maga

Chris Pine è Roberto I di Scozia in un dramma storico ben costruito e che non risparmia sangue e lacrime, ma troppo breve per raccontare con efficacia un periodo cruciale

Chris Pine and Florence Pugh in Outlaw King re fuorilegge (2018) netflix

L’uscita di Outlaw King – Il Re Fuorilegge su Netflix segna il secondo titolo di questo 2018 incentrato sulla storia della Scozia (l’altro è Maria Regina di Scozia di Josie Rourke). Tracciando l’ascesa di Robert I Bruce (Chris Pine), il film affronta il lungo viaggio del futuro sovrano dalla resa a difensore del regno. Nel mettere in scena questo travaglio, il regista e sceneggiatore britannico David Mackenzie (Hell or High Water) strizza l’occhio a classici come Braveheart – Cuore Impavido e Il Gladiatore.

L’azione si apre con Robert impegnato a giurare fedeltà al re inglese Edoardo I (Stephen Dillane). Se state cercando di immaginare la timeline di Braveheart, ci troviamo nel momento di poco precedente la sconfitta – e morte – del prode William Wallace. Non vediamo il protagonista alzare i tacchi e scappare perché, beh, dovrebbe essere l’eroe qui e, convenzionalmente, gli eroi non sono traditori che pugnalano alle spalle. Tuttavia, Outlaw King – Il Re Fuorilegge sarebbe stato un film ben più audace se avesse aperto con il tradimento di Robert. Comunque, ci viene detto che giurare fedeltà non va a braccetto col futuro re, perché non è un re. In effetti, è stato retrocesso a esattore delle tasse assieme al suo “amico” John Comyn (Callan Mulvey, l’altro reale con pretese al trono di Scozia). Questo è il prezzo da pagare per essersi schierati al fianco di Wallace ed essere stati in qualche modo perdonati dal re d’Inghilterra, perdere ogni potere contrattuale.

Per mantenere la pace tra Comyn e Robert, i due vengono invitati a prestare giuramento di amicizia addirittura davanti a Dio. Per addolcire l’amara pillola per il secondo, gli viene offerta in moglie la figlioccia di Edoardo I: Elizabeth Burgh (Florence Pugh). La giovane viene raffigurata come forte, fedele, schietta e moralmente resiliente. Non si può certo mettere in dubbio che lo script – a cui ha partecipato anche Bathsheba Doran – sia poco appassionato nel volere dimostrare la forza e le capacità delle donne, persino durante un periodo feudale. Il punto è , come accade anche altrove nella pellicola, che a questo aspetto non viene dato il sufficiente spazio per respirare, a causa di una timeline troncata.

Il più grande rivale di Robert, oltre a Comyn, è Edward, Principe di Galles (Billy Howle), il quale trascorre gran parte del film ed essere vessato e sminuito da suo padre. Ritrattato come un buono a nulla, l’uomo desidera ardentemente eguagliare ed essere superiore al genitore, un ritratto che riporta facilmente alla mente il personaggio di Commodo nel kolossal di Ridley Scott del 2000, specie durante la sequenza della spada. Dopo aver promesso fedeltà, Robert ed Edward si scontrano infatti in un duello “amichevole”. Purtroppo, gran parte di quello che si dicono è gestito in modo goffo in questi attimi. La storia della rivalità di vecchia data tra i due arriva infatti tra clangore delle spade e dialoghi mozzati dal fiatone. Serpeggia anche una certa gelosia. Come ne Il Gladiatore, anche se più sottilmente qui, Edoardo I rispetta e preferisce Robert a suo figlio. “Hai avuto il coraggio di alzare la testa … e la saggezza di chinare il capo”, gli dice a un certo punto.

Nessuno spettatore però si è avvicinato probabilmente a Outlaw King – Il Re Fuorilegge per una semplice lezione di storia un po’ romanzata, quanto piuttosto per epiche battaglie all’ultimo sangue e imprese audaci e coraggiose. La gaiezza del tempo di guerra sopraggiunge quando il padre di Robert muore e Robert si ritrova sotto casa una porzione squartata del corpo di William Wallace, inchiodata come monito nella piazza principale della città. Da questo punto, David Mackenzie dà il là al classico ‘viaggio dell’eroe’ per Robert, divenuto intanto il fuorilegge del titolo, mentre Edward decide di ‘sollevare il drago’. Niente illusioni fantasy, non si tratta di Drogon. Significa che le regole tacite della cavalleria non valgono più. Non si fanno prigionieri.

Fortunatamente, Outlaw King – Il Re Fuorilegge dà il meglio durante le crude scene di battaglia, che non lesinano i particolari. Volete vedere intestini sparpagliarsi sul selciato? Ce li abbiamo. Ci sono contadini da uccidere a sangue freddo? Certo. Il sangue sarà sufficiente a placare il vostro appetito interiore più animalesco.

Al di là del gore che giustamente non deve mancare in un’opera del genere, quello di cui si sente un po’ la mancanza è una storia davvero avvincente. O meglio, la storia c’è (anche quella con la ‘S’ maiuscola), solo non è completamente raccontata, e questo ne diminuisce le potenzialità. I personaggi minori sono proprio minori. Per esempio, James Douglass (Aaron Taylor-Johnson) ha un solo pensiero in mente, reclamare la sua terra perduta / sottratta. Oltre a questo tratto, perde di qualsiasi profondità. Angus Og Macdonald (Tony Curran) è il braccio destro di Robert. Niente di più. Questi due, come pure altri, finiscono per essere ridotti a mera iniezione di testosterone. E se Elizabeth parte forte, dopo la sua cattura il suo minutaggio si fa misero.

L’handicap principale di Outlaw King – Il Re Fuorilegge è la volontà di coprire un arco di ben 21 anni in totale (8 anni se si contano le schermaglie principali). Moltissimo da infilare in ‘soli’ 137 minuti. C’è una ragione per cui Braveheart – Cuore impavido ne durava 182 minuti, coprendo comunque anche lui solo 8 anni. Vista la più che discreta fattura, questo progetto urla ‘miniserie’ da ogni poro. Con questa soluzione alla storia e ai personaggi sarebbe stata data certamente più profondità e maggior spazio per crescere, anziché troncare eventi storici cruciali per mezzo di sottotitoli. Inoltre, avremmo potuto ammirare più a lungo la sorprendente performance di Chris Pine. Invece, restiamo con un dramma in costume accurato, ma insoddisfacente rispetto a quello che avrebbe potuto essere e anche al cospetto delle sue nobili influenze.

Di seguito intanto trovate il trailer italiano di Outlaw King – Il Re Fuorilegge, nel catalogo Netflix dal 9 novembre: