A ben vedere, le oscure affinità elettive tra il 'demone dei sogni' creato da Wes Craven nel 1984 e il 'clown danzante' uscito dalla penna di Stephen King non sono così trascurabili
La New Line Cinema è ricordata – anche – come la casa di produzione che ha dato i natali a Freddy Krueger, e certo il longevo franchise incentrato sul ‘demone dei sogni’ ha dato un contributo non indifferente al suo successo, e tutt’ora continua a garantire un certo ritorno economico. I proventi prodotti dalla saga di Nightmare hanno infatti irrorato negli anni le casse dello studio, che ha così potuto reinvestire quegli stessi dollari in altri progetti rivelatisi altrettanto remunerativi, su tutti l’ormai nutritissimo e lanciatissimo universo orrorifico legato a The Conjuring, con tanto di innumerevoli spin-off, come i recenti The Nun (la nostra recensione), La Llorona (la nostra recensione) e Annabelle (la nostra recensione del recente terzo capitolo della serie sulla bambola posseduta).
Perché mai quindi? Ebbene, il ‘clown danzante’ Pennywise e Freddy Kruger (e i relativi film che li han visti protagonisti) presentano parecchie similitudini ora più che mai, tanto da farci pensare a due metà complementari di un unico universo horror in cui il soprannaturale insidia le vittime facendo dapprima leva sulle loro più grandi paure e poi nutrirsi dei loro corpi e / o delle loro anime. Il parallelo forse non sarà scontato per tutti (o forse si …), ma scendiamo meglio nel dettaglio.
L’alieno definito ‘IT’, che prende sovente la forma del famigerato ‘clown danzante’, è invero u una antichissima creatura mutaforma del Macroverso. Almeno così è stando alle pagine del romanzo, in cui i protagonisti Richie e Mike, durante il rito indiano della ‘prova del fumo’, hanno una visione dell’arrivo di IT sulla Terra milioni di anni prima (non è chiaro se attraverso un’astronave o un meteorite), proprio nel luogo dove poi è sorta Derry. La cittadina stessa – e la natura oscura dei suoi abitanti – ne sono in fondo una propagazione. Prova ne è che, una volta sconfitto l’essere (viene descritto negli amarissimi capitoli finali del libro), non solo i membri del ‘Club dei Perdenti’ si separano e dimenticano tutto quanto (perfino dell’esistenza gli uni degli altri), ma la comunità si avvia a un nemmeno troppo lento degrado, a una lenta morte insomma. Allo stesso tempo, gli abitanti del luogo costituiscono il nutrimento del suo oscuro nucleo extraterrestre, che concretizza le peggiori fobie della preda designata, poiché la paura rende la carne di quest’ultima assai più ‘appetitosa’.
Vi ricorda qualcosa?
Entrambe le mostruose entità hanno però in comune due caratteristiche essenziali: sono pressoché invincibili nel loro ambiente ‘naturale’ e si avvantaggiano delle altrui fobie per indebolire e sopraffare i propri avversari e le vittime. Ciò è palese negli scontri tra IT e i membri del ‘Club dei Perdenti’, siano questi avvenuti nella loro infanzia, o quando sono già adulti. Che appaia come un’incarnazione sinistra del fratellino morto (qui gioca un ruolo essenziale anche il senso di colpa), uno dei mostri classici della Universal, un lebbroso per un germofobico oppure la gigantesca statua di Paul Bunyan (che esiste peraltro veramente a Bengor, nel Maine). In Nightmare, invece, Freddy Krueger spaventa colui o colei che perseguita per avere un maggiore potere sulla sua mente, prima di ucciderlo/a, spesso e volentieri, durante la fase REM.
Tornando a IT, va sottolineato anzitutto che nel recente adattamento per il grande schermo l’ambientazione temporale è decisamente posticipata rispetto al libro di Stephen King. Nel romanzo, difatti, l’infanzia dei protagonisti era collocata alla fine degli anni cinquanta (1957-1958), mentre il loro ritorno a Derry – ormai cresciuti – a metà degli anni ottanta, 27 anni dopo la chiusura del ‘ciclo di vita’ di IT precedente. Tale infatti era il lasso di tempo in cui il vorace alieno rimane in letargo prima di risvegliarsi affamato. Diversamente, nell’horror di Andy Muschietti l’infanzia dei membri del ‘Club dei Perdenti’ è posizionata negli anni ’80 (il tutto ha inizio nell’ottobre del 1988, con la morte del piccolo Georgie Denbrough). L’estate successiva, il fratello Bill e i suoi amici si trovano faccia a faccia ad affrontare Pennywise (e a scontrarsi con il loro coetaneo, il bullo Henry Bowers e la sua banda). Il capitolo incentrato invece sull’età adulta è ambientato ai giorni nostri.
Diversi Easter Egg saranno infatti saltati subito all’occhio degli spettatori più attenti, come il poster di Nightmare 5 – Il mito che appare sui muri di un cinema di Derry nell’estate del 1989. Poi ci sono riferimenti meno immediati e più difficili da scovare. Un esempio? Se osserviamo bene la camicia che Richie Tozier (Bill Hader) sfoggia da adulto in IT: Capitolo Due, questa somiglia in maniera impressionante a quella che indossa Jesse (Mark Patton), il protagonista di Nightmare 2 – La rivincita di Jack Sholder del 1985, mentre lo vediamo svuotare gli scatoloni appena arrivato nella villetta al numero 1428 di Elm Street. Proprio in questa scena, insieme alla fidanzata Lisa (Kim Myers), il ragazzo trova il diario di Nancy, in cui sono narrate le sue terrificanti vicende.
Avere alle spalle la medesima casa di produzione, la suddetta New Line Cinema, essere ambientati – per precisa volontà o perché girati effettivamente allora – negli anni ’80 e omaggi palesi lasciati in bella vista non sono gli unici punti in comune che la nuova trasposizione di IT ha con la saga horror di Nightmare. È la natura stessa della paura ad accomunare questi horror, il modo con cui essa viene rappresentata sullo schermo. I due villain principali sono entrambi l’incarnazione stessa di Paura, benché con sfumature differenti. Il loro punto di forza è quello di manipolare le percezioni, la psiche e i sogni stessi dei singoli, così da materializzare le peggiori fobie di ciascuno e potersene avvantaggiare per vincere. Non solo. Le due entità sovrannaturali sono in grado, ciascuna a modo suo, di manipolare a piacimento le leggi della fisica per creare quell’orrore di cui loro sono la personificazione. Va notato che sovente anche IT si presenta sotto forma di ‘visione’ o di percezione onirica che stravolge il concreto trasformandolo in una (sur)realtà agghiacciante. Senza dimenticare la Luce dei Defunti, nella quale ‘tutti galleggiano’, che ricorda molto la ‘liberazione’ delle anime intrappolate e straziate nel petto di Freddy Krueger.
Qualsiasi cosa allora voi sognate (a volte anche ad occhi aperti), IT e Freddy Krueger sono in grado di tramutarla in un incubo senza fatica. Non c’è limite alla loro perversa fantasia. E noi, estimatori dei film dell’orrore, non possiamo che essere grati all’inventiva mostrata dai due oscuri protagonisti (e dai loro creatori) di queste due celebri saghe horror.
Di seguito la scena della morte di Glen (Johnny Depp) da Nightmare – Dal Profondo della Notte e la clip del frigorifero di IT: