Nel 1981 il regista girava un horror rurale atipico e ricco di suggestioni, interpretato da Ernest Borgnine e da una giovanissima Sharon Stone
Wes Craven raccontava di aver cominciato a pensare al suo quinto film dopo il tragico massacro di Jonestown in Guyana. E, in effetti, la piccola comunità agricolo-religiosa capitanata da un Ernest Borgnine mormoneggiante e nerovestito, austero custode della morale ittita, ricorda un po’ la celeberrima setta del reverendo Jim Jones, balzata tragicamente sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo nel 1978.
Già, perché Benedizione Mortale (Deadly Blessing, dal nome della fattoria al centro della tenebrosa vicenda, chiamata appunto ‘Nostra benedizione’), finisce senza volerlo con l’essere un prodotto di consumo un po’ atipico. I trucchi e gli effetti speciali sembrano messi lì spesso alla rinfusa e secondo ritmi sbagliati, quasi per «rinforzare» l’idea base dell’opera: che è poi quella, più inaspettata, di mettere in contrasto il fanatismo religioso e anacronistico della comunità simil Amish con i simboli e le «tentazioni» della vita moderna. Niente di nuovo, si dirà, ma — se ci pensate un po’ — vedrete che questa dissertazione diabolica sulla natura e la città, sulla tecnologia e l’artigianato, sulla libertà sessuale e sulla repressione non manca di una certa suggestione.
Non a caso, il primo omicidio di Benedizione Mortale, la cui trama in sé non certo esaltante ed è quanto mai confusa, nasce proprio dallo scontro tra due culture: da un lato, gli arcaici metodi agricoli difesi contro il progresso dal «luddista» Ernest Borgnine; dall’altro, l’uso del trattore sostenuto dalla giovane coppia entrata a far parte della comunità ittita. Che il «civilizzato» e traditore Jim Schmidt (Douglas Barr) abbia la vita corta (il trattore, messo in moto da una mano omicida, lo schiaccerà) lo si capisce subito; quanto alla moglie Martha (Maren Jensen), raggiunta da due emancipate e inconsapevoli ragazze di città in short e magliette aderenti, il film – costato 2.5 milioni di dollari – le riserverà ogni sorta di nefandezze e di cattive sorprese.
Insomma, un po’ come solitamente accade per le opere di Brian De Palma, senza fare paragoni avventati, l’occhio deve posarsi sui particolari, sui personaggi di contorno, sulla scelta dei paesaggi (un Texas solare, desolato e iper-realistico, benissimo mascherato da Pennsylvania), sulla ricercatezza formale delle inquadrature e delle luci.
Non funziona proprio, invece, lo spirito maligno, il famoso Incubus servito in Terra dalle due donne ittite: l’invenzione è un po’ sciocca e finisce per rovinare l’epilogo irrazionale di Benedizione Mortale (vagamente ispirato a Carrie – Lo sguardo di Satana), troppo pasticciato e parossistico. Pare comunque che l’abbia imposto il solito produttore hollywoodiano ‘illuminato’, per strappare un po’ di terrore in più per gli spettatori. In ogni caso, non appartiene, cinematograficamente parlando, al Wes Craven migliore.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Benedizione Mortale, disponibile in DVD e Blu-ray nel nostro paese: