Titolo originale: The Vanishing , uscita: 04-01-2019. Regista: Kristoffer Nyholm.
The Vanishing – Il mistero del faro | La recensione del film di Kristoffer Nyholm
26/10/2018 recensione film The Vanishing - Il mistero del faro di Sabrina Crivelli
Gerard Butler è il protagonista di un teso thriller ambientato su una suggestiva isola spazzata dal vento e tormentata dall'isolamento, dall'omicidio e dalla follia
I fari sono indubbiamente uno scenario perfetto per un horror o un thriller; di norma in luoghi remoti, ancor più se unica vestigia umana su isole praticamente deserte, sono il luogo ideale per una storia di eremitaggio … e follia. Edgar Allan Poe proprio in tale suggestiva ambientazione aveva collocato il suo ultimo racconto incompiuto, The Light-House, mentre H. P. Lovecraft l’aveva scelta come scenario per il suo The White Ship. Sia che si tratti di derive soprannaturali e fantastiche, sia che si limiti a seguire la lenta perdita della ragione da parte degli sventurati guardiani, costretti a un lungo isolamento, anche nel cinema diversi sono i titoli con la medesima collocazione; tra i più recenti si ricordano Cold Skin di Xavier Gens, in cui uno stuolo di creature marine assaltava l’avamposto luminoso, o il meno conosciuto Lighthouse Keeper di Benjamin Cooper (ispirato al suddetto scritto poeiano). Soggetto quindi indubbiamente accattivante, lo esplora da una prospettiva differente, più crime e meno paranormale, Kristoffer Nyholm con il suo The Vanishing – Il mistero del faro
(o Keepers) presentato in anteprima al Festival di Sitges.
La storia si apre con James (Gerard Butler), Thomas (Peter Mullan) e Donald (Connor Swindells), due esperti lupi di mare e una nuova leva imbarcatisi insieme per raggiungere un remoto faro su un’isola disabitata di cui saranno i guardiani per le sei settimane successive. Inizialmente il clima è cordiale, il più giovane del gruppo è forse un po’ troppo avvezzo a scherzi infantili, disturbando in parte gli altri due, ma i giorni trascorrono senza intoppi, almeno finché i tre scovano giù da una scogliera il corpo di un uomo all’apparenza senza vita, disteso a pochi metri da un’imbarcazione imprigionata tra gli scogli.
Donald viene quindi calato dalla ripida parete con una corda a verificare se l’uomo sia davvero deceduto e ispezionare il relitto, in cui rinviene una misteriosa scatola chiusa con un lucchetto. D’improvviso intanto lo sconosciuto a terra rinviene e lo aggredisce, ne segue uno scontro e ci scappa il morto. Sconvolti e incerti sul da farsi, i protagonisti decidono sia meglio tacere quanto successo, ma l’accidentale vittima della collutazione non è sola e presto dei rinforzi giungono a soccorrerlo.
Basato su una leggenda di Flannan Island, al largo delle acque scozzesi, Keepers – Il Mistero del Faro parte da un evento imprevedibile, un involontario omicidio, per costruire un claustrofobico crescendo di tensione e di angoscia. Non c’è fuga possibile, e da tale certezza è suscitata non solo un senso di profonda oppressione e lata paura, ma anche una crescente psicosi che si concretizza con visioni sempre più ravvicinate e vivide. James, Thomas e Donald si ritrovano imprigionati in un lembo di terra circondato dal mare su cui un pericolo incombe imminente. Prima si tratta di un’invasione esterna, poi della minaccia rappresentata gli uni contro gli altri, in una situazione che gradualmente degenera sempre più.
Le reazioni sono varie e portate sullo schermo con grande maestria dai membri del cast. James, alterna stati di aggressività a momenti di totale isolamento, rinchiuso nella piccola cappella a latere della più ampia architettura centrale. La sua indole iraconda e istintiva, l’oscillare degli stati emotivi, è reso dalla solida performance di Gerard Butler. Più saggio e meditativo, il più anziano Thomas, incarnato ottimamente da Peter Mullan, cerca di trovare una soluzione razionale, ma man mano che il minutaggio avanza, risulta sempre più difficile trattenere il compagno dal compiere gesti estremi.
Infine, a completare la complessa meccanica relazionale, l’ultimo polo è costituito dal fastidioso Donald, tratto caratteriale che emerge sin dai primi fotogrammi si accresce sempre più quando le circostanze divengono più tragiche, un po’ per sua colpa, un po’ per una serie di sfortunati casi. Lo scontro con James è inevitabile, la drammatica conclusione è preparata sapientemente e Connor Swindells riesce davvero a logorare i nervi nell’incarnare il suo personaggio. Poi ci sono gli assalti, le lotte e gli scontri, che indulgono in maniera più che soddisfacente in dettagli crudi, amplificando l’angosciosità degli eventi narrati.
Poi c’è il lato surreale. Il paesaggio naturale in qualche modo sembra ostile, mentre il celo plumbeo incombe sulla torre bianca e sulle sparute costruzioni in muratura lattea che si stagliano in mezzo al nulla. La fotografia dai toni sovente spenti, le inquadrature delle onde che crescono e s’infrangono sugli scogli, danno la sensazione di un’imminente tempesta, comunica di per sé una percezione di pericolo. Poi ci sono i segni, quasi premonizioni di sciagura tra realtà e miraggio.
Gli uccelli che a decine vengono trovati morti intorno alle mura e presenze oscure, il vento che soffia, rumori sinistri, sembrano attendere nottetempo fuori dalle esili mura della rudimentale dimora dei guardiani. Non c’è nulla di palesemente soprannaturale, ma solo la sua sensazione attraverso gli occhi di uomini sempre più in preda della paura e della pazzia.
The Vanishing – Il mistero del faro combina in definitiva una notevole recitazione, un ritmo dilatato, ma ben orchestrato, una narrazione coerente e coesa e una location di sicuro impatto, costituendo un ottimo debutto alla direzione di un lungometraggio per Kristoffer Nyholm, dopo la lunga carriera nelle produzioni per il piccolo schermo (come regista) in serie come “The Killing” e “Taboo”.
Di seguito il trailer ufficiale del film, che verrà distribuito nel nostro paese il 28 febbraio 2019 dalla Notorious Pictures:
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