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Recensioni in gondola (Venezia 74): Ga’agua – Longing / Downsizing / The Human Flow

05/09/2017 news di Teresa Scarale

Parliamo anche di Il tentato suicidio nell’adolescenza, di Raccontare Venezia e di alcuni importanti restauri, da sempre fiore all'occhiello della Mostra del Cinema

Il tentato suicidio nell’adolescenza olmi

Una carrellata panoramica su molti dei film presentati alla Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno, un giudizio sintetico (non una recensione tradizionale quindi), ma funzionale, per capire cosa promuovere o cosa invece bocciare.

Queste le prime gondolette:

Il taoismo che non t’aspetti nell’Israele dei nostri giorni. Il tanto temuto “effetto Prozac” di Stefano Disegni è incredibilmente evitato a piè pari dal primo film visto in apertura di Mostra. A dispetto del tema trattato, Ga’agua – Longing, quarto film del poco prolifico regista israeliano Savi Gabizon, diverte e alleggerisce lo spirito. La perdita del figlio che non sapeva di avere è per il protagonista Ariel l’inizio di un viaggio a ritroso nella vita del giovane Adam, pianista dotato e studente dalle turbolente vicende amorose. Il film levita attorno alla preparazione di un’improbabile cerimonia “taoista” post mortem, passando per qualche momento onirico e stralunato, senza perdere mai il razionalismo tipico del cinema israeliano.

Un buon film sotto ogni aspetto, tranne che in quello dell’onestà politica. Nella perfezione occidentale di questa Tel Aviv bianca e silenziosa non v’è traccia alcuna della Palestina, ma questa è un’altra storia.

downsizing payne veneziaDeludente e raffazzonato, Downsizing è stato scelto come film d’apertura di quest’anno. Se si pensa che l’onore l’anno scorso era toccato a La La Land, il paragone è sconfortante. La pellicola di Alexander Payne prende in realtà le mosse da un soggetto interessante. Cosa accadrebbe se gli abitanti del Pianeta decidessero grazie a una nuova tecnologia di rimpicciolirsi fino a misurare in altezza solo una decina di centimetri?

La motivazione sarebbe innanzitutto ecologica. Una frazione d’umano consumerebbe una frazione di risorse. E una frazione di risorse costerebbe parimenti molto meno ai consumatori, i quali si ritroverebbero improvvisamente dotati di una ricchezza reale elevatissima. E se a miniaturizzarsi fosse solo una minima parte della popolazione, cosa accadrebbe? Davvero il potere d’acquisto della moneta nel nuovo mondo resterebbe invariato?

La questione è decisamente stuzzicante, ma il film che ha per protagonista Matt Damon spreca consumisticamente ogni occasione di indagine. La sceneggiatura è piena di svolte a gomito; incoerenti, distraenti, banalizzanti. La conseguenza è che il racconto viene frantumato in segmenti narrativi di scarsa tenuta e interesse, per una durata non certo miniaturizzata: due ore e un quarto.

Per fortuna poi ci imbattiamo nella versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close Encounters of the Third Kind) di Steven Spielberg e ci ricordiamo di che cosa sia il Cinema. La pietra miliare del 1977 ci riconcilia con noi stessi, ma è tempo di scappare verso un altro restauro, Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni in Sala Casinò… No, niente. Non si può entrare, Dario Franceschini sta vedendo il film.

the human flow 2017Lo scorno ministeriale viene sanato dalla visione del bellissimo docufilm The Human Flow, del regista cinese Ai Weiwei. Viaggio cinematografico nel senso etimologico della parola, questo film epico restituisce tutta l’umanità e la compartecipazione di cui è capace l’occhio dell’autore, anima dal calore tangibile, e noi siamo lui nel fiume di esseri umani – 65 milioni – che si frange contro muri e barriere non solo culturali.

Chiusura in bellezza con la perla ritrovata Il tentato suicidio nell’adolescenza di Ermanno Olmi, documentario di 30′ datato 1968 in bianco e nero, perduto e ritrovato per caso la scorsa primavera, che ci porta all’interno del primo reparto di psichiatria d’urgenza in Italia, al Politecnico di Milano, curato dal pioniere Carlo Lorenzo Cazzullo e Raccontare Venezia di Wilma Labate, un excursus liberamente tratto dal libro di Irene Bignardi ‘Storie di Cinema a Venezia’ sui film che negli anni sono stati ambientati nella città lagunare con interventi – tra gli altri – di Carole Bouquet, Saverio Costanzo, Goffredo Fofi, Paolo e Vittorio Taviani e Florinda Bolkan.

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