Voto: 8/10 Titolo originale: Phantom of the Paradise , uscita: 31-10-1974. Budget: $1,300,000. Regista: Brian De Palma.
Recensione story: Il Fantasma del Palcoscenico di Brian De Palma (1974)
05/11/2019 recensione film Il fantasma del palcoscenico di William Maga
Un'opera rock velata di horror pregna di stimoli e suggestioni visive e uditive, capace di diventare un cult
A ruota del successo planetario di Frankenstein jr. di Mel Brooks (il nostro approfondimento), sempre nel 1974 arrivava nei cinema nostrani Il Fantasma del Palcoscenico (Phantom of the Paradise), film diretto da un 34enne Brian De Palma, autore ancora pressoché sconosciuto in Italia all’epoca, ma che il pubblico statunitense consumava già avidamente durante le rassegne notturne con la stessa golosità che si riservava soltanto ai grandi ‘maestri maledetti’.
La sua ottava fatica si presentava con gli onori del massimo premio vinto al Festival della fantascienza di Avoriaz, eppure, come tutte le opere riuscite, non fu facile obbligarlo nei confini di una classificazione troppo ristretta. Una vicenda horror raccontata secondo i moduli narrativi musical e dell’opera rock, in cui allegorie faustiane e satira contro l’industria musicale si mescolano in un magma caotico, avvincente, di canti, colori, invenzioni sceniche e trovate registiche. Un fiume in piena di idee, di immagini, di suoni, che il regista sembra disciplinare a fatica, si condensano in uno spettacolo pieno di ritmo, vigoroso, a tratti violento, sempre affascinante per lo spettatore.
Ennesimo saggio della vena inesauribile del cinema americano di quel periodo, della sua capacità di rinnovarsi con fervida fantasia, magari trasferendo, come in questo caso, miti antichi e intrighi da melodramma in contesti ultramoderni, per trarne giochi fantasmagorici dove lo stupefacente lascia anche spazio allo humour ironico e insolente. II Fantasma del Palcoscenico è un film che si può gustare da varie angolazioni.
La prima, e più evidente, riguarda la semplice trasposizione nello show business della musica rock del celebre feuilleton onorifico di Gaston Leroux, Il fantasma dell’Opera (già grande successo del cinema muto nel 1925 per l’interpretazione di Lon Chaney). Trasformato il tempio lirico parigino in un moderno musical, con relativi annessi e connessi, la trama resta sostanzialmente la stessa.
Winslow (William Finley), interprete e compositore rock, viene depredato dello spartito di una sua ‘cantata’ da un grande editore discografico, Swan (Paul Williams), personaggio inquietante che ha stretto col Diavolo in persona un legame di sangue. Incarcerato ingiustamente a Sing Sing, il musicista, deciso a vendicarsi contro il torvo magnate, evade e s’introduce nello stabilimento discografico, ma finisce con la faccia maciullata in una pressa.
Cosi sfigurato, cela il volto sotto la maschera di un uccello rapace e, come un fantasma, comincia a seminare il panico tra le quinte della music-hall, dove si sta provando la sua cantata-rock. Ma Swan non solo è invulnerabile, riesce anche a stringere un patto col persecutore, imponendogli di fare della sua cantata un’intera opera rock che servirà alla inaugurazione del ‘Paradiso’. Non soddisfatto, gli ruba anche l’anima e la donna che ama (una Jessica Harper che tre anni dopo avrebbe recitato in Suspiria di Dario Argento). Solo dopo che sarà stato privato di tutto, anche della possibilità di suicidarsi, il povero ‘fantasma’ potrà abbandonarsi, in un finale da apoteosi grandguignolesca, alla totale furia vendicativa e distruttiva.
L’epilogo di Il Fantasma del Palcoscenico, in cui si riprendono le fila del testo di Gaston Leroux (dopo le varie contaminazioni legate al summenzionato mito di Faust, ma anche di Il Gobbo di Notre Dame e Il ritratto di Dorian Gray) sullo sfondo della scatenata e barocca féerie dello spettacolo rock in corso sul palco, è il momento più affascinante di un film fin troppo denso di stimoli e di suggestioni, che si esplicano, oltre che sul piano figurativo e su quello musicale (la opera rock è, per se stessa, uno show nello show), anche nel sottofondo demistificatorio dell’universo pop, edificato sul più gretto mercantilismo.
Le partiture musicali, vigorose e accattivanti, sono farina del sacco del protagonista Paul Williams in persona, prima che attore compositore e paroliere, curiosamente apparso di recente in Baby Driver – Il genio della fuga di Edgar Wright. Soggetto e sceneggiatura sono invece opera esclusiva di Brian De Palma, al quale va in definitiva il merito di aver dato al cinema fantastico, con II Fantasma del Palcoscenico, una originale ed effervescente dimensione. E un cult per le generazioni future.
Di seguito il trailer internazionale:
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