Riflessione | Il 2017 del cinema horror in Italia: un genere che paga sempre e comunque
22/12/2017 news di Alessandro Gamma
Uno sguardo sull'anno che si sta per concludere, tra numeri, pregi e difetti della distribuzione e variegati gusti del pubblico della penisola
Siamo ormai giunti alla fine di questo 2017 cinematografico e ci sembra quindi il momento giusto per fare alcune considerazioni – dopo quelle sulla fantascienza – su un altro dei generi che al Cineocchio stanno parecchio a cuore: l’horror. Riguardando ai 12 mesi appena trascorsi, quanti film hanno davvero lasciato il segno? Quanti sono quelli che arrivavano con grosse aspettative e si sono rivelati delle cocenti delusioni? Quanti quelli a cui non avremmo dato due lire e invece ci hanno favorevolmente stupito? E soprattutto, in un senso o nell’altro, qual è stata la risposta del botteghino? Cercheremo nelle prossime righe di rispondere a tutte queste domande, provando a fare due conti e trarre le debite somme.
I film del terrore sono sempre stati ben accolti nel nostro paese a prescindere dalla loro effettiva qualità. Un risultato dal significato ambivalente e dicotomico. Se ci dice che il pubblico vuole vedere film horror in sala quando è possibile, allo stesso modo gli incassi quasi sempre buoni – spesso sorprendenti – sottolineano come non si vada troppo per il sottile quando si tratta di scegliere il titolo per la serata. E’ un bene? Diciamo di si, specie se quanto arriva in sala copre all’incirca tutta l’offerta possibile. Qui andrebbe aperta un’ampia parentesi naturalmente. Per ‘tutta’ si intende fondamentalmente quella che passa (anche) dai cinema americani. L’horror del resto d’Europa e quello asiatico non vengono degnati di attenzione da molti anni ormai e quando siamo fortunati qualcosa si recupera in home video o dritto in streaming su Netflix, come vedremo più avanti. Ma questo è un problema che non riguarda soltanto i film dell’orrore, in un paese come il nostro dove quest’anno sono usciti circa 480 film al cinema (si, una quarantina al mese, una decina ogni settimana …).
In ogni caso, nel dettaglio, e rimanendo ‘elastici’, sono 27 le pellicole riconducibili all’horror arrivate nei cinema italiani nel corso del 2017 e spalmate bene o male tra gennaio a dicembre, senza soluzione di continuità o tatticismi precisi dei distributori (a conferma che il tale mese/giorno/weekend non è una discriminante): IT, Scappa – Get Out, Madre!, Saw: Legacy, Annabelle 2: Creation, 2.22 – Il Destino è già scritto, Jukai – La Foresta dei Suicidi, Resident Evil 6 – The Final Chapter, Auguri per la tua morte, La Torre Nera, The Ring 3, La cura dal benessere, Underworld: Blood Wars, Amityville: Il risveglio, Leatherface, Flatliners – Linea Mortale, Open Water 3 – Cage Dive, The Bye Bye Man, Wish Upon, Split, 47 metri, The Void – Il Vuoto, The Devil’s Candy, La Mummia, Incarnate – Non potrai nasconderti, Autopsy e Personal Shopper.
Una masnada senza grossi picchi e mediamente non esaltante a conti fatti … ma questo è ciò che ha passato il convento. E comunque qualche perla è arrivata (specie dal benevolo 2016).
Andiamo a vedere gli incassi ora: se IT di Andrés Muschietti, che con 14.4 milioni di euro finirà addirittura nella Top10 generale dell’anno, Split di M. Night Shyamalan con 5.3 milioni, La Mummia di Alex Kurtzman con 4.5 milioni e i 3.4 milioni di Annabelle 2 non sorprendono più di tanto. A colpire sono soprattutto i 2.8 milioni raccolti dall’ottavo capitolo di Saw, i 2.3 milioni di La Torre Nera, i 2.1 milioni di Auguri per la tua morte (budget di 4.8 milioni di dollari!), gli 1.7 milioni di The Ring 3 e il milione di 2.22 – Il Destino è già scritto (film che negli USA nemmeno sanno che esiste) e il quasi milione del nuovo Amityville (946 mila euro e primo paese al mondo a proiettarlo). Tutte opere che – facendo le debite proporzioni con gli Stati Uniti, con il resto dell’offerta sul nostro territorio (non esattamente parca …) e con la qualità effettiva – possono essere considerate alla stregua di grandi successi. Scappa – Get Out con 1.1 milioni ha sicuramente goduto della grande pubblicità riflessa d’oltreoceano, mentre il settimo e conclusivo capitolo di Resident Evil, nonostante tutto, ha strappato 1.1 milioni ai fan più accaniti.
