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Voto: 4.5/10 Titolo originale: Truth or Dare , uscita: 12-04-2018. Budget: $3,500,000. Regista: Jeff Wadlow.

Obbligo o Verità: la recensione del film horror diretto da Jeff Wadlow

15/06/2018 recensione film di Sabrina Crivelli

Blumhouse porta nelle sale una versione risibile e priva di brividi del noto gioco adolescenziale, con Lucy Hale e Tyler Posey spaesati protagonisti

obbligo o verità film 2018

Ennesimo prodotto teen scialbo griffato Blumhouse, Obbligo o Verità (Truth or Dare) di Jeff Wadlow (Kick-Ass 2) combina tediosi drammi adolescenziali messi in scena con la profondità psicologica di una liceale media in preda allo smarrimento ormonale dovuto alla pubertà, a una storia prolissa, mal congegnata e piena di insensatezze (pure per un horror …). E tutto ciò – mazzata ulteriore – senza che si sparga una goccia di sangue o si osi una sequenza vagamente terrificante (giustamente, la Unrated Director’s Cut arriverà solo in home video, almeno negli Stati Uniti).

Le aspettative sono ovviamente assai basse sin da principio. Tutti gli estimatori di un certo “horror dal carattere forte” sono ben consapevoli ormai che la casa di produzione di Jason Blum sia perlopiù sinonimo di film ‘per tutti’ con gore ai minimi e molte fregnacce.

A volte qualche titolo, pur rimanendo nei confini generali dell’estetica per scolarette in cerca di qualche brivido col fidanzatino, è quantomeno entertaining, c’è una qualche idea alla base, come per il recente Auguri per la tua morte di Christopher Landon (la recensione), che certo non era un capolavoro da top10 del genere, ma non era nemmeno aberrante.

In altri – fin troppi – casi, invece, si tratta di vera e propria spazzatura orrorifica, pensata per un pubblico in età scolare che va al cinema giusto perchè non ha l’aria condizionata in casa e che rimesta tutti quegli ingredienti capaci di attirare i giovanissimi destinatari, senza un minimo di rispetto, fantasia o cura per il dettaglio. Il risultato? La noia intarsiata di discorsi senza capo né coda e sviluppi improbabili (specie per un film del terrore del 2018).

Non è che si pretenda molto, ma questo è proprio quanto succede ora anche con Obbligo o Verità, che palesemente gioca con i principali richiami per adolescenti sul mercato. L’offerta prevede il pruriginoso gioco del titolo, due “BBF” e un solo ragazzo (di una delle due, ma poi …), una combriccola che festeggia durante uno spring break in Messico a suon di alcol e un demone dispettoso che fa emergere ogni segretuzzo inconfessabile con la meticolosa perseveranza della cheerleader cattivella, ma con un tocco omicida in più.

La storia è piuttosto semplice: la piccola samaritana Olivia Barron (Lucy Hale) viene convinta dalla decisamente meno giudiziosa migliore amica, Markie Cameron (Violett Beane) ad accantonare la sua vacanza a costruire case per i senzatetto per darsi invece alla sbronza libera insieme a un manipolo di amici nei lidi messicani.

L’ultima sera, mentre viene abbordata da un compagno di scuola particolarmente molesto, Olivia s’imbatte nel bel tenebroso Carter (Landon Liboiron), che la difende dalle invise avance e si ferma a parlare con lei. In chiusura, quando il resto del gruppo vuole tornarsene a casa, il nuovo arrivato propone di andare in un posto speciale che solo lui conosce e che si rivela essere un convento fatiscente in una landa desolata, circondata da filo spinato. In sostanza il luogo ideale per la sbronza in compagnia.

Poi Carter se ne salta fuori di giocare a obbligo o verità e tutti più o meno si prestano. Un celere giro di rivelazioni e punizioni ed è fatta: lo sconosciuto, arrivato il suo turno, ammette di aver fregato tutti, coinvolgendoli in un gioco letale con un demone che continuerà anche a casa loro … E’ passato forse un quarto d’ora, la premessa è stata snocciolata in modo farraginoso ma la prendiamo per buona, senza badare troppo al dettaglio, ma quello che segue farebbe storcere il naso anche a chi è più di bocca buona.

Uno a uno, seguendo l’ordine iniziale, viene posto il fatidico quesito “Truth or Dare?” da un amico o da chiunque sia nelle vicinanze – ma solo dopo che questo ha mutato l’espressione facciale in quella di una comparsa del videoclip Lately degli Skunk Anansie – e in caso lo sventurato bari o non si presti al comando verrà colto da un raptus suicida inarrestabile.

Ora prendete un’impalcatura alla Final Destination, sostituite l’Oscura Mietitrice con un non ben definito demone impiccione che si diverte a far litigare gli adolescenti e a mettere zizzania tra le coppiette, togliete ogni inventiva nella rappresentazione dei decessi (come avveniva invece nella prolifica saga iniziata da James Wong nel 2000) e avrete solo una vaga idea di quanto insulso possa essere Obbligo o Verità.

Per avere una stima più completa è necessario addizionare a un pizzico di trasmissibilità del maleficio alla It Follows di David Robert Mitchell dei dialoghi e una caratterizzazione dei personaggi che farebbero vergognare un bambino scarso in italiano all’esame di quinta elementare, e delle sequenze inutilmente lunghe e ripetitive, senza alcuna tensione, che arrivano a rasentare il grottesco. Un esempio? Una delle sfortunate partecipanti al gioco maledetto deve scegliere ‘obbligo’ (come dicevamo, ci sono parecchi demenziali colpi di scena).

La poverina è costretta a camminare sul cornicione di casa sua tracannando un qualche super alcolico dalla bottiglia (quest’ultima azione la stava già compiendo di sua spontanea volontà). Quindi si mette a girovagare claudicando mentre gli altri da sotto la seguono con un materasso (avete presente le gag nel cinema muto?). Questa farnetica, mentre uno la pedina più da vicino sul tetto senza però poterla sostenere o sarebbe ‘barare’ (ossia una condanna di morte certa); frattanto gli altri si incastrano in un cancello che blocca il passaggio mentre tentano di farci passare sopra il materasso.

Quindi arriva il genio di turno che pensa bene di tirare giù l’ostacolo con la macchina … E non finisce qui, ma il resto della comica lo lasciamo a voi, in caso decideste di vederla sul grande schermo.

Il tutto viene procrastinato per un minutaggio interminabile, come se il senso del ritmo dell’azione fosse completamente sconosciuto a Jeff Wadlow. D’altro canto, in generale, non è costruito alcun climax, assistiamo solo a una successione di eventi, reazioni impassibili alle ‘scioccanti’ morti e rivelazioni sempre più assurde (si va e si viene dal Messico con pistole e con divieti da parte della polizia, ma che sarà mai!), per traghettarci ormai esausti a un finale che non ha alcun senso e che per giunta contraddice una delle regole iniziali (devi prendere parte al gioco in loco e completare un turno prima di essere perseguitato dallo spirito maligno).

In una cosa però Obbligo o Verità riesce davvero a inquietare: il fatto che abbia già incassato a livello globale (in Italia siamo sempre gli ultimi a gustarci queste prelibatezze …) più di 85 milioni di dollari, un dato che, essendone costati su per giù 3.5 milioni, non solo fa seriamente dubitare dei collettivi gusti cinematografici (abbiamo provato a giustificare questo ‘insolito’ andamento in una riflessione sul genere horror a fine 2017), ma potrebbe prospettare all’orizzonte pure uno sciagurato sequel. E pensare che c’è ancora chi crede che un giorno o l’altro potrebbe esserci fine a questo peggio.

Di seguito il trailer italiano di Obbligo o Verità, nei nostri cinema il 21 giugno: