Voto: 6/10 Titolo originale: Annabelle Comes Home , uscita: 26-06-2019. Budget: $27,000,000. Regista: Gary Dauberman.
Annabelle 3: la recensione del film di Gary Dauberman infarcito di demoni
26/06/2019 recensione film Annabelle 3 di William Maga
Ci sono anche Patrick Wilson e Vera Farmiga nel terzo capitolo dello spin-off di The Conjuring, un horror che si poggia su basi collaudatissime ma si rivolge a un pubblico molto diverso dal solito
Premessa fondamentale. Annabelle 3 (Annabelle Comes Home) NON è assolutamente il film che viene pubblicizzato. Chiunque abbia visto il trailer o gli spot televisivi di questo terzo capitolo della saga spin-off di The Conjuring già non esattamente indimenticabile (che arriva nei cinema a 2 anni da Annabelle 2: Creation di David F. Sandberg), probabilmente si aspetterebbe infatti il consueto coté di jumpscare e cliché horror assortiti. Invece, il film curiosamente sceglie di rivolgersi a un pubblico molto più giovane del previsto, che potrebbe essere alla ricerca di qualcosa di simile ai recenti adattamenti di Piccoli Brividi (Goosbumps).
Sono quindi avvisati quelli che si aspettassero qualcosa di un po’ più hardcore (sempre comunque per gli standard della saga …), che potrebbero trovare Annabelle 3 dilatatissimo (ben 106 minuti, di cui i primi 45 dove non accade assolutamente nulla), sciocco e prevedibile.
Il lungometraggio finalmente collega la serie spin-off alla ‘mamma’ The Conjuring, aprendosi con la storia di come gli spiritisti e cacciatori di demoni Ed e Lorraine Warren (Patrick Wilson e Vera Farmiga) siano entrati in possesso della bambola malefica. Il raccapricciante giocattolo di porcellana con le treccine, il trucco e l’enorme fiocco rosso avvolto attorno a un vestito bianco che ha visto giorni migliori non è in realtà posseduto, ma piuttosto un veicolo per un demone “che non ha mai camminato su questa terra”.
Non è solo demoniaco, ma anche un faro in grado di rianimare gli altri spiriti. I coniugi Warren tengono Annabelle rinchiusa nel loro seminterrato, al sicuro in una sorta di prigione di vetro consacrata da un prete, insieme a un mucchio di altri ninnoli spettrali, posseduti o demoniaci provenienti da casi precedenti.
Patrick Wilson e Vera Farmiga non occupano molto minutaggio in Annabelle 3 e, a pensarci bene, nemmeno la bambola del titolo stessa, ma la sequenza di apertura che li vede tutti e tre insieme sullo schermo chiarisce bene ciò che lo sceneggiatore e regista esordiente Gary Dauberman ha intenzione di fare col materiale a disposizione. Il filmmaker (che ha scritto i precedenti capitoli di Annabelle, a The Nun: La vocazione del male e a IT di Andy Muschietti) si affida largamente alla macchina del fumo e all’umorismo invece che alle immagini grottesche. Vera Farmiga e Patrick Wilson appaiono molto più rilassati e loro agio qui rispetto alle precedenti apparizioni, una scelta che aiuta non poco a stabilire l’approccio più giovanile e giocoso di Gary Dauberman.
Annabelle 3 si svolge nella villetta della famiglia Warren, con Ed e Lorraine che partono per il weekend e lasciano la loro figlia di dieci anni, Judy (Mckenna Grace), sotto l’occhio attento della sua amata baby-sitter, la bionda Mary Ellen (Madison Iseman). Judy, che sta iniziando a ‘vedere la gente morta’ come sua madre, non è particolarmente popolare a scuola, grazie alla fama dei genitori all’interno della comunità di essere impostori o ‘strani’, e nessuno dei suoi compagni di classe è probabile che partecipi alla sua imminente festa di compleanno.
Mary Ellen vuole così sfruttare il weekend per tirar su il morale della ragazzina, ma i loro piani per preparare la torta, giocare a un gioco da tavolo e rilassarsi vengono sconvolti dall’arrivo indesiderato di Daniella (Katie Sarife), la migliore amica della babysitter. Daniella, che ha recentemente sofferto una tragedia familiare, vuole ottenere l’accesso al ‘tesoro proibito’ del Warren nella speranza di trovare le risposte che cerca disperatamente e, mentre fruga in giro per casa, finisce per scatenare inconsapevolmente il potere di Annabelle, che inizia a riportare in vita tutti i casi passati e da tempo sopiti.
Tra le cose che balzano all’occhio, c’è senz’altro il fatto che Annabelle 3 si poggi su tre personaggi principali (di sesso femminile) tutti affabili, ovvero quel tipo di individui che lo spettatore non vuole veder messo in situazioni di estremo pericolo perché in qualche modo se lo merita.
Sebbene monodimensionali, Judy, Mary Ellen e persino la ‘sbadata’ Daniella – l’unica che gode di un qualche tipo di scrittura maggiormente approfondita – sono simpatiche e ingenue, certamente diverse dalle solite eroine / final girls presenti nella maggior parte dei film dell’orrore, e, tra un innocuo spavento ripetuto e l’altro (sembra di essere più che altro dentro alla casa degli orrori di un Luna Park), Gary Dauberman offre molte opportunità alle sue protagoniste di rilassarsi ed essere se stesse.
Come detto, una scelta che offre un’esperienza quasi disarmante (estenuante?) che non ci si aspetterebbe da un film di Annabelle. Sono coinvolte in una storia che prende pesantemente spunto dai succitati libri di Piccoli Brividi (e, in misura minore, dal recente Spider-Man: Un nuovo universo, in termini di quanti potenziali ulteriori spin-off vengono qui anticipati attraverso l’introduzione di un varietà di nuovi fantasmi, demoni come il Merryman, mastini infernali creati in dubbia CGI e serial killer con l’abito da sposa), ma, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno – e ben tenendo a mente la piega che ormai ha da tempo preso il Conjurverse – siamo di fronte a qualcosa di meno aspettato del previsto.
Ovviamente, se uno si approccia ad Annabelle 3 cercando jumpscare, trucchetti visivi, ombre spettrali, apparecchi che si accendono all’improvviso, lunghi silenzi e rumori molesti e inquietanti, Gary Dauberman non ha certo scordato ‘i marchi di fabbrica’ della saga.
Nessuno dei momenti più tesi del lungometraggio è in alcun modo violento o sanguinario (nonostante sia R-Rated), ma il regista ha imparato tutto quello che gli serviva dai suoi predecessori, virando però verso una storia vietata ai maggiori di 14 anni autoconsapevole di questo limite, che non bada affatto alle innumerevoli situazioni ‘insensate’ che inscena.
In definitiva, una volta che verrà riconosciuto per quello che è, Annabelle 3 potrebbe tranquillamente finire al fianco di titoli come La casa dei fantasmi, Il Mistero della Casa del Tempo, The Hole o Gli occhi del parco ad allietare le notti di Halloween dei più piccoli in futuro.
Se invece avete apprezzato per qualche ragione i precedenti film del Conjurverse o siete estimatori comunque dell’horror più viscerale, dove il sangue scorre a fiumi o la gente addirittura muore male, Annabelle 3 sarà stato soltanto uno spiacevole passatempo da non rivedere.
Che sia stata una scelta coraggiosa e ‘radicale’ che scontenterà molti fan di vecchia data, oppure il solito consueto successo di pubblico onnivoro, solo il botteghino potrà dirlo.
Di seguito il secondo full trailer in versione italiana di Annabelle 3, nei nostri cinema dal 4 luglio:
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