Ad accusare il colpo della grande pubblicità negativa che li ha preceduti sono stati invece Madre! di Darren Aronofsky (530 mila euro), La Cura dal Benessere di Gore Verbinski (516 mila euro, unico vero flop assoluto a livello mondiale) e Flatliners (594 mila euro, comunque curiosamente quello che ha incassato di più tra i tre). Non che in patria o altrove siano andati bene sia chiaro e comunque possiamo dire che il pubblico italiano non li ha schifati a prescindere.
Tolti i film delle grosse major, cosa resta allora? Rimangono i film indipendenti, che per questo motivo intrinseco non possono ambire a una diffusione particolarmente estesa in quanto a numero di copie, ma che hanno ugualmente interessato gli spettatori in cerca di emozioni più o meno forti. Jukai – La Foresta dei Suicidi (704 mila euro), The Bye Bye Man (586 mila euro), 47 metri (575 mila euro), Leatherface (517 mila euro e uscito in anteprima assoluta mondiale qui da noi) e Incarnate (520 mila euro) si può dire abbiano fatto più che dignitosamente il loro lavoro (e anche oltre, vista la qualità dei titoli in questione …), con i ben più meritevoli Autopsy e The Devil’s Candy subito a ruota con 450 e 410 mila euro (quest’ultimo però ha probabilmente pagato un’uscita postuma di ben 2 anni). A chiudere la classifica nelle parti più basse ci sono soltanto Personal Shopper di Olivier Assayas con 175 mila euro, The Void – Il Vuoto, con meno di 100 mila, Open Water 3 – Cage Dive con 150 mila euro e Wish Upon con 236 mila euro. Tutti rimasti in cartellone meno di 10 giorni. Per ricollegarci al discorso iniziale legato al predominio americano, tra questi ci sono un film francese, uno australiano, uno britannico e uno canadese.
Si può dire che, a conti fatti, l’unico film ad essere stato davvero bocciato dal pubblico italiano sia stato Underworld: Blood Wars, con ‘soli’ 400 mila euro incassati. Probabilmente lo scotto da pagare per la lunga pausa dal capitolo precedente, datato 2011. Ricordiamo però che, storicamente, i film del terrore sono anche quelli con i budget più contenuti di Hollywood (parliamo di grandi studi quindi) e pertanto quelli con il maggior margine di incasso. Esclusi La Mummia (125 milioni), La Torre Nera, costato 60 milioni, e La Cura dal Benessere (40 milioni), tutti gli altri, ultimi capitoli di grosse saghe compresi, non hanno sforato i 35 milioni, andando ampiamente in pari e/o in attivo.
E’ rimasto fuori qualcosa? Esclusa l’offerta streaming di Netflix (che può annoverare l’adattamento increscioso di Death Note, ma anche anche un paio di altri titoli originali di discreta fattura come lo slasher La Babysitter e 1922 e Il Gioco di Gerald, entrambi tratti da romanzi di Stephen King o la messa a catalogo a sorpresa di The Girl with All the Gifts / La ragazza che sapeva troppo, Pelle e Deathgasm, rispettivamente britannico, spagnolo e neozelandese … e di Creep 2), ci siamo ‘persi’ solo It Comes At Night, il boicottatissimo Jeepers Creepers 3, il trascurabile Phoenix Forgotten, Better Watch Out, Tragedy Girls, The Belko Experiment (tra film che ci auguriamo arriveranno in sala nel 2018) e Mayhem (inspiegabilmente uscito dritto in VOD anche oltreoceano). February – L’innocenza del male, Train to Busan, L’ombra della paura, 31 di Rob Zombie e Raw: Una Crudele Verità (un americano/canadese, un franco/belga, un coreano, un iraniano/britannico e un americano/britannico) sono invece arrivati dalle nostre parti direttamente in DVD/Blu-Ray, così come pure l’antologia al femminile XX e Il Culto di Chucky. Titoli che non avrebbero sfigurato di sicuro in sala, anzi.
In conclusione, dopo questo elenco e i meri numeri, cosa resta? Come accennato sopra, emerge chiaramente che il cinema horror gode di buona salute in Italia e che il pubblico qui sembra apprezzare qualsiasi cosa gli si propini – dagli stregoni ai pagliacci assassini, dai boogeyman evocati pronunciando il loro nome ai classici squali bianchi dal morso facile, fino agli ennesimi capitoli di saghe arcinote, che però non stancano mai. Un buon auspicio dunque anche per il 2018 (che giustamente si aprirà infatti l’11 gennaio con The Midnight Man con Robert Englund) e un invito nemmeno troppo velato ai distributori ad osare un po’ di più, specie con quei film magari premiati nel circuito di importanti Festival internazionali di settore come Sitges e lo Screamfest. Ah, dopo aver saltato un giro per punizione, il prossimo anno anche il cinema di casa nostra tornerà a dire la sua, con il rinviato The Wicked Gift di Roberto D’Antona e con In un giorno la fine di Daniele Misischia.
Di seguito il trailer italiano della pellicola horror che ha dominato l’anno, IT:
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