Riflessione | Ho fame di paura: le analogie tra Freddy Krueger (Nightmare) e Pennywise (IT)
26/09/2019 news di Redazione Il Cineocchio
A ben vedere, le oscure affinità elettive tra il 'demone dei sogni' creato da Wes Craven nel 1984 e il 'clown danzante' uscito dalla penna di Stephen King non sono così trascurabili
La New Line Cinema è ricordata – anche – come la casa di produzione che ha dato i natali a Freddy Krueger, e certo il longevo franchise incentrato sul ‘demone dei sogni’ ha dato un contributo non indifferente al suo successo, e tutt’ora continua a garantire un certo ritorno economico. I proventi prodotti dalla saga di Nightmare hanno infatti irrorato negli anni le casse dello studio, che ha così potuto reinvestire quegli stessi dollari in altri progetti rivelatisi altrettanto remunerativi, su tutti l’ormai nutritissimo e lanciatissimo universo orrorifico legato a The Conjuring, con tanto di innumerevoli spin-off, come i recenti The Nun (la nostra recensione), La Llorona (la nostra recensione) e Annabelle (la nostra recensione del recente terzo capitolo della serie sulla bambola posseduta).
Quando però nel catalogo della New Line Cinema ha fatto la propria entrata il nuovo adattamento in due parti ad opera di Andrés Muschietti dal capolavoro letterario di Stephen King pubblicato nel 1986, IT (la recensione del primo film e del secondo segmento), a molti sarà sembrato che si fosse chiuso il cerchio iniziato oltre tre decenni fa proprio con Nightmare – Dal Profondo della Notte di Wes Craven. Tutto questo premettendo che il regista scomparso nel 2015 non ha mai fatto pubblicamente cenno a un eventuale ‘plagio’ o tanto meno il Re del brivido ha ammesso di essersi ‘ispirato’ al classico del 1984 (anche se negli anni ’90 fu invero contattato per scrivere un film della saga).
Perché mai quindi? Ebbene, il ‘clown danzante’ Pennywise e Freddy Kruger (e i relativi film che li han visti protagonisti) presentano parecchie similitudini ora più che mai, tanto da farci pensare a due metà complementari di un unico universo horror in cui il soprannaturale insidia le vittime facendo dapprima leva sulle loro più grandi paure e poi nutrirsi dei loro corpi e / o delle loro anime. Il parallelo forse non sarà scontato per tutti (o forse si …), ma scendiamo meglio nel dettaglio.
L’alieno definito ‘IT’, che prende sovente la forma del famigerato ‘clown danzante’, è invero u una antichissima creatura mutaforma del Macroverso. Almeno così è stando alle pagine del romanzo, in cui i protagonisti Richie e Mike, durante il rito indiano della ‘prova del fumo’, hanno una visione dell’arrivo di IT sulla Terra milioni di anni prima (non è chiaro se attraverso un’astronave o un meteorite), proprio nel luogo dove poi è sorta Derry. La cittadina stessa – e la natura oscura dei suoi abitanti – ne sono in fondo una propagazione. Prova ne è che, una volta sconfitto l’essere (viene descritto negli amarissimi capitoli finali del libro), non solo i membri del ‘Club dei Perdenti’ si separano e dimenticano tutto quanto (perfino dell’esistenza gli uni degli altri), ma la comunità si avvia a un nemmeno troppo lento degrado, a una lenta morte insomma. Allo stesso tempo, gli abitanti del luogo costituiscono il nutrimento del suo oscuro nucleo extraterrestre, che concretizza le peggiori fobie della preda designata, poiché la paura rende la carne di quest’ultima assai più ‘appetitosa’.
Vi ricorda qualcosa?
Approfondiamo per qualche istante questo aspetto. IT assapora particolarmente la carne umana per via delle paure che lui stesso genera nell’individuo, poiché queste a loro volta suscitano nel corpo la produzione di sostanze chimiche che conferiscono al lauto – e macabro – pasto un sapore inconfondibile e irresistibile. Dal canto suo, invece, Freddy Krueger, il quale era in vita un serial killer di ragazzini e pure un pedofilo, torna dall’Aldilà in cerca di vendetta, dopo essere stato bruciato vivo da un manipolo di genitori inferociti (come rivela la madre di Nancy Thompson / Heather Langenkamp alla figlia nel primo film della saga). Nel caso del boogeyman col cappello e il guanto fatto di rasoi, il terrore che infonde nelle sue giovani prede non le rende più succulente, ma serve a conferirgli sempre più potere su di loro. Ovviamente, Freddy Krueger dà il meglio di sé quando compare nei sogni – o meglio negli incubi – dello sventurato adolescente prescelto. Al contrario di IT, peraltro, il sadico ‘demone dei sogni’ non si alimenta della carne, bensì delle anime delle proprie prede.
Entrambe le mostruose entità hanno però in comune due caratteristiche essenziali: sono pressoché invincibili nel loro ambiente ‘naturale’ e si avvantaggiano delle altrui fobie per indebolire e sopraffare i propri avversari e le vittime. Ciò è palese negli scontri tra IT e i membri del ‘Club dei Perdenti’, siano questi avvenuti nella loro infanzia, o quando sono già adulti. Che appaia come un’incarnazione sinistra del fratellino morto (qui gioca un ruolo essenziale anche il senso di colpa), uno dei mostri classici della Universal, un lebbroso per un germofobico oppure la gigantesca statua di Paul Bunyan (che esiste peraltro veramente a Bengor, nel Maine). In Nightmare, invece, Freddy Krueger spaventa colui o colei che perseguita per avere un maggiore potere sulla sua mente, prima di ucciderlo/a, spesso e volentieri, durante la fase REM.
