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Voto: 8/10 Titolo originale: The Fly , uscita: 15-08-1986. Budget: $15,000,000. Regista: David Cronenberg.

Dossier: La Mosca di David Cronenberg, abbiate paura, abbiate molta paura

08/02/2020 recensione film di William Maga

Nel 1986, Jeff Goldblum e Geena Davis erano i protagonisti di una rielaborazione personalissima ed efficace del romanzo di George Langelaan, una tragica storia d'amore con momenti raccapriccianti e dolorosi

la mosca jeff goldblum 1986

Se un film merita il termine di ‘reimmaginazione’ anziché ‘remake’, questo è La Mosca (The Fly) del 1986 di David Cronenberg. Basato vagamente sul racconto di George Langelaan e sul suo adattamento cinematografico del 1958 (uscito in Italia col titolo L’esperimento del Dottor K), questo film fa sua la premessa ma getta via tutto il resto, compresi nomi e punti strategici della trama. Accreditare lo scrittore è quindi quasi un atto di cortesia, poiché nella sceneggiatura finale rimane ben poco del suo racconto. Per come vanno di solito gli horror, questo è piuttosto atipico. Raggiunge qualcosa di critico che troppi titoli del genere troppo spesso ignorano: lo sviluppo e l’identificazione nei personaggi principali. Prima che inizi la parte raccapricciante e che si venga avvertiti di esser pronti ‘a spaventarsi a morte’, La Mosca permette allo spettatore di avvicinarsi e conoscere i protagonisti, e ciò eleva quello che accade al livello di tragedia.

la mosca posterLa Mosca è quasi unico, in quanto ci obbliga a simpatizzare e fare il tifo per la coppia al centro della narrazione. Fino alla fine, speriamo contro ogni logica che ci sia un modo per uscire da quella incredibile situazione che non si traduca nelle budella di qualcuno sparse su tutto il pavimento. David Cronenberg ha personalmente descritto la usa opera come una ‘commedia romantica‘, e se questa definizione potrebbe essere un po’ troppo stiracchiata (anche se dà un’idea del pensiero del regista), non è del tutto imprecisa. L’amore è un elemento essenziale del film. Senza, sarebbe soltanto una versione contorta di Le Metamorfosi di Franz Kafka.

La Mosca arrivò nel bel mezzo di quello che probabilmente si potrebbe definire il periodo più fecondo della carriera di David Cronenberg. Con Scanners, Videodrome e La Zona Morta alle spalle e Inseparabili ancora da venire (nel 1988), è facile capirlo. Ad oggi, resta uno dei più grandi successi commerciali del filmmaker canadese (oltre 60 milioni di dollari incassati nel mondo) e ha persino vinto un premio Oscar. Ha anche generato un sequel, diretto da Chris Walas nel 1989, di cui è meglio tacere.

Uno degli obiettivi che David Cronenberg tenta di fare con la sua versione è rendere credibile la scienza. Quindi la sceneggiatura, che ha lui stesso riscritto ampiamente da una bozza di Charles Edward Pogue, si concentra sulla plausibilità del tutto. La scienza non è ‘reale’, nel senso che sarebbe realizzabile usando le tecnologie dell’epoca, ma ricorre a termini abbastanza legittimi da sembrare credibili per coloro che non abbiano una formazione specifica. L’idea di fondere o unire il DNA di un insetto con quello di un essere umano non sembra poi così stravagante e almeno una parte di ciò che accade al personaggio principale è perlomeno concepibile. Ci viene anche risparmiato il concetto involontariamente umoristico di una mosca con una piccola testa umana (come apparso nel film del 1958).

Seth Brundle (Jeff Goldblum) è uno scienziato convinto di cambiare il mondo. Non esce molto, quindi quando ha la possibilità di impressionare una giornalista, Veronica (Geena Davis), non la spreca. Quando la invita nel suo laboratorio per vedere il suo esperimento, non è qualcosa di poco conto. Si tratta di una coppia di ‘telepodi’ collegati da 4 metri di cavi. Usando un computer (primitivo), l’uomo può trasferire oggetti inanimati dall’uno all’altro, una sorta di raggio trasportatore alla Star Trek. Sfortunatamente, non è così fortunato con gli esseri viventi, che finiscono per sembrare uova strapazzate sanguinanti e distorte nell’evento. Mentre trascorrono del tempo insieme, Veronica e Seth si innamorano e lei inizia a registrare su telecamera i suoi progressi.

Attraverso il sesso, Seth ha una rivelazione della ‘carne’ e riesce a superare il difetto nella programmazione del computer. Ha così successo con un babbuino e quindi decide di provare lui stesso, in solitaria. Piccolo problema: quando Seth fa il ‘viaggio’, non è da solo nel macchinario. C’è letteralmente una mosca con lui e, quando arriva dall’altra parte, non è più Seth, ma l’ibrido Brundlemosca. Inizialmente, gli effetti sembrano positivi: aumento della forza, della resistenza e un’incredibile energia. Poi, però, il lato insettoide si fa strada e presto Brundlemosca inizia a somigliare sempre più a un mostro umanoide.

Jeff Goldblum la mosca 1986La Mosca può essere divisa in tre atti. Il primo è una storia d’amore quasi tradizionale. Uno scienziato timido e socialmente inetto incontra una bellissima giornalista. Si innamorano, ma prima di impegnarsi con lui, deve spogliarsi del passato – un ex fidanzato di nome Stathis (John Getz), che è anche il suo editore.

Il secondo atto imita gli aspetti della storia delle origini dei supereroi, mentre Seth scopre ed esplora le sue nuove abilità. Infine, durante l’ultima mezz’ora, La Mosca si addentra nei territori dell’horror più tradizionale con una significativa cucchiaiata di tragedia incorporata. Ci sono sangue e gore, liquami acidi e un insetto sovradimensionato. A volte, ricorda Alien (un confronto David Cronenberg probabilmente apprezzerebbe).

Gli attori svolgono un lavoro efficace. Jeff Goldblum, un attore di ‘metodo’, si cala completamente nella parte. Rende piacevole l’essere umano Seth e fa sì che lo spettatore provi dolore e pietà per Brundlemosca. Il contributo più impressionante di Geena Davis è la grande chimica col partner di set; questo non è sorprendente, dato che i due effettivamente si frequentavano al quel tempo. Oh, e pronuncia una delle battute più citate degli anni ’80: “Abbi paura. Abbi molta paura“. Il terzo membro del triangolo è interpretato da John Getz, un attore veterano con una tonnellata di ruoli televisivi. Qui, è un po’ viscido e poco simpatico, e ricorda vagamente l’Hart Bochner del successivo Die Hard (la recensione).

la mosca 1986Gli effetti di make-up per la creatura curati da Chris Walas si aggiudicarono l’Oscar per il Miglior trucco, ma risultano altalenanti. Il suo lavoro su Jeff Goldblum quando l’attore sembra quasi umano è molto buono. Tuttavia, man mano che le applicazioni in lattice diventano più ‘importanti’, diventano palesemente più finte.

Verso la conclusione di La Mosca, Brundlemosca sembra semplicemente un uomo con indosso una tuta di gomma, che è effettivamente quello che è. Va notato che il Brundlemosca ‘finale’ (sia esso una creazione animatronica o un pupazzo) è inquietante ed altamente efficace. Sono i passaggi tra il quasi umano e il completamente insetto dove costumi e trucco perdono la loro necessaria credibilità.

Sarebbe bello che i film dell’orrore di oggi usassero La Mosca come modello di ispirazione. Immaginate la sensazione di sedersi in un cinema e guardare una storia completamente sviluppata, con personaggi reali, che provano emozioni vere, eppure contenente tutto il gore e il terrore che ci si aspetta da un’opera appartenente al genere.

La Mosca – incalzato dalle musiche di Howard Shore – funziona su molti livelli, proprio perché è realizzato con cura e affetto per i suoi protagonisti. Quando l’inevitabile accade, non è disdicevole che arrivino le lacrime. Il regista, fedele alla sua nomea, regala poi numerosi momenti disgustosi e disturbanti, su tutti l’orecchio che si stacca, la mascella che cade per terra o il distaccamento delle unghie.

In definitiva, La Mosca resta tra i massimi esponenti della cinematografia del fanta-horror degli anni ’80, nonché della già clamorosa carriera di David Cronenberg, un film a cui i filmmker di oggi dovrebbero provare a guardare un po’ più spesso per capire come girare un film efficace.

Di seguito il trailer internazionale di La Mosca: