Voto: 7.5/10 Titolo originale: Six Men Getting Sick , uscita: 01-01-1967. Budget: $200. Regista: David Lynch.
Riflessione: i cortometraggi di David Lynch, laboratorio di sperimentazione per i film successivi
08/08/2024 recensione film Six Men Getting Sick di Gioia Majuna
La poetica e i temi cari al regista di Missoula si sono affinati nel corso degli anni passando attraverso i suoi lavori più brevi e artigianali, ma non certo meno intriganti
Riscoprire i cortometraggi di David Lynch è essenziale per comprendere la complessità della sua poetica e il suo sviluppo come regista. Esplorare lavori come “Six Figures Getting Sick (Six Times)“, “The Alphabet“, “The Grandmother“, “The Amputee“, “The Cowboy and the Frenchman” e “Premonitions Following an Evil Deed” ci permette infatti di intravedere i semi delle tematiche che il filmmaker di Missoula avrebbe poi sviluppato e ampliato nel corso della carriera.
“Six Figures Getting Sick (Six Times)” del 1967 è il primo corto girato da David Lynch, realizzato durante il suo periodo alla Pennsylvania Academy of the Fine Arts. Della durata di appena 1 minuto, mostra sei figure stilizzate che vomitano ripetutamente. Questa animazione ciclica, accompagnata da un suono disturbante, mette già in luce l’interesse del regista per il corpo umano e le sue reazioni fisiche, un tema che sarà centrale in molti dei suoi lavori successivi. La ripetizione ossessiva e la crudezza visiva prefigurano l’uso di immagini ipnotiche e inquietanti in film come Eraserhead (1977).
“The Alphabet” del 1968 è un cortometraggio di 4 minuti che mescola live-action e animazione per rappresentare un incubo infantile. Una giovane ragazza recita l’alfabeto mentre affronta visioni disturbanti e angoscianti. David Lynch esplora qui la paura e l’ansia attraverso un linguaggio visivo che sfida la logica narrativa tradizionale. La combinazione di suoni stridenti e immagini surreali anticipa le atmosfere che caratterizzeranno Twin Peaks (1990-1991) e Mulholland Drive (2001), dove l’elemento onirico e il perturbante sono sempre presenti.
“The Grandmother” del 1970 è un cortometraggio di quasi 30 minuti che racconta la storia di un bambino trascurato e maltrattato dai genitori, il quale coltiva una nonna da un seme magico per trovare conforto. Questo lavoro approfondisce il tema della famiglia disfunzionale, un motivo ricorrente nella filmografia di Lynch, come in Velluto Blu (1986) e Twin Peaks. L’uso di immagini oniriche, la narrazione frammentata e l’atmosfera surreale in “The Grandmother” riflettono l’interesse di David Lynch per il surrealismo e per l’esplorazione del subconscio, che saranno fondamentali nei suoi lungometraggi.
“The Amputee” del 1974 vede David Lynch stesso nel ruolo di un’infermiera che scrive una lettera mentre cura una paziente priva delle gambe. Questo corto, girato in due versioni, è un esercizio di minimalismo e di esplorazione dell’orrore quotidiano. La rappresentazione cruda della sofferenza fisica e la banalità del male sono temi centrali anche in Eraserhead e The Elephant Man (1980). In “The Amputee”, il regista mostra la sua capacità di creare tensione e inquietudine attraverso situazioni apparentemente ordinarie, un tratto che sarà evidente in molti dei suoi lavori successivi.
“The Cowboy and the Frenchman” del 1988 è un cortometraggio realizzato per la televisione francese che esplora gli stereotipi culturali attraverso una commedia surreale. Racconta l’incontro tra un cowboy e un francese, con risultati esilaranti e assurdi. Questo lavoro mostra un lato inedito di David Lynch, più leggero e ironico, ma sempre caratterizzato dalla sua tipica eccentricità. L’interesse per le differenze culturali e per l’assurdo sarà ulteriormente sviluppato in Cuore selvaggio (1990) e nella serie Twin Peaks.
“Premonitions Following an Evil Deed” (1995) è un cortometraggio di meno di 1 minuto realizzato come parte del progetto “Lumière et compagnie”. In questo lavoro, David Lynch esplora il terrore e il mistero attraverso un linguaggio cinematografico estremamente condensato. L’uso del bianco e nero, la narrazione criptica e la tensione palpabile in “Premonitions Following an Evil Deed” prefigurano il suo lavoro su Strade Perdute (1997) e in Mulholland Drive (2001). La capacità del filmmaker di creare atmosfere intense e inquietanti in un tempo così breve dimostra la sua maestria nel manipolare il mezzo cinematografico.
Questi cortometraggi non sono solo esercizi di stile o semplici tappe di passaggio verso i lungometraggi di David Lynch. Sono opere autonome che riflettono la sua visione del mondo, un universo dove il confine tra realtà e sogno è sempre labile, dove l’oscurità e la luce si mescolano continuamente.
Ogni corto è un tassello fondamentale per comprendere il mosaico complesso e affascinante della sua opera, offrendo uno sguardo privilegiato sui meccanismi creativi di uno dei più grandi innovatori della storia del cinema.
David Lynch ha sempre dimostrato una grande attenzione per i dettagli visivi e sonori, elementi che emergono chiaramente nei suoi cortometraggi. La sua capacità di creare immagini potenti e disturbanti, di giocare con le aspettative dello spettatore e di esplorare le profondità del subconscio umano, ha reso i suoi lavori unici e influenti.
I temi della famiglia disfunzionale, della sofferenza fisica e psicologica, dell’assurdo e del surreale, che emergono in questa manciata di cortometraggi, saranno poi sviluppati in modo più articolato nei suoi lungometraggi, contribuendo a definire la sua poetica distintiva.
In conclusione, i cortometraggi di David Lynch rappresentano un laboratorio di sperimentazione dove il regista ha affinato la sua estetica e le sue tematiche. Ogni corto offre una visione unica e preziosa del suo universo creativo, anticipando e influenzando i suoi lavori successivi. Analizzare questi cortometraggi significa immergersi in un mondo di sogni, incubi e visioni che hanno contribuito a definire uno dei registi più originali e influenti del cinema contemporaneo.
Di seguito trovate The Alphabet:
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