Voto: 5/10 Titolo originale: The Old Guard 2 , uscita: 01-07-2025. Regista: Victoria Mahoney.
The Old Guard 2: la recensione del film di Victoria Mahoney (su Netflix)
02/07/2025 recensione film The Old Guard 2 di Gioia Majuna
Charlize Theron e Uma Thurman sono al centro di un sequel ambizioso ma disordinato, che prepara un terzo capitolo più che raccontare davvero qualcosa

Con The Old Guard 2, Netflix espande l’universo dei suoi immortali mercenari guidati da Andy (Charlize Theron), ma lo fa con una narrazione che spesso perde il fuoco e si limita a costruire ponti verso un ipotetico terzo capitolo. Se il primo film aveva sorpreso con una combinazione ben dosata di azione e introspezione, il sequel sembra più preoccupato di spiegare le regole della propria mitologia che di immergere lo spettatore in una vera esperienza cinematografica. Il risultato è un film frenato, sbilanciato e, in parte, dimenticabile.
La nuova regista Victoria Mahoney eredita il mondo creato da Gina Prince-Bythewood, ma sembra meno interessata a sviluppare la profondità emotiva dei personaggi e più incline a consegnare un prodotto esteticamente patinato e strutturalmente seriale. I toni si fanno più cupi, la regia più scolastica e il ritmo meno avvincente. The Old Guard 2 soffre proprio dove il primo aveva brillato: nel dare peso alla vita eterna.
Il ritorno di Quỳnh (Veronica Ngo), la compagna d’armi sepolta viva per secoli, rappresenta il fulcro emotivo e narrativo del film. Il suo desiderio di vendetta è comprensibile, la sua rabbia diretta ad Andy è palpabile. Ma questo conflitto, che avrebbe potuto dare vita a un dramma potente e viscerale, viene sacrificato in favore di un’espansione narrativa caotica, arricchita dalla comparsa di Discordia (Uma Thurman), l’immortale originale. Purtroppo, il personaggio di Discordia è scritto in modo superficiale, più funzionale alla mitologia che alla narrazione: una villain priva di vera motivazione emotiva, bloccata in uno stereotipo.
Una delle peggiori insidie del film è proprio la struttura da “film intermedio”: non si tratta di un sequel con una trama compiuta, ma di un lungo preambolo a un ipotetico terzo atto. L’azione inizia con energia – una spettacolare incursione a Villa Konrad – ma si affloscia progressivamente in una serie di scene che sembrano prese da un manuale del franchise moderno: libri antichi che spiegano la lore, sogni profetici, antagonisti oscuri, rivelazioni a effetto costruite solo per il cliffhanger finale.
Charlize Theron rimane una presenza magnetica: il suo personaggio, ora mortale, acquisisce fragilità e umanità che rendono Andy più interessante. Ma il film non sfrutta davvero questo cambio di status. Allo stesso modo, KiKi Layne (Nile), che doveva raccogliere l’eredità dell’eroina, viene relegata a comprimaria. Lo stesso vale per personaggi come Joe e Nicky (Marwan Kenzari e Luca Marinelli), la coppia queer che nel primo film aveva regalato una delle scene più sincere dell’intero cinema d’azione contemporaneo: qui sono ridotti a spalle comiche o a strumenti per l’azione. Matthias Schoenaerts (Booker) viene reintrodotto rapidamente, vanificando il peso della sua espulsione, mentre Henry Golding (Tuah) è poco più che un narratore in carne e ossa.
Le scene d’azione non mancano, ma raramente sorprendono. C’è un notevole scontro corpo a corpo tra Andy e Quỳnh in un vicolo romano, e un inseguimento automobilistico ben gestito nelle fasi iniziali. Tuttavia, la regia si affida troppo spesso a CGI generica e montaggi frenetici, che appiattiscono l’impatto visivo e rendono le coreografie indistinguibili da quelle di decine di altri titoli action da streaming.
Sul piano visivo, il film soffre di un’estetica livida e poco incisiva. Le ambientazioni sono spettacolari sulla carta – Roma, Indonesia, una biblioteca segreta – ma raramente vivono sullo schermo con un’identità propria. Persino il tema musicale è dimenticabile, e la colonna sonora non aggiunge nulla al tono.
Ma forse la delusione più grande è il senso di opacità narrativa. Invece di approfondire i dilemmi morali legati all’immortalità, The Old Guard 2 affoga in spiegoni e dialoghi criptici, lasciando lo spettatore più confuso che incuriosito. Ogni discorso sulle responsabilità degli immortali verso l’umanità, sulla redenzione o sull’isolamento si perde in un mare di battute didascaliche o costruite solo per preparare una scena futura.
Il finale, pensato come un potente climax, fallisce nel generare tensione. Lo scontro tra Andy e Discordia, che avrebbe potuto essere un momento epico tra due icone del cinema d’azione (Theron e Thurman), è spento, mal coreografato e frettoloso. Quando i titoli di coda arrivano, ci si sente derubati di un punto fermo narrativo. Invece di chiudere, The Old Guard 2 si spegne su una pausa, quasi chiedendo scusa per non avere ancora nulla da dire.
In definitiva, The Old Guard 2 non è un disastro, ma è un’occasione mancata. Ha un cast di talento, un universo narrativo ricco di potenzialità e un messaggio di fondo che potrebbe essere potente. Ma spreca tutto nel tentativo di essere il ponte per un terzo film, dimenticando che ogni capitolo deve anche vivere di luce propria. È un sequel che guarda troppo avanti, senza rendersi conto che il presente – nel cinema come nella vita – è tutto ciò che abbiamo.
Di seguito trovate il trailer internazionale di The Old Guard 2, su Netflix dal 2 luglio:
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