Titolo originale: , uscita: 01-01-1970.
Riflessione | Jack Arnold, dimenticato maestro della fantascienza ‘povera’ anni Cinquanta
28/06/2019 news di Redazione Il Cineocchio
Scomparso in sordina nel 1992, il regista di Il Mostro della Laguna Nera, Tarantola e Radiazioni BX: Distruzione uomo è uno dei creatori di mondi a cui molti a Hollywood devono qualcosa
«B» come Arnold. È solo apparente questo paradosso alfabetico, perché Jack Arnold, scomparso nel marzo del 1992 a 75 anni, rientra di diritto tra i grandi registi della ‘serie B’, ma avrebbe potuto benissimo giocare in ‘serie A’ e tranquillamente aspirare almeno ai preliminari di Europa League. A quasi 20 anni dalla sua dipartita, preferiamo comunque pensare che la morte sia stata solamente l’ultimo dei suoi scherzi, che Jack Arnold si sia in realtà inabissato in qualche palude della California pronto a ghermire qualche bella turista di passaggio, o sia diveniate invisibile, per non farsi più trovate da un cinema, da un’America, in cui non si riconosceva più da tempo.
Abbiamo citato, l’avrete capito tutti, i suoi due gioielli più noti al grande pubblico: Il mostro della laguna nera (1954) e Radiazioni BX: Distruzione uomo (1957). Due classici della fantascienza anni Cinquanta, di quel genere che il regista nato a New Haven nel 1916 e altri «artigiani» inventarono con quattro soldi, ritagliandosi budget risicati all’interno dei bilanci delle major hollywoodiane. Una fantascienza che non vinceva premi Oscar, ma chiamava le folle nei Drive-in e nei cinemini di provincia, che «seminava» frammenti di immaginario nell’inconscio del pianeta Terra. I complici di Jack Arnold erano Byron Haskin (La guerra dei mondi), Don Siegel (L’invasione degli ultracorpi), Robert Wise (Ultimatum alla Terra), George Pal (L’uomo che visse nel futuro), Gordon Douglas (Assalto alla Terra) e Christian Nyby (La cosa da un altro mondo, prodotto da Howard Hawks).
Giocavano su temi ancestrali e su ambienti poveri, senza lo spiegamento di mezzi di oggi. Il genere avrebbe poi conosciuto due grandi «rivoluzioni», in due date altamente simboliche; il 1968 di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick (il nostro dossier) e il 1977 di Guerre stellari di George Lucas. Dei film citati, quelli di Don Siegel e di Gordon Douglas erano i più politici: la figura dell’alieno rifletteva le paure profonde dell’America, l’angoscia di affrontare (non sempre di assecondare) la piaga del maccartismo. Quelli di Jack Arnold, invece, erano più intimi.
Ne Il mostro della laguna nera l’essere subacqueo (che nel titolo originale e più sensibilmente una ‘creature’, non un ‘monster’) viene dal profondo, da un’acqua torbida che è una sorta di liquido amniotico, e ha una carica erotica e primordiale che lo rende quasi affascinante. In Radiazioni BX: Distruzione uomo il protagonista Grant Williams vive un incubo a occhi aperti: diventa piccolo, sempre più piccolo, viene inseguito dal suo gattino e al la fine lotta contro un ragno, armato solo di uno spillo (ricordate il disneyano Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi di Joe Johnston?). In Tarantola del 1955, tratto dall’originale televisivo No food for thought di R. M. Fresco e in cui compare un giovanissimo Clint Eastwood, è invece un ragno gigantesco a terrorizzare l’Arizona, «creato» da esperimenti atomici che innestano nel genere la paura nucleare e l’ansia ecologica.
Se in questi casi Jack Arnold inclina decisamente all’horror, in anticipo di decenni su registi come Joe Dante, John Landis o Wes Craven, che comunque non hanno mai negato l’influenza del regista su di loro, Destinazione … Terra! (1953) è invece un classico della fantascienza più pura. Si ispirava a un soggetto di Ray Bradbury, e rappresentava gli extraterrestri con un’insolito spirito «democratico». Era pensato per gli effetti tridimensionali, allora di gran moda, e girato quasi tutto in esterni, il che lo rende un film ancora oggi modernissimo.
In carriera girò anche thriller, commedie (una con un titolo strepitoso: Il ruggito del topo, nel 1959, con Peter Sellers) e altri lungometraggi di vario genere, ma venne poi ‘confinato’ negli ultimi 15 anni di vita al purgatorio televisivo, finendo per lavorare addirittura su Love Boat, con esiti alterni di critica e di botteghino. Fu tuttavia nei film «fantastici» che Jack Arnold contribuì a creare quell’America immaginaria che tutti abbiamo amato. E ci riuscì senza imbrogli, con un senso dell’ironia encomiabile (ma c’è sempre qualche passaggio «involontariamente» umoristico anche nelle sue opere più riuscite) e senza sprechi.
Se pensiamo che Steven Spielberg (uno dei mille registi che a Jack Arnold debbono sicuramente qualcosa), non molto tempo dopo il non certo esaltante Hook – Capitan Uncino del 1991 (70 milioni di dollari di budget), arrivò a dire in un’intervista: «Amo solo le storie costose. Non mi si potrà mai dire ‘Steve, ecco quindici milioni di dollari, fanne uscire qualcosa’», viene da pensare che forse non avrebbe affatto recato alcun danno – a lui e ad altri … – una sana chiacchierata con il vecchio Jack, creatore di quella nutriente e schifata ‘bigiotteria’ capace di far bene al cuore anche a 60 anni di distanza.
Di seguito il trailer internazionale di Radiazioni BX: Distruzione uomo:
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