Ad esempio, Tina Grey (Amanda Wyss) viene terrorizzata e inseguita per parecchio tempo nel suo sogno prima di essere raggiunta e trapassata a morte dagli artigli del killer dal volto deturpato. Mano a mano che avanziamo poi con i capitoli della serie, il ‘demone dei sogni’ ricorre a modi sempre più inventivi per stuzzicare e poi finire i protagonisti. In Nightmare 3 – I guerrieri del sogno di Chuck Russell del 1987 Freddy Krueger si avvale del timore di Taryn (Jennifer Rubin) di ricadere nel tunnel della droga. In Nightmare 5 – Il mito di Stephen Hopkins del 1989 usa a suo vantaggio invece l’aspirazione di Greta (Erika Anderson) di diventare una modella e la sua ossessione per la forma fisica, i disturbi legati all’alimentazione connessi, contro di lei, costringendola letteralmente a mangiare il suo stesso corpo, fino a morire. E gli esempi sono decine.
Tornando a IT, va sottolineato anzitutto che nel recente adattamento per il grande schermo l’ambientazione temporale è decisamente posticipata rispetto al libro di Stephen King. Nel romanzo, difatti, l’infanzia dei protagonisti era collocata alla fine degli anni cinquanta (1957-1958), mentre il loro ritorno a Derry – ormai cresciuti – a metà degli anni ottanta, 27 anni dopo la chiusura del ‘ciclo di vita’ di IT precedente. Tale infatti era il lasso di tempo in cui il vorace alieno rimane in letargo prima di risvegliarsi affamato. Diversamente, nell’horror di Andy Muschietti l’infanzia dei membri del ‘Club dei Perdenti’ è posizionata negli anni ’80 (il tutto ha inizio nell’ottobre del 1988, con la morte del piccolo Georgie Denbrough). L’estate successiva, il fratello Bill e i suoi amici si trovano faccia a faccia ad affrontare Pennywise (e a scontrarsi con il loro coetaneo, il bullo Henry Bowers e la sua banda). Il capitolo incentrato invece sull’età adulta è ambientato ai giorni nostri.
Curiosa ‘coincidenza’, seppure non nel medesimo anno di nascita del franchise di Nightmare (era il 1984), anche il primo capitolo di IT è ambientato negli anni ’80, ovvero la decade in cui Freddy Krueger è emerso dall’oscurità dell’inconscio di Wes Craven e si è radicato nella cultura di massa. E anche la realtà filmica messa in scena nell’adattamento di Andy Muschietti risente di tale influsso. Ciò comunque non vuol dire che IT acquisisca mai le sembianze di Freddy Krueger per spaventare qualcuno ovviamente. Sarebbe stato un riferimento un po’ troppo palese (anche se in realtà è stato preso in considerazione dal regista argentino, come da lui stesso dichiarato pochi mesi fa). Tuttavia, sono stati disseminati qua e là nei duce capitoli diversi riferimenti all’iconica saga slasher.
Diversi Easter Egg saranno infatti saltati subito all’occhio degli spettatori più attenti, come il poster di Nightmare 5 – Il mito che appare sui muri di un cinema di Derry nell’estate del 1989. Poi ci sono riferimenti meno immediati e più difficili da scovare. Un esempio? Se osserviamo bene la camicia che Richie Tozier (Bill Hader) sfoggia da adulto in IT: Capitolo Due, questa somiglia in maniera impressionante a quella che indossa Jesse (Mark Patton), il protagonista di Nightmare 2 – La rivincita di Jack Sholder del 1985, mentre lo vediamo svuotare gli scatoloni appena arrivato nella villetta al numero 1428 di Elm Street. Proprio in questa scena, insieme alla fidanzata Lisa (Kim Myers), il ragazzo trova il diario di Nancy, in cui sono narrate le sue terrificanti vicende.
Avere alle spalle la medesima casa di produzione, la suddetta New Line Cinema, essere ambientati – per precisa volontà o perché girati effettivamente allora – negli anni ’80 e omaggi palesi lasciati in bella vista non sono gli unici punti in comune che la nuova trasposizione di IT ha con la saga horror di Nightmare. È la natura stessa della paura ad accomunare questi horror, il modo con cui essa viene rappresentata sullo schermo. I due villain principali sono entrambi l’incarnazione stessa di Paura, benché con sfumature differenti. Il loro punto di forza è quello di manipolare le percezioni, la psiche e i sogni stessi dei singoli, così da materializzare le peggiori fobie di ciascuno e potersene avvantaggiare per vincere. Non solo. Le due entità sovrannaturali sono in grado, ciascuna a modo suo, di manipolare a piacimento le leggi della fisica per creare quell’orrore di cui loro sono la personificazione. Va notato che sovente anche IT si presenta sotto forma di ‘visione’ o di percezione onirica che stravolge il concreto trasformandolo in una (sur)realtà agghiacciante. Senza dimenticare la Luce dei Defunti, nella quale ‘tutti galleggiano’, che ricorda molto la ‘liberazione’ delle anime intrappolate e straziate nel petto di Freddy Krueger.
Qualsiasi cosa allora voi sognate (a volte anche ad occhi aperti), IT e Freddy Krueger sono in grado di tramutarla in un incubo senza fatica. Non c’è limite alla loro perversa fantasia. E noi, estimatori dei film dell’orrore, non possiamo che essere grati all’inventiva mostrata dai due oscuri protagonisti (e dai loro creatori) di queste due celebri saghe horror.
Di seguito la scena della morte di Glen (Johnny Depp) da Nightmare – Dal Profondo della Notte e la clip del frigorifero di IT:
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Fonte: BD